Il leader di Cambiamo ha illustrato i progetti e le idee per la Calabria: cultura, infrastrutture, formazione professionale e credibilità della classe dirigente i temi chiave
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«Non dobbiamo promettere ciò che non possiamo fare ma in Calabria si può fare molto e noi dobbiamo essere ambiziosi e promettere tanto. I prossimi cinque anni di governo regionale rappresentano per questa regione la più grande occasione dal Dopoguerra ad oggi, la possibilità di decollare in modo definitivo. Ci sono le risorse per affermare il suo primato culturale di culla della civiltà Mediterranea ma ci vuole una classe dirigente credibile in grado di metterle a frutto e di essere concreta». A Reggio il leader di Cambiamo, Giovanni Toti, al suo secondo mandato alla guida della regione Liguria, ha iniziato il suo tour elettorale in Calabria. Tappe successive a Soverato e Lamezia.
Occhiuto, persona di esperienza
Nella città dello Stretto Toti è arrivato per sostenere la candidatura di Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, uomo su cui ha puntato il centrodestra in vista delle prossime competizioni elettorali regionali. «Roberto Occhiuto è un uomo capace, amministratore, parlamentare di lungo corso, al quale ci accomuna lo stesso ceppo politico del popolarismo, del liberalismo e del riformismo. Ha tenuto molto a questa candidatura e ha una grande voglia ci cambiare questa regione. È il presidente che con il Recovery Plan avrà anche i mezzi per farlo. Noi daremo il nostro apporto e il nostro contributo affinché possa cogliere al meglio questa opportunità», ha sottolineato Giovanni Toti.
La visione della Calabria
«La Calabria non può perdere la sfida insita in queste elezioni regionali. I prossimi cinque anni di amministrazione regionale saranno decisivi specie per le regioni meno sviluppate, che quindi cresceranno più velocemente, contribuendo in modo fondamentale al progresso di tutto il Paese. Penso a risorse straordinarie sfruttate troppo poco e, dunque con margini di crescita enormi, come la cultura, il turismo, l'enogastronomia da valorizzare attraverso infrastrutture, portualità, strade, ferrovie, tecnologia e investimenti ingenti sulla formazione delle persone e al lavoro, inteso non solo come occupazione ma anche come occupabilità, esigenza sociale ed economica vitale. Il Sud, con il patrimonio di beni non delocalizzabili che possiede, rappresenta un potenziale immenso per le industrie del nord e dunque strategico per tutto il Paese. Eppure la Calabria non ha ancora un porto crocieristico e il più grande porto di transhipment del Mediterraneo, lo scalo di Gioia Tauro, è ancora senza ferrovie, intermodalità e formazione professionale. È ora di azionare questo sviluppo», ha sottolineato il leader di Cambiamo che non ha mancato di porre un accento anche sull'opera straordinariamente bella che sarebbe il Ponte sullo Stretto.
L'iniziativa a Reggio
L'incontro è stato introdotto da Saverio Anghelone, coordinatore provinciale reggino di Cambiamo la Calabria, Cetty Scarcella, vicepresidente nazionale di Cambiamo Giovani, e dal senatore Franco Bevilacqua, coordinatore regionale Cambiamo la Calabria.Tutti hanno posto l'accento sui giovani e sull'importanza del loro coinvolgimento che passa necessariamente attraverso una politica credibile e un'azione concreta sui temi del lavoro e della crescita, uniche chiavi di volta per il riscatto. Presenti tra gli altri Franco Sarica, vice coordinatore regionale Cambiamo la Calabria, e il senatore Gaetano Quagliariello, responsabile Enti Locali di Cambiamo che ha sottolineato come il progetto del movimento si attagli alla Calabria «da sempre una regione moderata, che sa apprezzare le proprie radici senza però chiudersi alla modernità».
L'identità
«Il nostro è un movimento politico inclusivo e basato sul merito. Siamo per le famiglie allargate e questo presuppone la vocazione al matrimonio e all'impegno che esso comporta. Non siamo qui per garantire poltrone ma per assicurare ai cittadini un buon governo. Auspichiamo di allargarci ancora, riunendo energie politiche e civiche, e di trovare anche qui altri amici, nel rispetto del lavoro che è stato fatto», ha concluso il leader di Cambiamo, Giovanni Toti.