Chi di questione morale ferisce, di questione morale… potrebbe perire. È proprio il caso di dirlo, vista la lotta intestina al Movimento 5 stelle, che proprio della questione morale ha fatto una bandiera da sventolare urbi et orbi. La circostanza la offre la presentazione della lista che qualche giorno fa proprio i pentastellati hanno salutato come “pulita” e ricca di novità provenienti dalla società civile e dalle amministrazioni locali, non essendo più un “tabù” ostativo le precedenti esperienze politiche. E ad un primo riscontro così sembra. Se però si va a scavare nel passato di alcuni candidati, qualcosina che giustifica i mal di pancia che si stanno registrando in queste ore, soprattutto per ciò che riguarda la circoscrizione sud, la si trova.

Liste pulite e trasparenti?

Il ragionamento affrontato in queste ore dai “duri e puri” del movimento fa il paio anche con le dichiarazioni del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, che proprio nelle ultime ore ha inteso chiarire alcuni concetti a chi sbandiera il controllo preventivo dell’organismo parlamentare sulle preliste inviate dai partiti (solo alcuni, per la verità) in Commissione, come una patente di legalità e trasparenza.

«Questa innovazione per cui noi possiamo garantire la presentabilità dei candidati – ha sottolineato Morra - è stata enfatizzata da chi ha proposto questa modifica normativa con un eccesso di ottimismo». In altre parole il presidente della Commissione ha chiarito che il giudizio sui candidati «non può essere solo quello della Commissione, ma di tutti quanti noi». E che quindi ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, intendendo partiti, coalizioni ed anche elettori.

Tra i partiti che probabilmente hanno enfatizzato, almeno a sentire la base, c’è anche il Movimento 5 stelle che qualche giorno fa da Crotone, con il coordinatore Massimo Misiti affermava: «Il Movimento 5 stelle è un partito che ha una storia nuova, che non ha mai dimostrato corruzione, nelle nostre liste non ci sono corrotti e c’è sempre stata la voglia di trasmettere entusiasmo e dare voce a quei territori che non ne hanno mai avuta. Non apparteniamo a famiglie politiche e cerchiamo di dare un percorso di novità, che è data dalla necessità di portare un cambiamento».

Una candidatura chiacchierata

Non la pensano così in molti, che puntano l’indice contro la candidatura – allo stato attuale – di Annunziato Nastasi. Il nome del politico del reggino, già vicesindaco, assessore e consigliere comunale di Melito Porto Salvo, che alle elezioni regionali del 2014 si era candidato con la lista “Democratici e Progressisti” a sostegno del candidato del Pd Mario Oliverio, ottenendo 2.920 preferenze personali, rischia di spaccare il fronte pentastellato che su questa tornata elettorale punta tanto, aspirando per la prima volta ad entrare a palazzo Campanella.

D’altra parte Nastasi, pur non essendo mai stato indagato, figura tra i politici citati nelle carte di alcune inchieste della Procura reggina, avendo fatto parte di due amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni ed essendo stato indicato quale politico sostenuto dalla cosca Paviglianiti, oltre che dagli inquirenti, anche da un collaboratore di giustizia.

Questione morale e.. politica

Le frizioni insomma sono specifiche e i soliti ben informati parlano di vera e propria spaccatura all’interno del Movimento. Perché la decisione di mettere in lista Anastasi, da una parte avrebbe provocato la reazione stizzita, con tanto di rinuncia alla candidatura per protesta di Antonino Scappatura, che a gennaio del 2020 fu il più votato (932 voti) della lista 5 stelle della Circoscrizione sud. Ma di più, contro l’ipotesi di candidatura si sarebbero schierati la deputata Federica Dieni, segretario e capogruppo del M5S nel Copasir, ed il senatore Giuseppe Auddino.

Ma non basta. Perché i “duri e puri” di prima fanno notare anche come il politico melitese, già candidato in passato nelle fila di Rifondazione comunista, sia iscritto ad Articolo 1 e viaggi in lista in quota Alex Tripodi, che di quel partito ne è il segretario metropolitano.

Insomma questione politica e morale si intrecciano in un giallo elettorale che rischia di far esplodere i pentastellati. Anche se, i pompieri del movimento, sottolineano che la parola fine all’acceso dibattito interno sarà messa solo giorno 4 settembre, quando saranno completate le operazioni di presentazione delle liste.