Il generale prenderà il seggio in altra circoscrizione, premiato l'eurodeputato molisano con oltre 70mila preferenze. Su scala regionale filtra soddisfazione per il voto, e anche una certezza: Varì e Staine non sono in discussione
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C'è tanto Sud, e solo Sud, nelle 74mila preferenze conquistate dall'eurodeputato molisano Aldo Patriciello, peraltro dopo traslazione dall'epopea berlusconiana. Quasi 7mila solo in Calabria. Non semplice non tenerne conto soprattutto per uno come Salvini che ormai gioca gran parte delle sue carte sulla stratificazione del consenso la più sparsa possibile nel Paese e proprio per tenere spalla a spalla il duello con Tajani.
E così non sarà complesso per il leader nazionale del Carroccio "spostare" il generale Vannacci su codice fiscale di altra circoscrizione, basta solo scegliere del resto. La trovata mediatica del non impeccabilissimo generale in campo è riuscita, mezzo milione di voti è parente ad un fenomeno. Una o altra circoscrizione vale solo come biglietto di ingresso a differenza di Patriciello che Salvini e Durigon vogliono tenerselo ben stretto da Venafro a Reggio Calabria. È questa la prima certezza che riesce neanche difficilmente a trapelare dalle postazioni di comando. Le stesse che con abilità e cinismo sono riuscite a gettare in pista per il voto, chi più chi meno, praticamente tutti i colonnelli di Calabria.
Chi direttamente nelle locandine come Mancuso e Loizzo, 35mila voti in 2 e argine alle scorribande della Cittadella a Catanzaro e a Cosenza. Chi con reclutamento last minute ma funzionale come Katya Gentile. Chi comunque e non da oggi a giocarsi una partita come Mattiani, Gelardi, Molinaro, Staine. Ognuno ha fatto il suo e con motivazioni non per forza da squadra ma tant'è, è la somma che fa il totale. Di remare hanno remato, di questo ne è convinto il comando del partito. Ragion per cui oggi non appare né semplice né soprattutto produttivo andare a dividere il bottino con l'ansia da premialità. Il congresso si farà a breve, filtra. La gara interna c'è stata e ha dato i suoi risultati. Ma quel che si intuisce è che il futuro congressuale della Lega di Calabria non dovrebbe generare vinti e vincitori eccessivi. Una specie di esperimento di nuova collegialità del potere.
Ci riuscirà Salvini e soprattutto Durigon? Chissà, non ci sono molte altre strade del resto. Poche ma inossidabili certezze. La prima, se si lavora a dividere solo faide si raccolgono. La seconda, nessuna rivendicazione di nuovi posti di governo regionale è in arrivo. Che poi significa, letta al contrario, Staine e Varì non si toccano. Non li tocca la Lega, figurarsi la Cittadella.