Per l’intervista sceglie il parco Peppino Impastato di Lamezia Terme, Amalia Bruni, che all’avversario del Polo civico, Luigi de Magistris, non le manda a dire. «Il suo populismo non aiuterà la Calabria e invece aiuta il centrodestra – risponde la candidata dell’asse pd-5Stelle – penso che se lui avesse dichiarato dall’inizio che voleva un posto di lavoro, glielo trovavamo». Battute al vetriolo, come quella che la ricercatrice riserva a Mario Oliverio - «quello che lui agita è un suo problema politico, sta aiutando anche lui il centrodestra a vincere» - in una campagna che divide il centrosinistra senza far dimenticare che l’avversario da temere è il centrodestra.

Il caso dei tirocinanti

«Il problema dei precari è un problema sicuramente importante – risponde sulla proroga di un anno del rapporto che lega i tirocinanti agli enti - che andrà attenzionato dopo aver studiato, e visto tutti i curricula dei tirocinanti, per capire bene quale è stata la ratio dell’inserimento».

Il centro di neurogenetica

Amalia Bruni chiarisce inoltre che «da dipendente dell’Asp di Catanzaro si è messa in aspettativa, ma andrà in pensione dall’1 novembre», e sulla sua creatura – quel Centro di neurogenetica che l’ex commissario Cotticelli aveva depotenziato – dice parole precise: «Mi auguro che per il fatto che io mi sia candidata la struttura non subisca nessuna vendetta politica, e che anzi si riesca a far ritornare la sua funzione di ricerca». La candidata si è definita «regista e mental coach dei componenti della coalizione, che hanno l’obiettivo comune di vincere sapendo mettere da parte le divisioni».

Gli obiettivi di Amalia Bruni

«Appena eletta – conclude - farò una riunione con gli operatori della Cittadella perché sappiamo che ci sono professionalità elevate che vanno valorizzate», mentre sulla sua scelta di incontrare il nostro Network per l’intervista nel parco lametino – de Magistris aveva scelto la piazza del Tribunale di Catanzaro – spiega che «il parco Impastato è un luogo di rigenerazione, oltre ad essere un luogo simbolo della lotta alla mia, è qui che facemmo i primi caffè Alzheimer con i malati e le loro famiglie».