«Istituiremo con immediatezza, in questa fase di grave crisi  economica e di accelerate trasformazione del mercato, un assessorato al Lavoro e alle Politiche Attive. In città non si avrà una stagione di vero cambiamento se non si parte dal mantenimento dei livelli occupazionali e dalla promozione di  nuova occupazione. Il lavoro è un valore fondante della società che deve vederci impegnati a garantirne il diritto all’accesso, perché dove non c’è lavoro la democrazia è più fragile». Così in una nota il candidato a sindaco della città di Catanzaro, Valerio Donato, che annuncia come «la stesura di un piano per il lavoro, da farsi con tutti gli attori dello sviluppo, cade in un contesto di crisi, ma anche di  preziose opportunità (tra cui il Next Generation Ue) che sarebbe un delitto non cogliere efficacemente».

E poi aggiunge: «Tra i compiti del nuovo assessorato, prevediamo un tavolo permanente, per definire - con la partecipazione delle forze sociali, imprenditoriali e associative - progetti mirati, anche in sinergia con la Regione e il Governo. Apriremo uno sportello per il diritto al lavoro che metta a sistema i diversi  servizi pubblici. Un punto di riferimento, in grado di erogare informazioni e orientare il cittadino volto a fornire agli utenti informazioni sulle occasioni dell’autoimpiego e del microcredito e a stipulare protocolli d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri (microcredito), con Invitalia (autoimpiego) e con Anpal per le politiche attive, oltre che con le altre istituzioni a ciò deputate. Dovrà - sottolinea ancora Donato - facilitare la creazione di percorsi formativi e analizzare il mercato  occupazione-opportunità, mediante il contributo del Centro per l’impiego, delle imprese, della Camera di Commercio, delle agenzie accreditate e delle organizzazioni sindacali,  favorendo interscambio di esperienze e conoscenze».

Attenzione si intende riservare, annuncia il candidato sindaco: «Alle difficoltà delle aziende del territorio e alla sicurezza, una ferita sociale lacerante da contrastare con rigore, combattendo, al contempo, il lavoro irregolare e lo scandalo del precariato a vita. Dobbiamo promuovere percorsi formativi in coerenza con le esigenze del mondo produttivo, al fine di rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro. Anche la marginalità sociale si vince favorendo, specie nelle aree periferiche, l’occupazione dei giovani attraverso l’acquisizione di nuove competenze».

Circa le azioni e gli strumenti finanziati dai Programmi comunitari, nazionali e regionali, Donato assicura «di avere le idee chiare. Mi riferisco - spiega - ai percorsi di tirocini di inserimento e reinserimento in aziende o presso studi professionali a favore di catanzaresi inoccupati e disoccupati, attraverso il Centro per l’impiego ed il contributo di Anpal Servizi0, ente in house del MLPS. Alla formazione professionale e, in particolare, quella superiore per la digitalizzazione e l’innovazione. Agli incentivi e credito d’imposta a favore di imprese e studi professionali, per l’attivazione di contratti di apprendistato di I°, II° e III° e agli incentivi economici per progetti di microimpresa o auto imprenditorialità, tramite l’assistenza   da garantire prima, durante e dopo l’attivazione del progetto imprenditoriale».

Conclude il prof Donato: «I giovani non vogliono solo incentivi, ma chiedono di essere accompagnati in queste loro esperienze. Sono  indispensabili la formazione continua, per la riqualificazione dei lavoratori e delle imprese e la formazione permanente, e gli incentivi e il credito d’imposta per l’assunzione, in particolare, di  donne e giovani. Occorrerà prevedere convenzioni con centri di formazione professionali accreditati, con l’ITS, con l’Università, con le Agenzie per il lavoro, con aziende, con le parti sociali e con la Regione. E’ necessario prevedere per i disoccupati di lunga durata, i lavoratori in mobilità e i percettori di reddito di cittadinanza, adeguati percorsi formativi.

Oltre ai progetti di pubblica utilità di carattere straordinario che consentano l’utilizzazione o l’eventuale inserimento in imprese private, per svolgere - per conto del Comune o di altra pubblica  amministrazione - lavori di  pubblica utilità. Anche al fine di conseguire nuove competenze, finalizzate ad un miglioramento della loro posizione che sia  spendibile sul mercato locale del lavoro. Basti pensare all’ultima modifica sulla legge del ‘reddito di cittadinanza’ che obbliga i Comuni ad utilizzare in attività socialmente utili e di pubblica utilità almeno il 10 per cento dei percettori».