Un voto contro il colonialismo e la presentazione della Calabria come una regione canaglia. È quello che chiede Mario Oliverio ai calabresi nella sua prima uscita ufficiale dopo la presentazione delle candidature alla presidenza della Regione Calabria. E a chi dice che ha contribuito con la sua candidatura a spaccare il fronte dell'opposizione, l’ex presidente risponde senza mezzi termini: «Il fronte dell’opposizione l’ha spaccato chi ha gestito in modo cinico e ottuso, questa, come la prima fase. Il primo tempo è stato quello consumato con Callipo, lo ricordate tutti quanti, si presentava Callipo come l’Olivetti del mezzogiorno, l'innovatore, quello che era destinato ad aprire una nuova stagione per la Calabria ed il Sud. Dopo quattro mesi e dopo una sconfitta sonora costata 25 punti di differenza dalla presidente Santelli, c'è stata la fuga e nessuno ha aperto una riflessione, una considerazione. Oggi siamo al secondo tempo. Le responsabilità sono di coloro che hanno gestito con ottusità questa fase, non di Oliverio che fino all'ultimo si è prodigato per ricomporre e ha trovato chiusura. Ma sapete perché? Perché l'unico assillo è stato quello di salvaguardare e tutelare la rielezione di tre persone. Ma vi pare possibile che un grande partito può ragionare in questi termini? Ecco perché siamo in campo, per contrastare questa deriva e creare le condizioni per un rilancio della sinistra ancorata ai valori e alla bussola del bene comune e non all’interesse dei singoli».

Oliverio: «Serve un centrosinistra competitivo»

Per Oliverio il centrosinistra in Calabria è vivo e vegeto, ed è quello che vive nei territori, nelle amministrazioni locali. «Nel 2014 mi sono sottoposto alle primarie. In 130mila hanno partecipato, è stata una festa popolare. Il popolo c’è ed il campo è largo, ma deve avere una bussola, una guida e ritrovare il gusto della cosa pubblica attraverso la partecipazione».

Tra il serio e il faceto, l’ex presidente, con una lunga carriera politica alle spalle, afferma che di pensionarsi non ci pensa proprio, anzi: «Oggi non ho nulla da rivendicare, sono qui per offrire un servizio alla mia terra e alla sinistra nella quale sono nato cresciuto e maturato. Sentiamoci orgogliosi di questo impegno. Il nostro è un compito importante. La semina che faremo avrà i primi risultati già il 3 e 4 ottobre, e sarà utile nel futuro al campo del centrosinistra».

Oliverio: «In campo per liberare la Calabria»

A Gizzeria, il politico di San Giovanni in Fiore ringrazia i suoi e tutti coloro che hanno accolto «la proposta e il progetto di liberazione della Calabria», che si muove su un’unica direttrice con tre obiettivi di fondo: «Il nostro primo obiettivo è liberare la Calabria da una logica coloniale. Perché la Calabria è in una morsa, in una gabbia che la sta soffocando con commissariamenti dappertutto. Undici anni di commissariamento alla sanità hanno prodotto un disastro. Io mi sono battuto nel corso della mia esperienza di governo della Regione contro il commissariamento, ma ho trovato un muro di gomma in tutti i governi, da Renzi a Gentiloni, dal Conte primo al Conte secondo. La Calabria sta pagando un prezzo drammatico per questo, e la pandemia è stata come una miccia su una tanica che era già in ebollizione».

Da qui il primo auspicio, che è quindi quello di rimuovere il commissariamento. Per Oliverio è una battaglia che può essere vinta solo se c'è una scossa popolare. Ma poi, per l’ex presidente occorre liberare la Calabria da tutti gli altri commissariamenti che «hanno desertificato la vita e la partecipazione democratica».  Chiede quindi uno sforzo per mettersi in sintonia con i territori, e profonde ottimismo: «faremo un ottimo risultato e sarà solo il punto di partenza perché abbiamo un progetto che va oltre il 3 ottobre».

Oliverio vuole un Mezzogiorno vivo e competitivo, che ha bisogno di stare in campo per rivendicare i suoi diritti e riequilibrare uno squilibrio che sta pagando amaramente in termine di gap in tutti i settori.

Oliverio e la battaglia per i diritti

Ma non basta. Oliverio rilancia il suo terzo obiettivo, che è quello di valorizzare l'energia della Calabria aiutandola ad affermare un suo ruolo alla pari delle altre regioni: «Sono tante le energie che devono essere aiutate ad affermarsi. La nostra lista è una lista espressione dei territori, di competenze, di esperienze diverse. Una lista qualificata. E anche coloro i quali vengono indicati, ancora oggi, come personalità sulle quali innescare dubbi, sono personalità di primissimo ordine».

In tal senso Olliverio ne approfitta per parlare di Francesco D'Agostino, già consigliere regionale e imprenditore del reggino, candidato nella circoscrizione sud, che – argomenta l’ex presidente - ha subito un procedimento giudiziario dal quale è uscito con grandissima dignità e con grandissimo onore con una sentenza netta e chiara: «Ecco è anche una battaglia nostra per affermare una cultura dei diritti per affermare una rottura di questa indole alla criminalizzazione della Calabria».