Forza Italia si prende la Calabria, ed elegge non solo il neo presidente della giunta, ma anche il nuovo leader della coalizione. Il 54,46% delle preferenze che hanno consentito a Roberto Occhiuto di diventare il nuovo presidente della Regione gli consegna di fatto le chiavi della Calabria che adesso deve ripartire dopo l’inferno Covid. Ripartire da dove? Dallo stesso centrodestra che ha governato l’ultima sfortunata legislatura partita con Jole Santelli e finita con il facente funzioni Nino Spirlì.

Il risultato, tanto atteso all’interno del centrodestra, ridefinisce i rapporti di potere interni all’Assemblea regionale. Forza Italia si afferma quale primo partito in Calabria con il 17,31% (131.882 voti). Dato che da solo dà l’idea della riscossa suonata dagli azzurri che doppiano letteralmente gli alleati. Ma se, come hanno sottolineato Occhiuto e Antonio Tajani, al dato di FI si aggiunge la percentuale della seconda lista, quella del presidente, la distanza diventa siderale. Forza Azzurri è la quarta lista tra quella del centrodestra, con l’8,11% delle preferenze. Ciò significa che le due liste di Forza Italia arrivano al 25,42%.

Non c’è bisogno di immaginare troppo che il risultato in qualche modo cambierà le carte in tavola. La crescita di Forza Italia, rispetto a gennaio del 2020 è evidente e per nulla scontata, passando dal 12,34% al 17,31.

Cinque punti percentuali che guadagna sugli “amici” della Lega e di Fratelli d’Italia che non sfondano dopo che, a lungo, a livello nazionale hanno guidato tutte le classifiche di gradimento dei partiti da parte degli italiani. Se si pensa a Fratelli d’Italia, bisogna considerare la perdita di oltre due punti percentuali (si passa dal 10,85 del 2020 all’8,70% di oggi) che però non si traducono in una perdita di seggi, che rimangono 4. E lo stesso discorso vale anche per la Lega che ottiene il massimo in un momento di fibrillazione interna, qui in Calabria, che ha dato vita a veleni ed abbandoni, ma che non hanno cambiato la rappresentanza a Palazzo Campanella.

Il Carroccio però perde consenso, in termini di voti, passando dal 12,25% del 2020 all’8,33 di oggi. In sostanza da una posizione di sostanziale parità con FI nel 2020, pur mantenendo i 4 seggi, oggi risulta essere il terzo partito del centrodestra dietro agli amici/nemici di Fratelli d’Italia. Addirittura, tallonata da Forza Azzurri, distante dal Carroccio soltanto dello 0,20%.

Ciò non significa che Occhiuto mortificherà gli alleati in nome dello straordinario risultato elettorale. Non è nelle sue corde e non farebbe il bene della Calabria, partendo con fibrillazioni che non hanno motivo di esistere, tanta è la forza dimostrata sul campo. Piuttosto Occhiuto governerà con la forza di quei numeri sapendo di non essere politicamente ricattabile. E con l’occhio rivolto anche allo scenario nazionale, dove Forza Italia vuole rilanciarsi sfruttando proprio il risultato calabrese. All’orizzonte ci sono le sfide della federazione di centrodestra, ma anche l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, nella convinzione che i moderati debbano occupare uno spazio più ingombrante nel costruendo nuovo centrodestra.

Occhiuto può contare anche su altri due partiti che fanno parte della coalizione che hanno riportato un risultato per nulla scontato. Coraggio Italia, la creatura nata dalla fusione delle truppe di Cambiamo del governatore Giovanni Toti e quelle del sindaco di Venezia, Luigi Brugnano. Il dato riportato è in qualche modo sorprendente considerando che non ci sono precedenti, e che la lista si è presentata in fretta e furia in Calabria. Con il 5,66% delle preferenze, e quasi 45mila voti, Coraggio Italia si è assicurata la rappresentanza a Palazzo Campanella eleggendo due consiglieri.

E poi c’è l’Udc che si è riproposta – dopo il per certi versi inaspettato successo delle scorse regionali, e le conseguenti vicissitudini anche giudiziarie che l’hanno segnato – presentando “nuovi volti” (Flora Sculco su tutti) che vengono da vecchi percorsi familiari e incamerando campioni di voti come Baldo Esposito che veniva dall’affermazione nella Casa delle libertà nel 2020. Lo scudocrociato si è attestato al 4,58%, e i due “fuoriclasse” sono rimasti fuori dal Consiglio. Ma l’Udc il suo seggio l’ha conquistato lo stesso, con Giuseppe Graziano.