Nella città dello Stretto scontro senza quartiere tra la Lega di Matteo Salvini e il gruppo di Francesco Cannizzaro sul nome di Minicuci. A Crotone Iacucci minaccia il Pd di non concedere il simbolo in caso di accordo con Sculco
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Tensioni alle stelle negli schieramenti politici in vista delle prossime elezioni comunali. A Reggio Calabria non si sblocca ancora la situazione di stallo in cui è finito il centrodestra. Il tavolo delle trattative si è spostato definitivamente a Roma diventata teatro di incontri e faccia a faccia tra i big dello schieramento. La Lega insiste sul nome di Antonino Minicuci, che negli scorsi giorni si è fatto vedere in città provocando più di qualche mal di pancia interno, e Matteo Salvini non pare avere intenzione di arretrare davanti ad obiezioni per lui non fondanti. La sua non provenienza dal territorio reggino non sarebbe per il Capitano un motivo sufficiente, ad esempio.
Il deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro, però, non vuole sentire ragioni e con il suo gruppo prosegue il pressing per ottenere almeno il cambio del nome dopo aver perso la possibilità di indicare il sindaco come partito. Le colombe dei vari schieramenti sono alla ricerca di soluzioni per evitare una spaccatura della coalizione magari individuando un candidato di superamento che però non pare corrispondere a nessuno dei profili fin qui esaminati. Un passo indietro aspetta sempre Angela Marcianò, ex assessore della prima giunta Falcomatà che poi ha clamorosamente rotto con il sindaco uscente, ma se dovesse arrivare un candidato di superamento sarebbe un nome nuovo e di alto profilo in grado di mettere tutti d’accordo. Un profilo in tal senso, sarebbe al vaglio dei partiti, ma l’idea è quella di concedersi almeno 24 di riflessioni prima di arrivare alla stretta finale.
Di certo il centrodestra non sta facendo una bella figura e rischia di perdere la corsa contro Falcomatà a causa degli smisurati appetiti personali che stanno dominando lo scontro tra i partiti. La scelta nulla ha a che vedere con progetti e programmi ma soltanto con equilibri interni e, evidentemente, con indicibili logiche territoriali davanti alle quali neanche i leader nazionali sono costretti a vacillare. Certo uscire a pezzi per tenere il punto sarebbe paradossale, ma a queste latitudini tutto è possibile. Compreso uno scenario in cui la Città Metropolitana possa essere il primo laboratorio in cui il fronte sovranista di Fdi e Lega, di Matteo Salvini e Giorgia Meloni sfida direttamente la morente Forza Italia.
La situazione a Crotone
Situazione molto intricata anche a Crotone ma sul fronte del centrosinistra. Il nome indicato dal Pd locale Danilo Arcuri e condiviso dai dirigenti democrat con il gruppo che fa capo a Flora Sculco e padre non ha il placet del commissario cittadino Franco Iacucci che ha minacciato di non concedere l’uso del simbolo se il partito locale non dovesse attenersi agli ordini di scuderia. Per dirimere la controversia sarà necessario l’intervento del commissario regionale Stefano Graziano, ma non è detto che ciò basti per evitare una nuova lacerazione in casa democrat.