VIDEO | A dettare l’agenda politica del Paese è ancora la pandemia. Ma la Lega vorrebbe giocare fino in fondo la partita del referendum sulla Giustizia e rimandare a metà ottobre la tornata elettorale (ASCOLTA L'AUDIO)
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di Claudio Labate
Voto anticipato o voto ad ottobre? È questo il tema del dibattito politico nazionale che si sta dipanando in queste ultime ore. E la possibilità di anticipare il turno delle elezioni amministrative – che coinvolgono più di mille comuni e la Regione Calabria – da proposta è diventata in un battibaleno un’ipotesi concreta. Che naturalmente divide i partiti e gli schieramenti.
Era stato il responsabile degli Enti locali del Partito democratico. Francesco Boccia, ad anticipare qualche giorno fa che al Nazareno era in corso un dibattito interno, soprattutto con gli amministratori locali, sul da farsi, e cioè se spingere per una finestra utile da ritrovarsi nel mese di settembre o confermare l’orientamento del Ministero dell’Interno che, prima, aveva individuato nella forbice compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre la data utile per il voto, per poi convergere sul 10 ottobre.
La recrudescenza del virus
A dettare l’agenda politico elettorale del Paese è sempre la Pandemia. La recrudescenza del virus, coi numeri dei contagi che sono tornati ad alzarsi, non fa dormire sonni tranquilli al Comitato tecnico scientifico, che prevede proprio per ottobre un significativo aumento dei contagi.
La parentesi estiva, che si trasforma gioco forza in una sorta di “liberi tutti”, rappresenta il vero spartiacque, per gli appuntamenti elettorali già in agenda e su cui la parola definitiva spetterà al ministro Luciana Lamorgese che recepirà le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico.
Non va dimenticato, inoltre, che la competenza per le elezioni comunali rimane in capo al Ministero. Cosa diversa è per le Regionali che sono indette dal Presidente della Regione – nel caso calabrese dal facente funzioni Nino Spirlì – d’intesa con il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro.
Partiti divisi
La geografia dei favorevoli e dei contrari si riduce ad una disputa tra gli schieramenti tradizionali. Da una parte il centrosinistra con a capo il Partito democratico, e dall’altra la Lega, con a supporto gli azzurri di Forza Italia. D’altra parte il leader del Carroccio, intercettato al termine dell'incontro con il premier Mario Draghi, sull'ipotesi di tenere a settembre le amministrative, si è già espresso per lasciare le cose come ipotizzate a marzo scorso: «Si vota il 10 ottobre, fare le elezioni a settembre significa raccogliere le firme ad agosto, dai non scherziamo».
Motivazione debole, se vogliamo, visti i precedenti dello scorso anno, quando le comunali di Reggio Calabria inizialmente fissate per l’autunno furono anticipate al 20 e 21 settembre, con lo svolgimento della campagna elettorale per la conquista di Palazzo San Giorgio, giocata proprio sotto il sole agostano. La discriminante rimane il secondo turno, con la previsione degli eventuali ballottaggi che cadrebbero proprio ad ottobre inoltrato. In realtà, Salvini vorrebbe giocarsi fino in fondo la partita del referendum sulla giustizia e l’orizzonte ideale per lui sarebbe proprio ottobre.
Tuttavia non ci sarà molto da aspettare, perché se l’ipotesi di anticipare a settembre si concretizzasse, il ministro Lamorgese dovrebbe licenziare il decreto entro la prossima settimana essendo sessanta i giorni a sua disposizione prima del voto.
Resta da capire se il presidente facente funzioni Nino Spirlì vorrà assumersi la responsabilità di confermare con proprio decreto la data del 10 ottobre per le regionali calabresi. Nel corso di quest’anno, d’altra parte, non esitò a rinviare, per ben due volte, le date che erano state precedentemente individuate.
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