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Neanche 24 ore dall’ingresso di Carlo Guccione nella mischia cosentina e già i toni della campagna elettorale sono mutati. I comitati a sostegno del consigliere regionale e di Mario Occhiuto hanno cominciato a darsele di santa ragione, facendo capire che l’atmosfera alla camomilla che ha caratterizzato la gestione “Presta” può considerarsi parte del passato.
I toni del Comitato per Guccione che si dicono certi che “non ci sarà partita” con il sindaco uscente confermano la piena convinzione con cu l’ex assessore al Lavoro ha sposato la causa, nonostante l’assenza pesante di Ncd dalla coalizione.
E se è vero che il piano di Marco Minniti pare essersi realizzato a metà, tutti sono convinti che sarà sufficiente a garantire la vittoria del centrosinistra, quantomeno al secondo turno.
Il Nuovo Centrodestra ha risposto picche al commissario ombra del Pd, rimanendo al fianco di Enzo Paolini, nonostante le diversità di vedute non siano mancate anche all’interno delle truppe alfaniane. Alle aperture dimostrate da Tonino Gentile a Reggio Calabria, in occasione della riapertura del Museo Archeologico alla quale ha preso parte anche il premier Matteo Renzi, hanno fatto il paio le perplessità del fratello Pino e della di lui figlia Katya, impegnata a farsi fotografare accanto a Paolini proprio mentre erano in corso febbrili trattative.
Dal quartier generale degli alfaniani fanno sapere: non c’è nessun problema sul nome di Guccione, ma la soluzione è arrivata troppo tardi. “Per una questione di lealtà” hanno ribadito i vari Gentile, Bilardi, Leone si rimane in campo al fianco di Paolini. “Non può essere un problema nostro – ha spiegato il senatore Giovanni Bilardi – se il Pd è arrivato in ritardo a questa soluzione o se Guccione e Paolini non sono riusciti a fare sintesi”.
L’accordo, dunque, viene rinviato al ballottaggio, che pare soluzione inevitabile per Cosenza con i tre candidati in campo. In questo caso, e sempre che il ballottaggio dovesse essere tra Occhiuto e Guccione, Ncd non ha dubbi. “E’ chiaro che per un eventuale ballottaggio di questo tipo – spiega ancora Bilardi – Guccione avrebbe il nostro appoggio. Pensiamo comunque che anche il Pd non negherebbe il sostegno a Paolini in caso di ballottaggio tra quest’ultimo e Mario Occhiuto”.
Sarà al secondo, turno, dunque che si faranno gli accordi veri. E magari in quella sede, dopo essersi contati, sarà più facile sedersi al tavolo delle trattative e negoziare sul tavolo comunale e anche su quello regionale che, poi, è quello che interessa di più ai fratelli Gentile.
Di certo Guccione non è propriamente un tipo che si lancia in avventure a perdere dovrà aver fatto i suoi calcoli. Tanto da aver fatto venire meno le condizioni che aveva posto per la sua discesa in campo e cioè l’alleanza con Ncd. I “ragionieri” da urna, infatti, iniziano a far passare il messaggio che con le liste a sostegno di Guccione e quelle a sostegno di Paolini si erode la maggior parte possibile di consenso ad Occhiuto.
Soddisfatto anche Mario Oliverio che dopo aver “snobbato” la campagna elettorale per lungo tempo, non è mancato alla cerimonia di investitura del su ex fedele alleato. In fin dei conti piazzare Guccione al Comune di Cosenza potrebbe essere doppiamente favorevole per il governatore: intanto il candidato non è più smaccatamente renziano e, in secondo luogo, potrebbe andare via dal Consiglio regionale quello che si era trasformato in uno dei principali oppositori, dopo la defenestrazione dalla giunta.
Mentre il Pd fa i conti con tutti gli errori fatti in fase di impostazione e spera (soprattutto Magorno) che la pezza messa da Minniti possa essere sufficiente, Ncd continua ad esercitare la sua golden share che potrebbe anche servire per provare l’ingresso nel governo regionale, una volta che ci si siederà al tavolo delle trattative per il secondo turno.
Soddisfatta anche la componente verdiniana di Ala, come rimarcato sulla stampa nazionale anche da Denis Verdini. Con un occhio rivolto a Cosenza dove il suo Giacomo Mancini è big integratissimo nella coalizione di centrosinistra e l’altro a Napoli, dove Ala appoggerà Valente, l’ex luogotenente di Berlusconi capisce di essere ormai parte integrante del nascituro Partito della Nazione. Questi accordi elettorali, infatti, non fanno altro che rendere ancora più saldo l’asse con il Pd, specie dopo la riunione a Montecitorio di venerdì scorso che ha di fatto inserito Ala nei meccanismi interni alla maggioranza di centrosinistra. Il drappello degli uomini di Verdini, infatti, da ora in avanti verrà consultato preventivamente prima dell’arrivo di ogni provvedimento di legge in Aula. Una dinamica che comincia ad interessare molti ex big del centrodestra in cerca di ricollocazione che avranno in Pino Galati e Giacomo Mancini i loro punti di riferimento. E che pare già aver coinvolto anche la famiglia Morrone che i contatti con Ala li ha coltivati fin dalla rottura con Forza Italia.
Riccardo Tripepi