Non ci sono “sirene” che tengano per il penalista. Tuttavia non nasconde il dispiacere perché non è stato garantito a tutti i candidati di area di misurarsi con il gradimento di militanti e tesserati. I vertici del Nazareno hanno fatto sapere che le primarie non sarebbero state accettate dall'M5s
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Consueti garbo e signorilità, ma anche un pizzico di amarezza per come si sia conclusa l’importante vicenda di cui è stato uno dei protagonisti che traspare comunque senza isterismi o atteggiamenti esasperati. Ecco cosa si ricava dal tenore delle risposte di Aldo Casalinuovo, che parla a LaC mentre viaggia su un treno di ritorno a Catanzaro da Roma. Ha ormai preso definitivamente atto che non sarà il candidato a sindaco del Pd, e quindi meno ancora del centrosinistra unito, ma da questo “alveo” non si discosta. «Perché sono, e resto, un uomo di centrosinistra», puntualizza con orgoglio. Senza poi lesinare una frecciatina a chi ha imboccato strade diverse: «Altre operazioni, a cui pure assisto dall’esterno, mi inquietano per l’alto livello di commistione. Non dimenticando che in gruppi molto grandi ed eterogenei, o disomogenei che dir si voglia, gli equilibri diventano parecchio precari e difficili da mantenere».
Non ci sono “sirene” che tengano, dunque, per lui. A cui però rimane il dispiacere per quello che definisce «un errore di metodo e di impostazione del Pd locale nella fase iniziale, quando bisognava garantire a tutti i candidati di area di misurarsi con il gradimento di militanti e tesserati invece di procedere in maniera differente».
A Casalinuovo non è insomma andata giù non tanto la scelta di Nicola Fiorita, quanto il modo in cui è maturata, soprattutto nel lavoro svolto qualche mese fa. E a riguardo spiega: «Premesso che ormai io guardo avanti e sono concentrato con il mio progetto alle elezioni di maggio o giugno, non certo a quanto avvenuto a novembre o dicembre scorso, è singolare cosa sia successo a fine anno. Ricordo, ad esempio, come chi si sia al tempo speso per Fiorita senza ulteriori discussioni o passaggi di sorta, abbia adesso aderito al programma di amministrazione della città di Valerio Donato. E, pur se ancora non ci si è soffermati, resta un dato su cui si dovrà riflettere. Al di là di ciò, seppur sia sotto gli occhi di tutti, anche questa è acqua passata. Io, oggi come allora, avevo un’idea molto diversa su cosa fare: le primarie. E l’ho ripetuto pure di recente in una riunione romana a Francesco Boccia (responsabile nazionale Dem di Enti locali ed Autonomie territoriali, ndr), Nicola Irto (segretario regionale, ndr) e Domenico Giampà (coordinatore provinciale, ndr), i quali però mi hanno risposto come i vertici del Movimento Cinque Stelle non gradiscano questo meccanismo di selezione che avrebbero dunque respinto anche per Catanzaro. Discorso chiuso, di conseguenza».
Ma, come spesso rimarcato dal diretto interessato, inutile ormai ragionare sul passato, se non per fissare determinati concetti e cristallizzare alcuni avvenimenti che hanno tracciato un determinato percorso. Meglio allora parlare del futuro. E quello di Casalinuovo quale sarà? Lo dice, o più esattamente lo prospetta soltanto in parte, sempre il penalista che deve ancora riflettere insieme ai suoi su come rimodulare, riadattandoli alle nuove circostanze, i propositi di partenza: «A breve scioglierò anch’io le mie riserve, magari nel weekend. Devo infatti doverosamente confrontarmi con quanti hanno offerto il loro prezioso contributo per elaborare il nostro progetto politico. Un lavoro che non vogliamo assolutamente disperdere. Di certo, pur non essendo un iscritto del Pd, mi richiamo, lo ribadisco con chiarezza, alle posizioni di centrosinistra non essendo disponibile a cambi di casacca a prescindere se sarò in campo in prima persona, e vedremo pure a quale titolo, o meno».