di Claudio Labate

«Oggi le luci sono tutte su Amalia Bruni, che sarà il punto di riferimento nazionale della Calabria nella ripartenza». Enrico Letta è convinto. Con Amalia Bruni c’è la vera discontinuità in Regione, e chi non la sostiene, alla fine sostiene la continuità di Spirlì. Il suo compito, non certo agevole, è quello di «rivoltare la Calabria come un guanto». Ma la sua candidatura, e l’eventuale elezione, in tema di rappresentanza di genere, serve anche a dare un messaggio: “la Calabria è avanti”.

Il segretario dem lo dice nel corso della presentazione del suo libro “Anima e cacciavite”, quasi invocando una sorta di continuità con la sfortunata esperienza di Jole Santelli, a cui ha voluto dedicare anche un pensiero: «Ero molto amico di Jole Santelli, ho collaborato con lei e ricordo la grande lealtà, l’impegno e la passione. Quando è venuta a mancare è stato per me un momento di grande dolore».

L’appello alla collettività

Amalia Bruni dal canto suo ringrazia Letta per il sostegno e le parole che hanno accompagnato questa sua uscita in Calabria. La sua candidatura nasce sulla spinta di Nicola Irto e Rubens Curia, e lei non vuole tradire le attese, ma avverte che c’è bisogno dell’aiuto di tutti: «Io ce la metto tutta. Ho la voglia di misurarmi in prima persona, insieme a squadre di persone appassionate, competenti, che riescono a guardare oltre, perché per noi quello che è fondamentale è che si abbia uno sguardo alto e lungo perchè guardare per terra non va bene. Noi dobbiamo progettare il futuro di questa terra, partendo dal presente e cercando di ricostruirlo questo presente, ma a partire dalle collettività, dalle nostre situazioni di persone che non hanno più la voglia neanche di esserci, non hanno la voglia di votare, non hanno più la voglia di essere rappresentati. E allora forse Amalia Bruni quanto forza civica in quanto medico in quanto ricercatore, ma ricercatore di malattie e quindi abituata a dare delle soluzioni, in questo senso, può essere adatta allo scopo. Mi hanno sempre detto che ho delle spalle molto forti, ma le mie spalle non sono estensibili. Ho bisogno dell'aiuto di tutti e quindi faccio un appello a tutta la collettività, tutti coloro che hanno la grande passione di questa terra, che per questa terra abbiano la voglia di mettersi in gioco con noi».

Visione sistemica

La Bruni sa che il compito assegnatole nasconde insidie e difficoltà. Però per lei è fondamentale “riaccendere la miccia della speranza” nel futuro e in questa Calabria. «I programmi e la gestione di tutte le situazioni difficilissime che noi abbiamo, a partire dalla sanità, all'ambiente e alla ricerca, il problema del lavoro e dei giovani, ovviamente dovranno essere integrate all'interno di una visione sistemica, perché noi non possiamo pensare di aggiustare una parte e lasciare il resto». Il concetto è quello di vedere nell’insieme tutte queste fragilità e costruire poco alla volta tutta una serie di “cammini” che portino poi a creare delle reti. «E’ quello che io ho sempre fatto: cucire reti tra le persone, cucire reti tra pezzi di ricerca, e quindi, mettere insieme tutte le potenzialità delle nostre università è scontato, cioè non deve essere uno obiettivo dovrebbe essere già fatto di per loro perché le persone che hanno capacità e capacità di pensiero e di azione devono stare insieme».

Ricucitura sociale

La candidata del centrosinistra insomma sottolinea che la sua apertura mentale è a trecentosessanta gradi: «Io mi sento uno strumento di questa terra. Mi sento colei che in questo momento si è prestata a fare un'operazione di ricucitura, anche sociale, che finora non abbiamo avuto». Bruni confessa che ancora oggi molti vogliono sapere perché un medico si è messo a disposizione della politica. «Ecco vi dico che io forse avevo maturato questa scelta dentro di me, perchè ho realizzato che tante cose che si potevano fare non arrivavano ad essere fatte perché non c'era la visione. E quando uno non ha la visione poi non ha neanche il metodo, e allora diventa difficile. Lì ho capito che forse c'era un'opportunità, ho capito che il mio nome, noto per perché mi occupo delle malattie di cui ben sapete, forse poteva dare questa ricucitura, che metteva insieme alla collettività le famiglie, spingeva a ricostruire il senso e la nostra dignità come Calabria».

Impegno reale

Questo è il lavoro che, per la Bruni, degli anni futuri per fare ripartire la Calabria di cui l'Italia, sottolinea, non può fare a meno, e farlo con i partiti di governo e con le larghe coalizioni per lei è fondamentale, «perché non si possono ricucire i progetti e non si possono riorganizzare realtà così complesse e difficili come la nostra, se noi non abbiamo l’asse periferia-centro ovvero governo ed Europa. E quindi in questo senso, assieme a tutti gli altri, chiedo ancora di più ad Enrico l'impegno reale per questa terra, un impegno costruttivo, lungo, prolungato a creare dei tavoli di lavoro perché noi abbiamo bisogno di tavoli di lavoro con il governo, abbiamo bisogno di interloquire in maniera forte sui temi concreti che devono essere assolutamente affrontati e risolti».