Dopo 5 anni alla guida del Comune di Acri, Pino Capalbo ci riprova e cerca il bis. Alle prossime elezioni amministrative, in programma il 12 giugno, sarà infatti in campo per tentare di riconfermare la poltrona di Palazzo Gencarelli. A sfidarlo ci saranno Natale Zanfini (candidato di liste civiche e di centrodestra) e Angelo Cofone (M5S e Sinistra Italiana).

L’attuale sindaco della città ai piedi della Sila, intervistato dal nostro network, si mostra scaramantico: «Non mi sento in vantaggio – ha affermato -. Non ho questa presunzione. Siamo però certamente forti per via dei risultati raggiunti. Zanfini pensa di essere in vantaggio, ha questa consapevolezza, bontà sua. Io penso invece che i cittadini quando andranno a votare decideranno di farlo per chi ha comunque gestito una pandemia, ha realizzato tante opere ed ha intercettato tanti fondi. Io sono forte dei risultati che abbiamo raggiunto, i fatti sono oggettivi».

Capalbo ha lanciato anche qualche frecciatina a Zanfini e a quei consiglieri di opposizione che avevano proposto di sottoscrivere un accordo al momento della composizione delle liste per evitare candidature clientelari, il cosiddetto “Patto di legalità”: «Un solo patto di legalità può esistere ed è quello con i cittadini. Non colgo sfide sui miei valori, sul mio modo di essere nella vita. Lascio agli altri, che forse hanno bisogno di precisarlo, quello che io ne ho fatto una ragione di vita e per cui sono stato educato fin da bambino».

«Se fosse stato un candidato autorevole – parlando di Zanfini – non avrebbe sottoscritto un patto di legalità elaborato da altri ma avrebbe chiesto ai candidati a sindaco di elaborare un patto di legalità, che comunque reputo superfluo».

Ed ancora: «Non riconosco a nessun avversario politico l’autorevolezza morale per poter stabilire se persone siano candidabili o meno. Nelle mie liste – continua Capalbo – ci sono persone che hanno deciso di scegliere un progetto perché lo ritengono positivo e che ha portato i suoi frutti. E i prossimi 5 anni dovranno essere di crescita della città, soprattutto per il fatto che noi abbiamo ricostruito soprattutto dal punto di vista contabile e abbiamo realizzato tante opere pubbliche che adesso dovranno andare a regime.

Il primo cittadino lancia ancora un messaggio a Zanfini e Cofone: «Ad oggi non ho sentito alcuna parola dei miei avversari su quello che loro vorrebbero che la città di Acri diventasse». 

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