La candidata governatrice rilascia una lunga intervista all'Huffington Post in cui parla della sua esperienza umana e politica
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Il suo rapporto con la malattia e il nuovo «senso del limite» che ne deriva, la scaramanzia («ho i corni in tasca»), le liste pulite («da noi non ci sono riciclati») e giudizi netti e non di maniera su Berlusconi e Salvini, ma anche su Callipo, Scopelliti, Oliverio.
Per certi versi è una Jole Santelli inedita quella che emerge dall'intervista pubblicata oggi dall'Huffington Post. Sollecitata dalle domande del vicedirettore Alessandro De Angelis, la candidata del centrodestra non ha lesinato critiche a chi ha amministrato la Regione in passato né ai suoi avversari di oggi, ma non ha nemmeno nascosto nulla della sua esperienza di politica e di donna, a partire dalla sua malattia. «Sto bene», conferma in prima battuta Santelli.
«Prima di candidarmi, siccome ci tengo alla mia vita e alla mia salute, ho chiesto se potevo farlo al mio oncologo. E lui mi ha detto: “Spero che ti candidi, che diventi presidente e poi spero di poterti dare qualche consiglio sulla sanità”».
La deputata che aspira a diventare la prima governatrice della Calabria dice di non essere affatto intimorita da chi potrebbe usare il suo stato di salute in modo strumentale: «Questa vicenda mi ha cambiato: mi ha tolto la paura e mi ha reso una persona libera. Nella vita si affrontano difficoltà di vario genere. Quando le superi, sei più forte, più libera, conosci il senso del limite e questo ti porta a ridimensionare ciò che nella quotidianità tendevi a ingigantire».
Santelli confessa che la malattia l'ha portata ad essere ancora più aperta ai problemi altrui: «Le persone che hanno avuto la forza di reagire possono essere stimolo per gli altri. Mi sento così».
Perché si è candidata
La parlamentare spiega pure i motivi che hanno determinato la sua candidatura: «Ho sempre lavorato con gli altri a un progetto comune, stavolta si sono create una serie di condizioni e mi sono trovata a dover scendere in campo prima persona. Non farlo sarebbe stato un atto di codardia e di ipocrisia, avrebbe voluto dire che non credevo a quello che ho detto per vent’anni. C’è un momento in cui bisogna metterci la faccia».
I corni in tasca
De Angelis riesce anche a far uscire il lato meno razionale della coordinatrice azzurra, che si rivela scaramantica non appena l'argomento cade sul sondaggio, a lei favorevolissimo, del Sole 24ore: «Se può già chiamarmi presidente? Neanche per idea. Le elezioni si vincono nelle urne, non nei sondaggi. Ora tocco pure il corno che ho in tasca. Sto piena di corni».
Le liste pulite
Ma uno degli argomenti sul quale Santelli continua a dare spiegazioni è la composizione delle liste. «Piene di riciclati?», chiede l'Huffpost. «È gente che ha lasciato la maggioranza da anni, non ci sono stati cambi di casacca all'ultimo», argomenta la leader del centrodestra, che non manca di sottolineare gli elementi di discontinuità rispetto alle giunte di Scopelliti e di Oliverio e la sua idea di governo partecipativo.
«Penso che Scopelliti abbia fatto metà del mandato molto bene, poi ha iniziato a perdere colpi. Oliverio, invece – dice ancora –, ha rotto il sistema subito. La discontinuità sta nel fatto che non credo si possa governare come Scopelliti, da uomo solo, e come Oliverio, da uomo solissimo. Credo nella squadra, nelle competenze e credo che si debba aprire la regione a tutti i calabresi che vogliono lavorare».
Con Gratteri
L'intervista vira poi sull'inchiesta Rinascita Scott, che ha portato all'arresto di più di 330 persone e inflitto un colpo durissimo alle cosche del Vibonese. Santelli non si sottrae: l'indagine «è molto pesante e sulla parte criminale segna una svolta importante in una delle province più segnate dalla criminalità».
Il giudizio sul procuratore che ha coordinato l'inchiesta, Nicola Gratteri, è altrettanto razionale: «Lo rispetto e lo stimo da tempo. Credo che abbia restituito alla Calabria l’idea di una magistratura attiva, nel senso di vicino alla gente, credibile».
Berlusconi e la fidanzata
C'è anche tempo per qualche indiscrezione sul rapporto con Berlusconi, che sulla candidatura di Santelli aveva qualche riserva: «Mi ha chiesto: “Ma sei sicura? È un ruolo pericoloso in una terra pericolosa”. Mi vuole bene. Sa, Berlusconi ama molto le donne, ma un po’ maschilista è… In fondo pensa che è un ruolo più per un uomo. E invece credo che le donne calabresi siano più ruvide di quel che si pensa».
Santelli però nega categoricamente che la sua discesa in campo sia stata favorita dalla fidanzata dell'ex premier, Francesca Pascale: «È un'amica, in questa storia non si è mai inserita».
Salvini e Callipo
L'aspirante governatrice parla anche di Salvini e di un'alleanza in cui crede, temperata dalla forza «autenticamente liberale» di Forza Italia. E su Callipo, Santelli continua a seguire la linea del rispetto dell'avversario: «La nostra diversità è che lui parla della politica con disprezzo, io credo nella politica, sono orgogliosa di fare politica, per me è una passione e una missione».
bellantoni@lactv.it