Dopo le Regionali si aprirà la corsa per la successione al sindaco Sergio Abramo con un potenziale conflitto fra realtà forti della città e la politica. Possibile infatti la candidatura nel centrodestra del presidente di Assindustria Aldo Ferrara
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I nomi degli eletti nel centrodestra nella Circoscrizione Catanzaro-Crotone-Vibo grosso modo si conoscono già. Vale per gli addetti ai lavori, ma anche per larga parte della gente comune ormai. Al massimo, per azzeccarli adesso a circa un mese e mezzo dalle elezioni e a dieci giorni dalla presentazione ufficiale delle liste, si può ricorrere a un piccolo escamotage, che nella schedina del vecchio Totocalcio era la doppia: 1/X, 2/X o 1/2, dunque.
Nella fattispecie, però, è addirittura molto più semplice, perché basta esprimere un paio di opzioni (con la prima ritenuta più accreditata) in alcune delle maggiori forze in lizza per essere sicuri di andare a meta. E allora si inizia dal derby forzista fra Michele Comito e Claudio Parente, proseguendo con quelli tra Pietro Raso e Filippo Mancuso in Lega, Filippo Pietropaolo e Antonio Montuoro in Fdi così come infine fra Flora Sculco (in caso di sconfitta peraltro “ripescata” di sicuro in Giunta) e Sergio Costanzo nell’Udc. Favoritissimo pure Vito Pitaro mentre un altro posto uscirà dal confronto tra Francesco De Nisi (in pole) e Frank Mario Santacroce. E a Baldo Esposito, reduce da poco meno di 10.500 preferenze ottenute nella tornata di fine gennaio 2020, quale sorte tocca?
Parliamoci chiaro, se con il dovuto rispetto per la scelta (obbligata) fatta per il contenitore di Maurizio Lupi non trova, last minute, di meglio in termini di peso specifico nelle urne (come sembrerebbe anche dopo un ventilato tentativo, fallito, di avvicinamento di membri di primo piano del suo gruppo all’Udc, appunto per strappare un posto in lista pro Baldo stesso) rischia di vedere con il binocolo il fatidico quorum per essere eletto. Ergo, al di là della prestazione personale, se finirà “out” per lui potrebbe verosimilmente arrivare un assessorato pesante quale contropartita (meritata) per il contributo da tempo dato alla coalizione. Un premio legittimo, che potrebbe toccare pure a qualche giovane (sotto il profilo anagrafico e di candidature) quale il presidente degli avvocati del capoluogo Antonello Talerico.
Personaggio di spicco, malgrado il ruolo di neofita, quest’ultimo.
Ma il ragionamento resta più generale: perché alla città dei Tre Colli - che ha improvvisamente perso il baricentro (ri)acquisito un paio d’anni fa nello scacchiere politico locale - dovrebbero toccare tre assessorati, essendo tagliata fuori dal giro grosso. Quello che, come noto, riguarda le poltrone di governatore e vice, ma anche di presidente del consiglio. Comunque sia, saranno tre o nella peggiore delle ipotesi due i riconoscimenti per Catanzaro, le difficoltà che si stanno vivendo in città sono sempre più evidenti con ad esempio una figura del calibro di Sergio Abramo costretta ad annaspare. Attenzione, però, poiché chi gli riconosce doti da grande amministratore, non confidando altrettanto nelle qualità politiche, commette un grave errore. Senza contare il proverbiale stellone di cui gode. Sicuro, stavolta gli servirà una magia (un miracolo, insomma) per farsi sponsorizzare al tavolo delle trattative. Ma guai a pensare che non possa tirar fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro della carriera per piazzarsi ai piani alti della Cittadella..
A prescindere dalla sorte futura del sindaco, tuttavia, molto si muove all’ombra dell’affaire successione. Faccenda assai delicata su cui pare stia irrompendo Assindustria con l’investitura dell’attuale presidente regionale del sodalizio, Aldo Ferrara. Un aspetto che approfondiremo domani, dipingendo uno scenario di potenziale conflitto fra la classe politica e altre realtà finora attente allo sviluppo delle situazioni importanti, ma quantomeno formalmente non da protagoniste.
Il dissidio sembra inevitabile, però, se si pensa a come l’opzione sul sindaco spetterebbe a Fratelli d’Italia con Rocco Mazza (ex capo della municipalizzata Catanzaro Servizi) gradito a parecchi all’interno e all’esterno dell’entourage meloniano del capoluogo. Guai, inoltre, a pensare alla rassegnazione di Marco Polimeni, che proverà a (re)stare in corsa per succedere all’amico e mentore Abramo fino alla… fine. E nel centrosinistra, che accade? Fabio Guerriero, sentito al telefono, ci ha intanto smentito la ricorrente voce su un suo ritiro da candidato Democrat alla Regione per fare un ticket con Francesco Pitaro in vista delle Comunali. Sul punto ha infatti ironizzato: «Sarebbe un ragionamento serio, per carità, se solo in città si ragionasse. Voglio quindi una lista fortissima del Pd con gli altri subito dietro di me».