Ultimi dettagli prima della chiusura definitiva delle liste e poi via alla campagna elettorale che condurrà all’appuntamento con le urne fissato per il 4 marzo.

 

La prossima consultazione elettorale sembra destinata ad avere un impatto assai pesante su Consiglio regionale e giunta. Per quel che riguarda l’esecutivo, la candidatura blindata del vicepresidente Antonio Viscomi provocherà le sue immediate dimissioni. Per la gioia del governatore Mario Oliverio che ha trovato il modo più elegante per sbarazzarsi del suo mal sopportato vice. Tra i due i rapporti non sono idilliaci da molto tempo e consultazione elettorale è stata un’ottima soluzione trovata al tavolo romano delle trattative.

 

Le dimissioni di Viscomi, che seguono a quelle dell’assessore alle Attività Produttive Carmela Barbalace della scorsa estate e alla recente defenestrazione dell’assessore al Lavoro Federica Roccisano, aprono le porte al rimpasto di giunta, ormai imminente, che Oliverio potrà affrontare con le mani libere dopo aver puntellato la propria corrente dentro il partito, ottenendo la candidatura blindata per Enza Bruno Bossio e la conferma di Bruno Censore all’uninominale di Vibo. Il modo migliore per tornare a “dare le carte” dopo le recenti fibrillazioni che avevano avuto il punto più alto con la mancata nomina del presidente della giunta a Commissario della Sanità. Una crisi che aveva fatto ipotizzare a più di qualcuno che Oliverio fosse ormai fuori dai giochi e costretto a usare il rimpasto per salvare il salvabile, inserendo i suoi (la Bossio soprattutto) dentro la giunta. Così non sarà e adesso l’area di Oliverio, sempre vicina a Martina, torna a respirare e potrà provare a riprogrammare l’agenda politica in vista della parte finale della legislatura e del congresso regionale del partito che, inevitabilmente, seguirà alle elezioni politiche.

 

Per quanto riguarda il Consiglio, invece, per il centrosinistra sarà candidato il solo Tonino Scalzo, a Corigliano per il Senato, che se eletto lascerebbe il posto a Francesco De Nisi.

 

Più articolata la situazione dell’opposizione di centrodestra che rischia di uscire rivoluzionata dopo le elezioni. L’eventuale vittoria di Mimmo Tallini a Catanzaro lascerebbe il posto al nuovo ingresso di Mario Magno in Consiglio. Magno ha già vissuto una parentesi in Aula, durante la sospensione di Nazzareno Salerno. Un’eventuale affermazione di Francesco Cannizzaro a Reggio spalancherebbe le porte di palazzo Campanella a Giuseppe Pedà, primo dei non eletti nella circoscrizione per la Casa delle Libertà.

 

L’elezione di Wanda Ferro, invece, farà entrare in Consiglio Claudio Parente perché il primo dei sostituti Giuseppe Mangialavori andrà al Senato come capolista. Mangialavori, come si ricorderà, era stato surrogato dalla Ferro all’esito della lunga battaglia giudiziaria intrapresa da quest’ultima dopo l’ingiusta esclusione dal Consiglio. Una battaglia finita davanti alla Corte Costituzionale che non ha potuto fare altro che dichiarare l’illegittimità delle legge elettorale regionale nella parte in cui escludeva l’elezione del miglior perdente tra i candidati alla carica di governatore.

 

Un vero e proprio paradosso si potrebbe vivere a Cosenza dove l’elezione di Fausto Orsomarso in Fratelli d’Italia lascerebbe spazio a Giacomo Mancini che nel frattempo è candidato alle politiche con il Pd. Proprio quel Giacomo Mancini che nella passata legislatura era stato assessore al Bilancio della giunta Scopelliti e sulle piroette del quale si è concentrata anche la stampa nazionale. In caso di successo per entrambi, invece, il ripescato per palazzo Campanella sarebbe Piercarlo Chiappetta.

 

Riccardo Tripepi