Guerra social, ma non solo, a Catanzaro in vista della prossima campagna elettorale per le Regionali con la sgradevole sensazione che soggetti, e soprattutto interessi, esterni alla politica stiano entrando in campo allo scopo di condizionare in qualche modo il quadro delle candidature. E non unicamente quello. Uno scenario che si va sempre più delineando in tutta la sua crudezza.

A riguardo l’ultimo episodio, che parrebbe aver suscitato l’ennesimo “terremoto mediatico”, è di ieri. E alimenta una faida interna a Forza Italia, anche se in apparenza chi ha dato il La alla polemica dovrebbe appunto essere esterno alla politica. Si tratta del conduttore televisivo Lino Polimeni che ha citato il candidato Claudio Parente, spesso bersaglio dei suoi strali, e il “collega” Antonello Talerico. Già, proprio il presidente dell’Ordine degli avvocati del capoluogo tirato in ballo per essersi schierato con Fi in un contesto giudicato molto negativamente da Polimeni.

Sarà perché il partito è guidato a livello provinciale da Mimmo Tallini a cui il presentatore in passato, e anche oggi per la verità, non le ha certo mandate a dire? Bene, sul punto la chiave di lettura è duplice. A giudizio di molti si tratta di una solita coraggiosa iniziativa polimeniana contro un potente dirigente quale Tallini - peraltro coinvolto nell’autunno scorso in un’inchiesta avviata dalla Dda catanzarese per cui dovrà difendersi nel processo - ma non manca chi insinui come possa esserci il condizionamento di un aiuto paterno. Un soccorso concretizzatosi con un reiterato e virulento attacco portato nei confronti di quanti hanno finora sbarrato la strada al figlio Marco (desideroso di proporsi alla carica di sindaco nella fase post-Abramo) e in particolare messo fuorigioco il consigliere regionale Baldo Esposito, che dello stesso Marco è il nume tutelare offrendogli oltretutto un posto in struttura. Già, Esposito, leader di un movimento civico quale Catanzaro da Vivere che al momento ha seri problemi di collocazione. Comunque sia, finora siamo per lo più nell’ambito delle congetture e delle illazioni. Ma si vocifera di avvenimenti futuri molto spiacevoli che in una guerra, anche se in senso figurato, costituiscono del resto la normalità.

Di sicuro, per ora, ci sono soltanto due fatti. Il primo che questa campagna elettorale farà emergere dei livelli di scontro mai toccati fino ad adesso e il secondo che in Fi c’è appunto una faida. Tant’è vero che appare francamente debole l’attacco a Talerico per essersi qualche anno fa candidato alle Comunali del capoluogo nelle file di Cambiavento, ma inserito in un contesto assai più grave in cui - secondo il consueto stile - si parla di «lordoni e malfattori».

Un miscuglio che può confondere e non sarebbe andato giù al diretto interessato. E qui torna il solito sospetto alimentato dal fatto che le persone citate, al di là della diversa storia di ognuno, abbiano contribuito a chiudere le porte nella lista del partito azzurro del Cav proprio a mister diecimila preferenza Esposito. Ma torniamo sul terreno delle supposizioni e delle speculazioni mentre, in termini generali non riferiti al caso di specie sia chiaro, resta forte la sgradevole sensazione - lo ribadiamo - del ricorso nella battaglia politica a qualsiasi mezzo per consumare intimidazioni, ricatti, ripicche, rancori, invidie, gelosie e chi più ne ha ne metta. Come ad esempio l’uso di certi mezzi per questioni private: ad esempio esercitare pressioni per riscuotere crediti vantati e così via, anche spendendo nomi importanti.