Scompaginato il quadro delle regionali che aveva assegnato una maggioranza bulgara al centrodestra. Ma ad approfittarne non sono i 5s, completamente evaporati, nè il Pd ridotto ai minimi storici a Reggio e Crotone. In difficoltà anche la Lega, nonostante il buon risultato di Taurianova
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Incertezze e dubbi in tutti i partiti e gli schieramenti. La tornata amministrativa in Calabria rimette tutti gli equilibri in discussione e segnala la crescente disaffezione dei cittadini nei confronti della politica.
Seppure l’affluenza ha retto nonostante il Covid fermandosi al 62% e quindi appena un punto sotto rispetto alla tornata precedente, i partiti tradizionali sono tutti a leccarsi le ferite e lo schema venuto fuori dalle regionali lo scorso mese di gennaio è già in discussione. Non a caso tutti i sei Comuni superiori a 15mila abitanti (Reggio Calabria, Crotone, Castrovillari, Taurianova, Cirò Marina e San Giovanni in Fiore) non hanno avuto un vincitore al primo turno e andranno al ballottaggio.
Quadro in evoluzione dopo le regionali
La maggioranza bulgara di centrodestra che ha eletto Jole Santelli scricchiola in tutti i centri, ad eccezione di Crotone, ma non ne approfittano né Cinque Stelle, letteralmente evaporati, né il Pd che continua ad arretrare anche rispetto alla clamorosa sconfitta di gennaio.
Le candidature civiche e alternative hanno catturato la simpatia degli elettori dappertutto rosicchiando certezze e consensi ai vecchi gerarchi.
Le civiche scuotono il sistema
Esempi lampanti lo sono Vincenzo Voce a Crotone che sfiderà il candidato del centrodestra Antonio Manica escludendo quello del centrosinistra e degli Sculco Danilo Arcuri con il Pd che neanche aveva presentato il simbolo dopo le lacerazioni interne.
Ma anche la candidatura civica di Saverio Pazzano a Reggio che supera il 6% e quella autonoma di Angela Marcianò, arrivata quasi al 14% hanno costretto Giuseppe Falcomatà e Nino Minicuci al ballottaggio. Imbarazzante l’andamento del Pd anche in riva allo Stretto che dal 22% delle ultime regionali passa al 10% pur sostenendo il candidato uscente. E anche a San Giovanni in Fiore il centrosinistra ha alzato bandiera bianca lasciando la sfida del ballottaggio al centrodestra tra Antonio Barile e Rosaria Succurro.
Arretra Fi che si fa doppiare dalla Lega a Turianova
Forza Italia può tirare un sospiro di sollievo a Crotone per il buon risultato ottenuto da Manica, e sottolineato da Jole Santelli, ma si fa doppiare a Taurianova dal candidato leghista Roy Biasi che andrà al ballottaggio con il candidato del Pd Fabio Scionti.
In calo netto Fi anche a Reggio dove non c’è stato effetto trascinamento per Minicuci indicato dalla Lega che invece mantiene le percentuali delle regionali. Seppure gli azzurri rimangono il primo partito con l’11%, come sottolineato da Francesco Cannizzaro che ha sottolineato anche i risultati di Reggio Attiva (4%) emanazione azzurra, si arriva alla metà del circa 30% ottenuto da Fi, Santelli presidente e Cdl alle regionali del 2020. I pettegolezzi da seggio, inoltre, segnalano molto disgiunto dalla lista azzurra in favore di Angela Marcianò. Circostanza che sarà oggetto di verifica durante i prossimi incontri tra i partiti.
Fdi tiene ma non a Reggio
Tiene nel complesso Fdi, come dichiarato a caldo da Wanda Ferro che ha messo in evidenza il 10% ottenuto a Castrovillari dove Giancarlo Lamensa ha ottenuto il 44% e sfiderà al ballottaggio Domenico Lo Polito del centrosinistra con il 36%. Ragionamento che non vale, però, a Reggio dove la flessione è evidente rispetto alle regionali, quasi 4 punti percentuali, con il partito alle prese con una difficile riorganizzazione affidata a Denis Nesci. Ed evidentemente senza il giusto supporto dagli altri eletti, a partire dal consigliere regionale Giuseppe Neri. La lista Fdi è stata trascinata da Demetrio Marino, proveniente dal centrosinistra, e da Massimo Ripepi, storico rappresentante cittadino.
Imbarazzante il Pd a Crotone e in riva allo Stretto
I conti finali si faranno dopo il ballottaggio ma la sensazione è che la tornata amministrativa potrebbe avere pesanti strascichi sia sugli equilibri del governo regionale che sulla stagione congressuale del Pd che è ancora commissariato e affidato alla guida di Stefano Graziano che pure è scomparso dai radar da mesi.