«Io candidato governatore? Se Forza Italia dovesse chiedermelo, non mi tirerei indietro. Sono stato sempre a disposizione del partito. Minicuci? Non sono pentito, ma sapevo non fosse l’uomo giusto in quel momento». Non ha alcuna riserva, il deputato Francesco Cannizzaro, nell’affrontare le diverse questioni sviscerate nel corso di “A tu per tu – Oltre la notizia”, il format de IlReggino.it andato in onda venerdì sulla pagina Facebook della testata. L’ospite è il parlamentare di Forza Italia che non si sottrae alle domande e spazia dalla politica nazionale a quella locale.

«Sosterremo Draghi. E Renzi…»

Quando sono ancora in corso le consultazioni per la formazione del nuovo governo nazionale, Cannizzaro non ha dubbi: «Sosterremo il Governo Draghi perché riteniamo sia l’uomo giusto al momento giusto e potrà attuare le politiche liberali che i governi precedenti hanno messo da parte. Draghi è una star della politica monetaria mondiale e, in un momento di grande crisi, potrà attuare quelle politiche che servono all’Italia per affrontare l’emergenza economica che il nostro Paese sta vivendo. All’interno del Parlamento – rimarca Cannizzaro – credo ci siano personalità di primo livello che possano formare con Mario Draghi un Governo e dare risposte immediate che ci attendiamo».

Ma il mancato appoggio di Fratelli d’Italia potrebbe provocare una rottura negli equilibri del centrodestra? «Non è una rottura, se lei tira fuori una banconota – spiega Cannizzaro – trova la firma di Draghi. Ha un curriculum di primo livello e che l’ex presidente americano stava chiamando alla guida della banca americana. Trovo seria difficoltà nel pensare che i leader dei partiti non possano dare fiducia a Draghi. Credo che lo sosterrà anche Salvini».

La crisi di governo

Quanto alla manovra di Renzi, che ha portato alla caduta del Governo Conte, Cannizzaro ha pochi dubbi: «Credo sia stato da irresponsabili aprire una crisi politica all’interno di una crisi economica. Chapeau a Matteo Renzi che riesce a creare questa situazione con il suo 2%, così come i sondaggi ci dicono. Sono temi che non reggono sul fatto che possa aprire una crisi, ma poi quel che conta sono le strategie politiche che, a volte, vanno in conflitto con gli interessi del Paese».

Su un aspetto Cannizzaro sembra certo: «Senza il M5S questo governo non potrà avere vita. Alla Camera è già in atto la formazione di un gruppo di sostegno che vede protagonista Bruno Tabacci, per il raggiungimento dei 320 alla Camera e poi anche al Senato».

«Regionali Calabria, candidato a Forza Italia»

«Credo sia prematuro poter definire se la coalizione rimanga o meno invariata. Siamo coesi come tre partiti, sebbene la crisi di governo potrà avere delle ripercussioni». Anche sulle elezioni regionali, Cannizzaro sembra avere le idee molto chiare: «Abbiamo vinto negli ultimi anni, stiamo governando la maggior parte delle Regioni e lo stiamo facendo bene. Per questo, credo che siano state conquistate perché il centrodestra si è presentato con l’impianto e la qualità che i cittadini chiedono. In maniera responsabile, il centrodestra non credo che si dividerà e nulla toglie che sui territori si possa governare insieme».

Di certo c’è che il candidato spetterà a Forza Italia: «Oggi dico di sì, perché nella divisione delle Regioni è toccato a Forza Italia». La crisi può modificare quell’impianto? FdI potrebbe tentare l’avventura con Ferro? «In politica può succedere di tutto e quindi anche che il centrodestra si spacchi. Le dico – rimarca Cannizzaro – che sono convinto che il centrodestra rimanga invariato e che il candidato migliore sarà indicato da Forza Italia. Come classe dirigente regionale e nazionale abbiamo chiesto che sia una espressione più possibile del territorio e che abbia una visione nazionale. Forza Italia gode di una classe dirigente ampia».

«Io candidato governatore? Non mi tirerei indietro»

E se il nome fosse quello di Cannizzaro? «Credo che prima di me ci siano tante donne e uomini capaci di guidare un nuovo processo. Sono un uomo di squadra e ho sempre dato la mia disponibilità a Silvio Berlusconi per le attività di partito e per le campagne elettorali. Non c’è una rosa di noi su cui valutare. Ci sono delle valutazioni che il presidente Berlusconi in primis e la classe dirigente nazionale poi stanno facendo. Qualora mi venisse chiesto di poter essere onorato di guidare questo processo, farei le mie valutazioni e non mi tirerei indietro. Ma sono convinto che ci siano uomini e donne che possano guidare questo processo meglio di me».

‘Ndrangheta e questione morale

Per Cannizzaro, «la questione morale sta alla base della politica, così come una questione etica. Chi si pone come classe dirigente di un partito e di un territorio deve porre al centro la questione morale. Abbiamo letto abbastanza nelle scorse settimane rispetto a chi fa politica e chi governa.

 

Come si può fare ad evitare che la politica finisca in queste situazioni? Lei ha fatto tre nomi di persone arrestate ed è come se stessimo già condannando le persone finite sotto giudizio. Accade spesso che si sia indagati e poi si dimostri l’estraneità ai fatti. Oggi il politico si deve distinguere nell’azione. Penso che chi oggi si candidi non lo faccia per aiutare la ‘Ndrangheta, dovrebbe essere completamente pazzo. Anch’io sono stato sotto il giudizio della magistratura e poi le cose sono andate come ero certo sarebbero andate non avendo mai avuto rapporti illeciti con la criminalità organizzata. Così si accentua tutto, la ‘Ndrangheta l’ha fatto da padrona cercandosi di infiltrare. Non bisogna fare politica con paura, ma avere paraocchi rispetto ad ambienti inquinati. Se noi abbiamo la consapevolezza o il dubbio bisogna allontanarsi. Solo così mettiamo da parte il tentativo della criminalità di infiltrarsi nelle istituzioni. Oggi parlando con tanti giovani hanno paura di avvicinarsi alla politica per il fatto che ogni giorno le Procura colpiscono la criminalità e inevitabilmente capita che ci siano politici esposti coinvolti. Quanto accaduto a questa legislatura rattrista tutti quelli che credono alla propria terra. Certo, viviamo in un territorio difficile e dobbiamo stare attenti. La Procura di Reggio sta facendo un lavoro straordinario da un po’ di anni a questa parte. Quante cosche sono state smantellate? Questo alimenta speranza per una terra che ha vissuto sotto quella cappa che ci ha oppresso. Ma possiamo dire che la Calabria può smacchiarsi da quelle brutture causate a volte anche da qualche politico».

Brogli elettorali a Reggio Calabria

«La differenza fra noi del centrodestra, soprattutto di Forza Italia – incalza Cannizzaro parlando dell’inchiesta sui brogli elettorali – è che nel Pd sono giustizialisti, perché non abbiamo mai detto che il consigliere arrestato debba rimanere chiuso in cella o ai domiciliari. Nella manifestazione organizzata si evidenziava che nello schieramento politico che ha governato per sei anni c’erano state delle malefatte. Qui non si è arrestato qualcuno perché ha rubato una gallina, ma hanno votato dei morti o persone allettate da anni. Qui c’è una questione morale. Il sindaco Falcomatà, per quanto mi riguarda è una persona perbene. Ma qualcosa di anomalo c’è stato. E chi governa l’ufficio specifico elettorale? Chi ha nominato i presidenti di seggio? E se è accaduto quanto appurato, i presidenti di seggio sono responsabili. Quindi credo che ci sia una responsabilità etica, morale e amministrativa. Perché il dirigente di settore non è stato immediatamente rimosso dopo quanto accaduto? Noi siamo garantisti su uomini e persone coinvolte nelle indagini, ma qualcosa di anomalo c’è. E qualcuno lo ha dovuto stimolare e organizzare. Chi ha la responsabilità politica e amministrativa è comunque responsabile. Quando chiediamo di tornare al voto è perché queste procedure sono state viziate. Sarebbe stato più onesto presentarsi ai cittadini e dimettersi, richiedendo la fiducia. Se avessi fatto il sindaco, avrei fatto così».

Minicuci e la sconfitta di settembre

Cannizzaro, sulla scelta di Minicuci, non fa passi indietro: «Non mi sono pentito. È vero, sono stato l’ultimo a rientrare in coalizione, ma credo di aver fatto bene ad evidenziare ai vertici nazionali che qui non siamo a pettinare le bambole e dire sì al partito quando le cose non vanno come il popolo del centrodestra desidera. Quando il candidato spetta alla Lega e questa, con un metodo che non mi è piaciuto, ha voluto proporre un candidato a tutti i costi, dissi che secondo me era l’uomo sbagliato in quella fase come candidato. Certo, è un uomo perbene, un lungimirante della p.a., capace, bravissimo, riuscirà a ripristinare la normalità. Ma come candidato il popolo del centrodestra reggino desidera un figlio di questa terra. Nino Minicuci lo è, ma probabilmente il distacco ventennale che ha avuto con la città è stato talmente forte che la gente non lo percepiva. Io ho trasmetto questo ai vertici del partito. Posso assicurare che se il candidato l’avesse espresso Forza Italia, oggi avremmo un sindaco di centrodestra. Si è poi pensato che Minicuci fosse l’uomo giusto, allora perché mi sarei dovuto isolare? E ci siamo uniti alla battaglia con lealtà e serietà. Annunciai che Forza Italia sarebbe stato il primo partito e i primi eletti sarebbero stati il frutto delle nostre liste. Le cose però purtroppo poi sono andate diversamente.

Insomma, un gol sbagliato a porta vuota? In campo siamo scesi tutti ognuno nel suolo ruolo, ma chi doveva tirare il rigore a porta vuota ha sbagliato l’angolazione e ha lanciato la palla fuori».

Elezioni metropolitane e frecciatine

Alla domanda se vi sia stata una sconfitta del centrodestra alle elezioni per la città metropolitana e se lo schieramento sia risultato spaccato, Cannizzaro rintuzza: «Il centrodestra non è andato spaccato. Come tale riconosco Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e quelle realtà civiche che si schierano apertamente con noi. Altre realtà non ne conosco in città. Sono personalità di livello, bravissime, che hanno proposto un’alternativa politica che è stata bocciata. In proporzione noi abbiamo vinto le elezioni metropolitane», conclude lanciando una bella frecciata ai civici che non hanno condiviso il percorso del centrodestra, candidandosi in autonomia.