VIDEO | Il delegato alle trattative Alessandro Melicchio giudica positiva l'interlocuzione tra i due ex premier a livello nazionale. Per quel che attiene le regionali invece non cambia il giudizio sulle candidature e sulla necessità di rinnovamento. E la tentazione de Magistris è sempre più forte
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L’incontro tra Enrico Letta e Giuseppe Conte muterà i rapporti tra Pd e Cinque Stelle nel prossimo futuro e sicuramente i due partiti diventeranno alleati stabili a livello nazionale. Sui territori, però, le resistenze sono ancora tante e per le prossime elezioni regionali non sembra cambiare la posizione del Movimento rispetto alla candidatura di Nicola Irto che viene considerata troppo in continuità con la precedente gestione del centrosinistra, mentre piace sempre di più l’idea del polo civico di Luigi de Magistris che, del resto, continua a lanciare appelli ai parlamentari grillini. Il delegato alle trattative per le regionali Alessandro Melicchio spiega la posizione dei Cinque Stelle che continuano l’interlocuzione con il centrosinistra ma vorrebbero un cambio di passo e un rinnovo delle candidature per arrivare alla costruzione di una coalizione unitaria.
Che fase sta vivendo il M5S in questo momento? Conte è l'uomo giusto da cui ripartire?
«Sono molto contento che Giuseppe Conte abbia raccolto l’invito ad elaborare un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle. È una sfida cruciale per noi, una ristrutturazione integrale per trasformarci in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050. E Conte è sicuramente l’uomo giusto per via del grande affetto che gran parte dei cittadini gli riserva. Giuseppe Conte è apprezzato e seguito in modo particolare dai più deboli, da quella parte della popolazione che è ben lontana dal potere finanziario ed economico, da quella parte di Paese che capisce la gran mole di investimenti che, grazie a quanto Conte è riuscito ad ottenere in Europa, sarebbero stati effettuati soprattutto al Sud. Continueremo a lottare perché ciò possa accadere anche senza Conte alla Presidenza del Consiglio, ma con lui gli italiani si sentivano decisamente più protetti».
Come valuta l'incontro tra Enrico Letta e Giuseppe Conte in chiave alleanze future?
«C’è un dialogo che va avanti fin dalla costituzione del secondo governo Conte ed è giusto che continui a svilupparsi. In Parlamento abbiamo lavorato bene con le forze di centrosinistra e fa piacere che il successore di Zingaretti alla guida di un Pd voglia continuare quel dialogo. Non si può più guardare al renzismo che ha fatto decisamente male al nostro Paese negli ultimi anni, su questo credo che Letta e Conte si siano trovati decisamente d’accordo».
Cambia qualcosa in Calabria in vista delle regionali?
«Ancora non sembra, in verità. Stiamo sempre aspettando dal Pd calabrese segni di una vera discontinuità politica con legislature precedenti che sono state disastrose per i cittadini calabresi allo stesso modo di quella di centrodestra attuale. Non abbiamo nessuna intenzione di svendere i nostri valori e ci impegneremo per un progetto di reale cambiamento perché stavolta la Calabria la vogliamo cambiare davvero. Se il Pd ci starà a queste condizioni, ne saremo ben contenti».
De Magistris continua a lanciare appelli per un’alleanza con il polo civico...
«Abbiamo portato e stiamo portando avanti, con lui e con tanti altri, un dibattito che può essere definito molto promettente, a questo punto mi auguro che De Magistris concretizzi il dialogo con le altre forze politiche per avere realmente la possibilità di un governo alternativo alle destre. L’obiettivo deve essere quello di un governo serio e credibile, grazie ad una coalizione solida su temi, contenuti e programmi. Noi calabresi tutti da troppi anni siamo costretti a vedere spolpato il nostro territorio da politicanti dediti solo a ruberie, corruzioni, sprechi assurdi e continui scandali. Questo sarà l’anno del cambiamento, ne sono sicuro, e il Movimento 5 Stelle avrà un ruolo importante e trainante in tutto questo».
Con i parlamentari che non hanno votato la fiducia al governo Conte cosa succederà?
«Il Movimento 5 Stelle resta l’unica forza politica dove i propri iscritti sono i protagonisti delle scelte fondamentali di quel percorso politico che noi portavoce abbiamo l’obbligo di portare poi avanti nelle istituzioni. Prima ancora di candidarmi con il M5S mi sono impegnato a rispettare la volontà dei nostri iscritti e, benché sono uno di coloro che hanno votato “no” a questo governo durante la consultazione interna dei nostri iscritti, anche in questo caso ho deciso di rispettarla e metter da parte la mia personale opinione. Chi invece ha fatto diversamente ha disatteso quella volontà e ha tradito gli impegni che aveva assunto all’atto della candidatura, mi sembra allora evidente che abbia scelto di mettersi fuori dal M5S. Noi, contrariamente, continueremo ad andare avanti sulla via della transizione ecologica e digitale, non dimenticando quei pilastri insostituibili per noi, i valori originari che ci hanno sempre contraddistinto: la tutela dell’ambiente, l’importanza dell’etica pubblica e della lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali, la lotta contro le rendite di posizione e i privilegi, la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita democratica del Paese. Mi spiace che alcuni amici non siano riusciti a cogliere in pieno tutto ciò e abbiano deciso di percorrere altre strade».