I dati delle elezioni del 2020 dicono incontrovertibilmente come nella Circoscrizione centro siano i risultati registrati nel capoluogo a fare la differenza
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Se le statistiche hanno un senso, ed è chiaro come ce l’abbiano eccome, chi vuol essere eletto a Palazzo Campanella nella Circoscrizione Centro deve piazzarsi ai primi posti a “Catanzaro Città”, salvo non sfondi letteralmente da qualche altra parte. E per sfondare si intende, essendo ancora più espliciti, far registrare un exploit da tante migliaia di preferenze personali. Soprattutto se si milita nella coalizione che alla “fine della fiera” vince la competizione.
È infatti nelle 91 sezioni del capoluogo che si decidono i giochi. O quasi. Certo - per completare il vasto Collegio (ri)formato come ai tempi in cui non esistevano le province di Crotone e Vibo, ovvero prima della cosiddetta tripartizione - mancano all’appello nientemeno che l’intero comprensorio del capoluogo stesso, tutto il territorio crotonese e ancora quello vibonese. Ma nulla da fare, perché i dati rivelano che la (stra)grande parte dei trionfatori alle Regionali 2020 si sono classificati al vertice in ambito catanzarese.
Un dato numerico, di conseguenza incontrovertibile, che suona al pari di una sentenza inappellabile per chiunque nutra sogni di gloria. Ma veniamo al… dettaglio, così da capire subito come non è che ci si debba profondere in raffinate analisi politologiche per accorgersi dei risultati degli uscenti del Centro Calabria (sei o meglio sette su dieci, per l’esattezza, più un “subentrante”) in rapporto alla fiducia conseguita in cima ai Tre Colli.
Si tratta, nello specifico, del campione di preferenze Sinibaldo “Baldo” Esposito, primatista da alfiere della Casa delle Libertà con 3.365 voti (pari addirittura al 12.21% dei consensi validi espressi ovviamente nello stesso contesto territoriale); Filippo Mancuso, Lega (secondo con 3.005 per il10.90%); Libero Notarangelo, Partito Democratico (terzo con 2.803 per il 10.17%); Domenico “Mimmo” Tallini, Forza Italia (quinto con 1.985 per il 7.20%); Filippo Maria Pietropaolo, Fratelli d’Italia (sesto con 1.512 per il 5.49%) e Francesco Pitaro, Io resto in Calabria (ottavo con 1.132 per il 4.11%). Un po’ più attardata Flora Sculco, Democratici e Progressisti (14. con 551 voti presi per il 2% secco). Di sicuro fuori dall’elenco fin qui citato, invece, il 38. Luigi Tassone, Pd (appena 88 per lo 0.32%); il 40. Pietro Raso, Lega (85 per lo 0.31%) e infine il 47. Vito Pitaro, Iole Santelli Presidente (62 per lo 0.22%). Gli ultimi tre oggettivamente lontanissimi dalla top ten della speciale graduatoria relativa ai 96 aspiranti consiglieri in lizza nell’area di riferimento, ma quasi costituenti un’eccezione che conferma la regola.
Considerato però come l’analisi di tale tabella, per così definirla, sia molto interessante, veniamo a qualche dato davvero sorprendente inerente, ad esempio, al quarto classificato Fabio Guerriero, Pd (2.174 consensi in suo favore per il 7.89%), il quale ancora una volta ha “non vinto” sebbene i riscontri altamente positivi avuti nella città di Catanzaro. Ma in base a condizioni del tutto peculiari buone, se non ottime, affermazioni anche per Rosario Lostumbo, Fi (7. con 1.168 per il 4.24%); Antonio Chiefalo, Lega (9. con 817 per il 2.96%); Francesco Mardente, Movimento Cinque Stelle (10. con 700 tondi per il 2.54%); Frank Mario Santacroce, Fi (11. con 692 per il 2.51%); Antonio “Tonino” Scalzo, Unione di Centro (12. con 687 per il 2.49%) e per concludere Giuseppina “Giusy” Militano, Tesoro Calabria (13., e dunque giunta addirittura davanti a una big assoluta quale la Sculco, con 595 voti per il 2.16%).
Candidati che, tranne il “ripescato” come primo dei non eletti in Fi Santacroce, sono rimasti fuori in alcuni casi in virtù della mancanza del quorum delle loro liste (leggi Scalzo) o a causa della presenza di rivali diretti più forti nelle urne (Guerriero e Chiefalo su tutti, almeno nel particolare ambito territoriale di cui si sta ragionando). Non crediamo, allora, di dover spiegare il motivo per cui chiunque abbia chance di farcela si sta contendendo capi-elettori e personaggi locali capaci di portare molta acqua al proprio mulino in termini di consensi.