Candidato del centrosinistra al collegio uninominale di Reggio Calabria e della Ionica alla Camera, è l’esponente del PdMimmo Battaglia, già consigliere provinciale e regionale, componente dimissionario del comitato di Gestione dell’autorità di sistema portuale dello Stretto e oggi assessore del Comune di Reggio Calabria con una maxi delega che spazia dalla Pianificazione Territoriale e Urbana Sostenibile, dalla Programmazione Progetti Strategici e dall’Edilizia, Vigilanza e Demanio Marittimo a Mobilità e Trasporti, Porto e Aeroporto, Area Integrata dello Stretto, Smart City e progetti Pinqua.

Battaglia affronta questa nuova sfida elettorale con grande fiducia, sicuro del suo «percorso coerente e credibile» e forte del ricordo del padre, Pietro, il sindaco della Rivolta di Reggio, alla cui memoria è intitolata la sala del Consiglio comunale di palazzo San Giorgio e di cui ricorda «il coraggio nella difesa della città e la dedizione a un’idea di politica intesa come servizio».

Come sta procedendo questa campagna elettorale?
«L’impegno da tempo profuso sul territorio e per il nostro territorio parla per me, in questa campagna elettorale che ormai entra nel vivo e durante la quale sto già registrando riscontri positivi. La comunità non dimentica. Certamente per il Paese non era questo il momento giusto in cui tornare al voto, preoccupati come siamo per la guerra ancora in corso nel cuore dell’Europa, per l’emergenza Covid dalla quale ancora non siamo usciti e per un caro energia, ampiamente annunciato, che sta mettendo in grande difficoltà famiglie e imprese e per fronteggiare il quale le forze politiche che hanno staccato la spina del governo Draghi adesso lo invocano per un intervento straordinario di calmierizzazione».

L’avversario da battere sembra Francesco Cannizzaro: il Pd punta al voto dei delusi del centrodestra?
«Con il massimo rispetto verso tutti i competitor di questa campagna elettorale, forse dovremmo ribaltare la prospettiva in altra ottica: non siamo noi guardare fuori dal nostro elettorato naturale ma forse potranno essere altri a guardare a noi come alternativa maggiormente credibile e rispondente alle esigenze dei territori. Peraltro, noi intercettiamo anche un elettorato moderato, la mia storia personale lo testimonia. Ciò che, comunque, per il Pd conta è continuare a tracciare un percorso politico chiaro e credibile come sta facendo, lavorando su progetti concreti e su assi strategici per lo sviluppo della Calabria. Dunque non escludiamo di intercettare anche la simpatia e il sostegno di quanti, accortisi della validità del nostro percorso, vogliano sostenerlo».

Anche in vista di queste elezioni la gestione della scelta dei candidati del Pd è stata centralizzata. Come si definisce democratico un partito in cui tutto viene deciso a Roma?
«Non sarà certamente questo aspetto ma invece la mancata modifica della legge elettorale rispetto al dimezzamento del numero di parlamentari, che dalle prossime elezioni sarà in vigore, a generare concrete criticità sul fronte della rappresentatività dei Territori. In ogni caso, in questo particolare frangente elettorale, posso affermare con orgoglio che in Calabria la proposta avanzata dalla segreteria regionale è stata accettata in toto dalla segreteria nazionale del partito. Non ci sono, dunque, questa volta candidature che non siano di persone calabresi, tanto nell’uninominale quanto nel plurinominale. Anche la mia è una candidatura espressa dai territori. Altro elemento che tengo a sottolineare è che per la prima volta il Pd arriva ai nastri di partenza delle elezioni con tutti i suoi organi costituiti, dunque senza commissari ma con in segretari indicati nei Congressi: Nicola Irto, segretario regionale, Antonio Morabito, segretario metropolitano, e Valeria Bonforte, segretaria cittadina del Pd. Siamo, da questo punto di vista nel pieno dei poteri di rappresentanza di una Comunità che, dopo questo lavoro di ricostruzione del Pd, potrà votare le candidate e i candidati calabresi più credibili e affidabili».

Se dovesse essere eletto alla Camera quali priorità, su Reggio Calabria e sulla Ionica, si prodigherebbe per inserire nell’agenda nazionale?
«Rispondo serenamente che continuerò il lavoro già avviato a livello territoriale e che pienamente riconosce nell’Area dello Stretto una zona strategica e nella necessità di connessione tra i territori le chiavi di volta essenziali per generare sviluppo e contrastare la marginalità che ancora attanaglia la Calabria. La scommessa, oggi, è quella di mettere a frutto il potenziale che già esiste sul fronte del Turismo anche e soprattutto culturale, delle Infrastrutture e della Mobilità, dagli approdi dello Stretto al Porto di Gioia Tauro. Questi sono gli ingredienti della nostra crescita e sono già esistenti. Dunque le priorità restano il rilancio dell’aeroporto Tito Minniti, il potenziamento del tratto Ionico della Ss 106, il rafforzamento e l’efficientamento della rete ferroviaria, che richiede interventi importanti e propedeutici all’arrivo anche alle nostre latitudini dell’Alta Velocità e dell’Alta Capacità. Una sfida che non potremo fronteggiare con i fondi del Pnrr, per lo stringente sbarramento temporale del 2026, ma per la quale dobbiamo già da adesso prepararci al fine di renderla praticabile in futuro».

Aeroporto e Porti dello Stretto in un’unica visione: ma il confronto nel merito dei progetti di ammodernamento del Tito Minniti?
«Proseguiremo la nostra interlocuzione con Sacal, impegnandoci certamente anche a fare chiarezza, a dialogare nel merito e a confrontarci sui contenuti dei nove progetti di ammodernamento dell’aeroporto reggino, già finanziati e adesso nuovamente al vaglio di Enac. Attendiamo la conferenza dei servizi della Regione per le nuove rotte e la rimozione delle restrizioni da parte di Enac per riclassificare lo scalo e aprire nuovamente alle compagnie low cost. L’aeroporto di Reggio Calabria dovrà servire l’intera area dello Stretto e in questo senso anche l’autorità portuale di Sistema è molto interessata a sviluppare l’intermodalità e connettere le due aree.
Sul fronte della portualità, con Milazzo, Messina e Tremestieri sono chiamati a dialogare Reggio, Villa San Giovanni e adesso anche il porto Saline Joniche, relativamente al quale, parallelamente ai lavori di recupero del porto e del retroporto, è già stato attivato l’iter per l’istituzione di trentadue ettari di aree Zes. Inoltre sul porto di Reggio, le prospettive sono quelle di innestare tappe del crocierismo già attivo su Messina per poi lanciarne uno proprio e di investire sul diportismo anche di lusso. Anche la prospettiva del museo del Mare e della riqualificazione di tutto quartiere Candeloro che concorre a questa visione. C’è, dunque, un enorme potenziale da mettere e a frutto e noi siamo già al lavoro».

Viabilità su rotaie e su strada sulla Ionica: quali prospettive per le reti ferroviarie e per la SS 106?
«Sul fronte della Reggio Ionica c’è la madre di tutte le battaglie, rappresentata dalla Strada statale 106 da ammodernare e mettere in sicurezza. Necessario trovare delle linee di finanziamento per questa progettualità indifferibile, soprattutto nel nostro tratto. Sul fronte della rete ferroviaria, già finanziato l’abbattimento dei passaggi a livello su tutta la linea Ionica, intervento che inciderà in modo significativo sulla fluidità della percorrenza. Finanziata altresì l’elettrificazione della rete e potenziata la tratta con treni nuovi e moderni che entreranno in funzione dal secondo trimestre del 2023 proprio sulla linea Ionica».

Il potenziamento del collegamento tra le due sponde e il Ponte sullo Stretto. Qual è la sua posizione?
«Ponte sullo Stretto sì, non certo perché sia un progetto di matrice del Centrodestra, ma per quanto finora detto, per quella sfida contro la marginalità, che è il momento di vincere una volta per tutte, e perché esso è funzionale al preciso dettato europeo di connettere sistemi attraverso ponti. Parlare di alta velocità e di potenziamento dei collegamenti nell’area dello Stretto e tra il Sud e il Nord del Paese senza collegare la Sicilia al Continente sarebbe, per altro, incoerente. Ma parallelamente, non alternativamente, si sta lavorando per il potenziamento del collegamento navale tra le due sponde con l’incremento delle corse e un miglioramento anche qualitativo delle navi. Realizzare la mega infrastruttura potrà essere utile, con le dovute garanzie, ma intanto lavoriamo affinché le comunità delle città dello Stretto siano concretamente connesse e raggiungibili».

Il sacrosanto diritto di muoversi, ma c’è anche quello di curarsi…
«Una regione ai margini è anche una regione in cui non sia possibile curarsi, in cui sia leso il diritto costituzionale all’assistenza sanitaria. Dunque l’impegno è anche quello di valorizzare presidi come l’ospedale di Locri, la casa salute Siderno e di creare le condizioni affinché i medici restino oppure vengano in Calabria. Dobbiamo privilegiare medici italiani, non quelli cubani, che non credo rappresentino la soluzione. Dobbiamo rendere questo territorio un luogo in cui sia possibile curarsi senza dover emigrare».