Ha destato parecchia curiosità nel mondo politico, specialmente in quello calabrese, la nascita di un nuovo intergruppo in Parlamento tra Forza Italia, Lega e Italia Viva. Una formazione che si è aggregata intorno al progetto del Ponte sullo Stretto e che ha visto aderire tanti esponenti di spicco dei partiti calabresi, compresi anche i senatori Silvia Vono ed Ernesto Magorno che è anche responsabile nazionale degli Enti locali.

Senatore Magorno, perché nasce questo intergruppo con Lega e Fi?
«Il senso è chiaro ed è quello di accendere un riflettore istituzionale su una grande opera a cui è legata una grande e imperdibile opportunità di rilancio per il Mezzogiorno e per il suo tessuto economico. Non sfugge che il punto non sia ponte sì o ponte no, né su un tema così complesso come quello di uno sviluppo omogeneo del Paese sono ammesse divisioni di parte e steccati politici. Il messaggio è opposto: unirsi quando c'è da lavorare per il bene comune. In questo caso, inoltre, si tratta di un'infrastruttura sostenibile e che farebbe compiere un salto in avanti alla Calabria e all'intero Sud, soprattutto in termini di circolazione delle merci”.

In qualche modo servirà a fare da contrappeso a quello formato da Pd e Movimento Cinque Stelle?
«Assolutamente no, anzi auspico la nascita di altri intergruppi ancora più ampi e concentrati sui temi che toccano l'intero percorso di ripartenza e le più cruciali emergenze della Calabria. Penso al commissariamento della sanità, alla campagna vaccinale che nella regione soffre di ritardi e di una grave carenza di disorganizzazione a danno dei cittadini, in special modo quelli più fragili e alla popolazione anziana».

Questa comunione di intenti con Lega e Fi può considerarsi un primo passaggio di un avvicinamento di Italia Viva al centrodestra?
«Siamo tutti impegnati all'interno del Governo Draghi, chiamato a gestire l'emergenza sanitaria e a tracciare un orizzonte chiaro ed efficace verso cui indirizzare l'Italia in una stagione di ripartenza, di ripresa economica, di oculata programmazione del Recovery fund. Questi temi non ammettono divisioni politiche, né steccati tradizionali ma chiamano tutte le forze presenti nel Governo a un grande sforzo di collaborazione e responsabilità per il bene del nostro Paese».

Cambia qualcosa in vista delle elezioni regionali? 
«Le elezioni regionali in Calabria si svolgeranno in autunno, un appuntamento di cruciale importanza. Abbiamo il tempo sufficiente per mettere in campo un progetto non solo competitivo sul piano elettorale ma di reale e profonda portata programmatica. Su questo sta lavorando Italia viva, da tempo impegnata in una campagna di ascolto sul territorio di tutte le articolazioni - sociali, economiche, di categoria - per cogliere e tramutare in soluzione di Governo le tante fragilità e le altrettante potenzialità che la Calabria esprime».

E per il candidato governatore? Avete scelto chi sostenere? La candidatura di Nicola Irto come la valutate?
«Non è un problema di nomi, non posso che apprezzare chi si mette in campo ed Irto è certamente da apprezzare, così come è da considerare positiva  la scelta di porre la sua candidatura a presidente della nostra regione, ma alla Calabria servirebbe un Draghi, una figura di spessore, comprovate capacità e di elevato rigore istituzionale che si ponga alla testa di una coalizione ampia, partecipata e larga. La sfida che il prossimo Governo regionale si troverà ad affrontare è quella di sostenere l’uscita della Calabria dai tempi bui della pandemia, all’interno dei quali siamo ancora immersi, porre le basi di una crescita solida e duratura, un irrobustimento della stagione dei diritti primari (primi fra tutti quello alla salute e al lavoro). Ecco perché da tempo sostengo l’urgenza di una coalizione di unità nazionale, che tenga fuori gli estremismi e le forze radicali, e con laboriosità si metta a servizio della nostra Regione».

State lavorando alla lista?
«Italia viva, fin dalla sua nascita, in Calabria può contare su una vasta gamma di adesioni: giovani amministratori, professionisti, competenze provenienti dalla società civile. Saremo in grado di mettere in campo una lista forte e rappresentativa delle tante ricchezze che offre la nostra regione. Un valore aggiunto».