La convocazione delle elezioni regionali per il prossimo 14 febbraio stabilita dal presidente della giunta ff Nino Spirlì ha iniziato a destabilizzare centrosinistra e schieramenti civici che, evidentemente, speravano di avere più tempo per potersi organizzare.

Il movimento che fa capo a Pino Aprile ha preso posizione ufficialmente criticando l’accelerazione impressa dalla giunta anche in considerazione della pandemia in atto che potrebbe rendere complicata e molto rischiosa la campagna elettorale.

Pd e Cinquestelle, invece, per il momento non si espongono anche perché Spirlì non ha fatto altro che utilizzare la finestra comunque concessa dal governo guidato da Giuseppe Conte che i due partiti sostengono. Certamente l’esecutivo potrebbe nuovamente intervenire per disporre un ulteriore rinvio se la curva epidemiologica dovesse tornare a crescere o comunque essere preoccupante, ma al momento la macchina elettorale è stata avviate e la discussione interna non può essere rinviata oltre.

Il commissario regionale dei democrat Stefano Graziano è atteso in Calabria per il fine settimana per cominciare a fare il punto della situazione. Da un lato si dovrà lavorare alla coalizione per evitare la pluralità di candidature che all’ultima tornata elettorale ha determinato il tonfo di Pippo Callipo.

Il Pd, dunque, vuole chiarezza dai Cinque Stelle che però in Calabria stavolta sono divisi come non mai e sicuramente si presentano in una condizione di particolare debolezza. L’obiettivo è poi quello di imbastire una interlocuzione sia con la sinistra di Leu che con tutti i movimenti civici per provare ad allargare al massimo lo schieramento.

Da Roma, però, fanno sapere che prima di optare per una candidatura civica, stavolta saranno fatte valutazioni più attente. Anche perché sul tappeto il Pd potrebbe schierare uomini maggiormente graditi al civismo rispetto a quanto lo fosse l’ex presidente della giunta regionale Mario Oliverio.

Il deputato Antonio Viscomi rimane tra i papabili, grazie ai buoni uffici romani e agli sponsor Maurizio Martina e Luca Lotti, mentre nelle retrovie rimangono i nomi del consigliere regionale Carlo Guccione e del vicepresidente del Consiglio Nicola Irto che, anche per età, potrebbe rappresentare un segnale di novità intorno al quale costruire una coalizione ampia e aperta al civismo.