La presidente della Calabria ospite a Storie italiane: «Non ci mandano i ventilatori. Ci sono due Italie, a noi arrivano solo le briciole». Infuria la polemica politica. E Cotticelli prova a difendersi: «Non mi sono allontanato, ci metto la faccia»
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«Abbiamo pronti 100 posti di terapia intensiva, ma per farli funzionare servono i ventilatori, solo che il governo non ce li manda». Secondo la presidente della Calabria, Jole Santelli, la gestione dell'emergenza continua a rivelare preoccupanti falle di sistema che potrebbero complicare la situazione nelle regioni meno attrezzate, quelle del Sud.
La governatrice ha esposto le sue preoccupazioni anche oggi, nel corso della trasmissione di Raiuno Storie Italiane. «Lancio un appello: in questo momento – spiega – il governo, la Protezione civile e il commissario Arcuri stanno distribuendo dispositivi e attrezzature in relazione al numero di contagiati. Questo vuole dire che il 90% di tutto va ad alcune regioni del Nord particolarmente provate. Noi abbiamo due Italie: quella del contagio dilagante e quella che sta cercando di evitarlo».
«A noi arrivano solo le briciole»
Ma con questa suddivisione, per la presidente calabrese, alle regioni del Sud «arrivano solo le briciole».
«Noi – dice Santelli – non abbiamo dispositivi, riceviamo solo da tre o quattro giorni le mascherine, non abbiamo le tute e manca il materiale che dobbiamo fornire a 118 e ospedali. Anche il commissario Arcuri aveva proposto di cambiare questo sistema di distribuzione e di dare un'attenzione particolare al Sud per evitare che dilaghi il contagio. In caso contrario, tra poco ci troveremo a fronteggiare situazioni molto difficili. Si tratta di una decisione politica e il governo deve assumersi serie responsabilità verso il Sud».
I posti letto (quasi) pronti
In Calabria, sottolinea Santelli, ci sono 150 posti letto predisposti per la terapia intensiva, di cui 100 già pronti ma a cui mancano solo i ventilatori. «Me li deve dare il governo, ma non mi arrivano. Mi servono, ma non ce li mandano. È un mese che li chiedo in Conferenza Stato-Regioni. Ora che è scoppiato il guaio serio nella rsa (di Chiaravalle, ndr) sto continuando a premere. Più che chiamare ogni giorno il commissario, i ministri competenti, la Stato-Regioni, che devo fare?».
Santelli torna a esprimere le sue critiche nei confronti di chi gestisce l'emergenza: «Non c'è stata molta solidarietà, ma questo è un tema di politica nazionale. A questo punto chiedo che il governo, il ministro della Salute e il ministro Boccia si assumano la responsabilità di dire che una parte rilevante (di dispositivi e attrezzature, ndr) va al Sud per predisporre le strutture».
Le critiche al governo Conte
Continua, dunque, la polemica a distanza tra l'esecutivo Conte e la Regione Calabria. Nei giorni scorsi, infatti, Santelli aveva definito «una messa in scena umiliante» l'ultimo stanziamento di 4,3 miliardi predisposto dal governo.
Le proteste delle opposizioni
Parole che avevano scatenato la protesta delle opposizioni. La governatrice, a parere di Mimmo Bevacqua, capogruppo del Pd in consiglio regionale, «anziché perdersi in polemiche», dovrebbe impegnarsi per far sì che vengano utilizzati i quasi due miliardi di fondi europei Fesr-Fse non ancora spesi.
Anche secondo Pippo Callipo, leader di “Io resto in Calabria”, il governo nazionale «deve fare di più», ma le misure annunciate «sono una prima risposta. Certamente non è sufficiente, ma aizzare la gente con polemiche sterili, in un momento come questo, oltre ad essere pericoloso, è utile solo a chi ha bisogno di costruirsi alibi per coprire le mancate risposte sanitarie per fronteggiare l’emergenza».
Nella bufera anche Cotticelli
Nella bufera ci è finito, ormai da alcune settimane, anche il commissario della Sanità, Saverio Cotticelli, che ieri – nel corso della trasmissione di La7 Non è l'Arena – ha cercato di difendere il suo operato.
L'ex generale dei carabinieri è convinto che l'ordinanza della Protezione civile contenga «un errore di base, perché sono stati individuati come soggetti attuatori solo i presidenti delle giunte regionali». Il provvedimento, dunque, escluderebbe i “delegati” governativi come lui.
Cotticelli ha però confermato la volontà di non tirarsi indietro: «Non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità e continuerò a metterci la faccia».
L'attacco del 5 stelle Sapia
Le spiegazioni del commissario non hanno tuttavia convinto il deputato Francesco Sapia, esponente di quel Movimento 5 stelle che, durante il precedente governo gialloverde, aveva imposto la nomina di Cotticelli.
Secondo Sapia, il commissario alla Sanità ha il dovere di prendere in mano «il timone dell’emergenza Covid-19, che tocca a lui gestire».
«Non è fondato affermare», sottolinea Sapia, che «soggetto attuatore è adesso la presidentessa della Regione Calabria», perché «tutti i poteri in materia sanitaria» sono di Cotticelli, «esclusa la potestà legislativa in capo al consiglio regionale».
Ciononostante, «in Calabria si registra un rimescolamento di poteri per via dell’errata interpretazione delle disposizioni emergenziali, cui corrispondono previsioni confuse e anarchiche circa le strutture Covid e quelle non-Covid».
bellantoni@lactv.it