L’anno appena iniziato ha tutte le caratteristiche per essere considerato di svolta per la politica italiana e calabrese. Intanto per un motivo molto semplice: è pieno zeppo di appuntamenti elettorali che, inevitabilmente, costituiscono il reale termometro del consenso e dei rapporti tra le forze in campo.

 

Le elezioni europee del prossimo maggio saranno un banco di prova fondamentale per i partiti. Intanto per i temi della campagna elettorale e l’idea di Europa che verrà proposta ai cittadini. Argomento che non viene più percepito lontano dalle vite quotidiane dopo le ripercussioni delle politiche monetarie ed economiche in ogni singolo Paese. Non può essere considerato un caso che proprio negli ultimi anni si siano susseguiti referendum in diversi Stati membri con i quali è stata messa in discussione l’esistenza stessa dell’Unione europea. Questa, del resto, sarà la prima consultazione europea dopo la Brexit che sarà completata il prossimo 29 marzo.

 

Le visioni di Europa delle varie forze politiche saranno chiamate al confronto e l’esito finale potrebbe avere effetti importanti sia sulle politiche della prossima legislatura europea, che sul futuro e la composizione degli attuali schieramenti politici.

 

Lo sanno benissimo i Cinque Stelle che, dopo aver registrato una perdita di consenso importante che viene sancita da tutti i principali Istituti di rilevazione, stanno provando a correre ai ripari. Le espulsioni dei parlamentari che hanno votato contro la manovra sono un chiaro segno della nuova linea di ferro dettata da Di Maio, così come è emblematico il ritorno sulla scena di Alessandro Di Battista.

Di Battista, secondo la strategia grillina, dovrebbe servire ad arginare lo strapotere mediatico del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un exploit della Lega alle urne sarebbe infatti un colpo durissimo per il futuro del governo e avrebbe sicuri effetti anche sugli equilibri del centrodestra.

Salvini ne è consapevole e sta intensificando al massimo la sua campagna quotidiana su social e media, puntando fortissimo sulle Regioni del Mezzogiorno dove il consenso del partito è triplicato rispetto alle politiche dello scorso mese di marzo. Il suo progetto è chiaro: ultimare la cannibalizzazione dei superstiti di Forza Italia e riuscire a governare in solitudine o, al massimo, con la stampella del fronte sovranista al quale continua a lavorare alacremente Giorgia Meloni.

 

I partiti tradizionali come Pd e Forza Italia, invece, sperano di sopravvivere alla tempesta. I democrat hanno dalla loro il congresso nazionale che sembra avere rianimato un minimo elettori e iscritti. Forza Italia, invece, sembra allo sbando definitivo. Anche l’ultima idea di Silvio Berlusconi, la cosiddetta operazione “Scoiattolo” che avrebbe dovuto rubare senatori ai Cinque Stelle e provocare un ribaltone, sembra essersi arenata definitivamente. Il partito è ormai stabilmente sotto il 10% in tutti i sondaggi e un tracollo europeo potrebbe provocare il definitivo rompete le righe.

Verso le regionali

Ma il 2019 oltre le europee sarà contrassegnato da elezioni in sei Regioni italiane. Abruzzo e Sardegna andranno a votare a febbraio, Basilicata e Piemonte potrebbero votare il 26 maggio, in concomitanza alle europee, mentre l’Emilia Romagna e la Calabria dovrebbero arrivare alle urne a fine anno. Per la nostra Regione il condizionale è d’obbligo, perché non è detto che si arrivi a fine mandato, considerato l’evolversi dell’inchiesta che ha coinvolto il presidente Mario Oliverio. In tutte le Regioni sta governando il centrosinistra, ma le possibilità di conferme sono ridotte al lumicino. In Calabria, poi, non vi è alcuno al momento che possa azzardare in una conferma di Oliverio. Non ci scommettono neanche i suoi consiglieri che sono sempre più affaccendati a intessere rapporti con il centrodestra. Dopo Vincenzo Pasqua, già da tempo entrato in Forza Italia, in tanti potrebbero raggiungere le sponde opposte. A partire dai tre consiglieri che hanno da poco fondato il gruppo dei Moderati per la Calabria (Giuseppe Neri, Franco Sergio e Antonio Scalzo).

 

Il centrodestra, dunque, dovrebbe vincere facile. Con Mario Occhiuto candidato governatore così come stabilito dal coordinamento regionale di Forza Italia? La risposta, appunto, arriverà dopo le europee. Se la Lega dovesse sbaragliare la concorrenza salterebbero tutti gli accordi su scala territoriale e anche in Calabria ci sarebbe molto di cui discutere, come ampiamente spiegato da Domenico Furgiele.

Anche dentro Forza Italia, del resto, si aspettano le elezioni di maggio per i regolamenti dei conti. Il gruppo dei dissidenti legato ai fratelli Gentile aspetta sornione e si muove dietro le quinte. Gli azzurri non possono fare a meno dei loro voti e i Gentile si faranno sentire al tavolo delle trattative. Le dichiarazioni di fine anno di Sergio Abramo a Catanzaro, ad esempio, sembrano quelle di chi non ha per nulla rinunciato ad un impegno diretto in vista delle prossime regionali.

Comunali in riva allo Stretto

Altro appuntamento elettorale di rilievo per la nostra Regione quello con le urne di Reggio Calabria che dovrebbe arrivare entro l’anno, o nei primi mesi di quello successivo. Il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà, al momento, non ha ancora un avversario. Il centrodestra, orfano di Scopelliti e squassato dalle divisioni interne, dovrebbe sciogliere le riserve in queste settimane. Anche qui da capire il peso che avranno Cinque Stelle e Lega che, fino al momento, alle amministrative non hanno mai lasciato il segno.

Si capisce, dunque, che al termine della girandola delle urne lo scenario attuale potrebbe essere spazzato via e con esso anche i suoi attuali protagonisti.

 

Riccardo Tripepi