La campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative sta entrando nel vivo. Tra i comuni chiamati a eleggere il nuovo sindaco e i rappresentanti della massima assise comunale c'è anche Acri, nel Cosentino.

Durante la puntata di Prima della Notizia andata in onda ieri, abbiamo dato spazio - in collegamento diretto con Salvatore Bruno dalla città ai piedi della Sila - all’opinione della gente sui problemi principali da risolvere, alla voce dei candidati e all’opinione degli stakeholder.

Natale Zanfini, Angelo Cofone e Pino Capalbo sono i candidati alla poltrona di palazzo Gencarelli, e nel corso dell'appuntamento condotto da Pietro Comito, abbiamo proposto le interviste realizzate proprio ai tre aspiranti sindaci che, in una sorta di confronto (seppur virtuale) hanno risposto a quattro domande.

Le motivazioni che li hanno spinti a scendere in campo, le priorità per Acri, il patto di legalità e un eventuale messaggio rivolto agli avversari. Sono questi i quesiti proposti a Capalbo, Cofone e Zanfini e, come in ogni campagna elettorale che si rispetti, non sono mancate alcune risposte scontate, ma anche quelle abbastanza pepate. 

Perchè scendere in campo?

«La principale motivazione è basata sul lavoro che abbiamo fatto - ci ha detto il sindaco uscente e ricandidato Pino Capalbo - abbiamo preso (nel 2017 ndr) un comune in dissesto e l'abbiamo risanato ma siamo riusciti ad approvare il bilancio di previsione con un avanzo di amministrazione». Angelo Giovanni Cofone si propone invece come «un'alternativa per i cittadini di Acri». Cofone parla anche della coalizioni avversarie, considerando quella a sostegno di Capalbo, come coalizione che secondo quanto afferma dovrebbe «essere di centrosinistra ma in realtà non lo è perché nelle liste ci sono molti candidati di centrodestra». Il candidato di M5S e Sinistra Italiana non risparmia neppure la coalizione Zanfini: «Si definisce civica ma in realtà è un'insalata mista». Rispondendo al perché della sua discesa in campo, Zanfini punta inizialmente invece sull'ironia: «Potrei dire "chi me l'ha fatto fare" ma in realtà l'ho fatto perchè amo questo paese, vivo in questo paese e lavoro in questo paese. Ma soprattutto vorrei che in questo paese rimanessero i miei figli e non siano costretti ad andare via».

Le priorità per Acri

Sanità, viabilità e giovani. Sono tre temi al centro della campagna elettorale di Acri e i candidati a sindaco hanno dato una loro personale lettura, rispondendo nel merito a eventuali priorità nei loro programmi di governo della città. «Per quanto riguarda la sanità bisogna dire la verità - afferma Capalbo - non bisogna dire cose irrealizzabili. Ad Acri l'ospedale generale non potrà mai essere realizzato e chi mette nel programma una cosa del genere sa bene che è un impegno che non potrà mai essere portato a termine». Cofone punta invece sui giovani: «C'è il problema dello spopolamento e il nostro obiettivo è riportare Acri ai vecchi fasti, sia dal punto di vista commerciale che culturale e sportivo». E sulla sanità: «Da diversi anni ci troviamo di fronte a un ridimensionamento del nostro ospedale». Questa problematica «è sulle priorità dei nostri punti programmatici - afferma Cofone - ma siamo anche pratici e sappiamo che più che di un rilancio dobbiamo preservare i servizi che abbiamo e potenziarli». Alle problematiche legate alla sanità, viabilità e giovani Natale Zanfini, che di mestiere fa il medico, ne aggiunge altre: «Abbiamo ulteriori problematiche legate a esempio alla rete idrica ma anche alle attività produttive, Acri è un'emergenza costante. Se dovessi scegliere io darò priorità assoluta alla sanità, perché senza un'adeguata sanità si muore».

Il patto di legalità

Tra gli argomenti che stanno infiammando la campagna elettorale acrese c'è sicuramente al primo posto l'ormai famigerato "Patto di legalità", un documento proposto nelle settimane scorse da alcuni consiglieri di minoranza, teso a garantire una campagna elettorale «senza condizionamenti ed influenza alcuna, evitando – si legge nel testo del documento – che i candidati sindaco, le rispettive liste ed i singoli candidati possano beneficiare di favoritismi elettorali per l’appartenenza all’una o alle altre coalizioni». Il Patto è stato condiviso e firmato da Zanfini e Cofone, non da Capalbo: «Sottoscrivere un patto elaborato da altri è solo strumentale - afferma il sindaco uscente -. Io ho la mia storia personale - continua - e non accetto lezioni di moralità da chi si fa dettare la linea politica da altri». 

In merito al Patto di legalità Cofone parla di «liste che presentano candidati che o direttamente o tramite stretti congiunti sono scesi in campo laddove si sono avuti dei favori attraverso affidamenti e incarichi fiduciari. Non è una pratica elettorale corretta e trasparente nei confronti degli altri competitor». Sul tema legalità Zanfini è chiaro: «Bisogna dare sicurezza ai cittadini - afferma - dobbiamo muoverci nel campo dell'etica e della morale. È un patto a tutela dei sindaci, dei candidati al Consiglio comunale ma soprattutto dei cittadini». 

Il messaggio agli avversari

Il confronto virtuale si è chiuso con un messaggio che ogni candidato a sindaco a rivolto agli altri due avversari politici: «Gli auguro un grosso in bocca al lupo - dice Cofone - spero che sia una campagna elettorale che rappresenti una battaglia civica, politica ma allo stesso tempo civile, senza scendere in personalismi». Natale Zanfini invita invece gli altri due a fare «l'interesse di Acri. Ognuno in modo diverso e con i rispettivi programmi ma dimostriamo di amare Acri». Il messaggio di Capalbo ha invece il sapore di un guanto di sfida rivolto a Zanfini e Cofone, che nei giorni scorsi hanno negato il confronto pubblico in presenza al sindaco uscente, reo di non aver firmato il Patto di legalità: «Un candidato che non accetta un confronto - sostiene Capalbo - ha già perso in partenza, perchè non ha la forza delle proprie argomentazioni. Per questo motivo sono convinto che noi vinceremo il 12 giugno al primo turno».

Rivedi su LaC Play la puntata completa di Prima della Notizia del 24 maggio.