Le parole di Oliverio spianano la strada e i più ottimisti immaginano la chiusura di un accordo politico entro la settimana. Complice anche un incontro tra i consiglieri regionali Aieta e Billari e la candidata del centrosinistra Amalia Bruni (ASCOLTA L'AUDIO)
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di Claudio Labate
Il dialogo è ben avviato e, ad oggi, ha buonissime probabilità di riuscita. Il neanche tanto sibillino post apparso questa mattina sulla pagina social di Mario Oliverio, poi, non fa altro che certificare l’opera sottotraccia di un mediatore terzo che cerca i punti di contatto tra le truppe oliveriane e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. I più ottimisti, pensano che visti i tempi strettissimi, già alla fine di questa settimana potrebbe svolgersi l’incontro chiave tra il candidato presidente di DemA, e lo stesso Mario Oliverio.
D’altra parte, le cronache degli ultimi giorni hanno consegnato un de Magistris aperto a nuovi ingressi nella sua compagine. Le condizioni ci sono tutte, e sono state create in qualche modo dallo stesso Pd. O meglio dall’incontro che i rappresentanti in Consiglio regionale di “Democratici e progressisti” – Giuseppe Aieta e Antonio Billari – hanno avuto giovedì scorso con la candidata del centrosinistra Amalia Bruni. Un incontro dal quale i consiglieri sono usciti con più di una perplessità.
Che la strada fosse stretta, Aieta e Billari lo avevano già capito quando dagli ambienti del Pd trapelò la linea che si intendeva seguire nella formazione delle liste, e cioè candidare gli uscenti, tutti, sotto le insegne del Partito democratico. Con l’incontro di giovedì, richiesto a gran voce dai due consiglieri, si è sostanzialmente messa una pietra sopra, perché non c’è stato spazio per alcuna ipotesi che vedesse all’interno del centrosinistra la formazione della lista Democratici e progressisti.
Il richiamo al codice etico – anche se bisogna capire quale – e il diktat della Bruni che si sarebbe riservata la facoltà di avere l’ultima parola sulle candidature, unita all’idea di doversi sacrificare per una partita che in tanti danno per persa ha fatto il resto.
E d’altra parte il ragionamento dei Democratici e progressisti, con riferimento al Pd, coincide con quello offerto dallo stesso Oliverio: «Una gestione tesa anche ad accaparrare candidature al Parlamento per le ormai prossime elezioni politiche a conferma che la Calabria viene usata come collocamento di singoli prescindendo dagli interessi collettivi e da reali espressioni di rappresentanza che solo la partecipazione democratica può garantire e legittimare».
C’è la convinzione negli oliveriani che il Pd sia in difficoltà nella compilazione delle liste, e che la coalizione, al di là della lista del presidente e del Movimento 5 stelle, possa offrire ben poco in termini di qualità e quindi di voti. Addirittura si fa sempre più strada l’idea che la Bruni alla fine si potrebbe fermare mettendo nei guai il Partito democratico e tutta la coalizione. Ipotesi in realtà difficile da immaginare, ma non impossibile per chi pensa che le elezioni servano al Pd solo come antipasto prima dei congressi autunnali annunciati: come dire, gestire la sconfitta per garantire solo alcuni obiettivi.
Intanto le truppe oliveriane scaldano i motori, e se sembra ormai una certezza la non candidatura di Mario che si vuole porre alla stregua di un padre nobile alla guida di una battaglia politica, sono già ai nastri di partenza i vari Aieta e Billari, ma anche il già ex consigliere regionale Francesco D’Agostino (in quota Peppe Bova) e Brunello Censore che potrebbe spendere il proprio nome per la partita. I più informati, oltre a contare diversi sindaci e amministratori locali del Catanzarese e del Crotonese, promettono in caso di accordo con de Magistris, l’adesione di alcuni big provenienti proprio dal Partito democratico.