Le imminenti Regionali, come previsto, stanno lasciando sul campo morti e feriti (figurativamente parlando, s'intende). La realtà è infatti che a essere premiati dalle urne saranno solo in pochi rispetto a una pletora di pretendenti, alcuni sagacemente sedotti (infinocchiati cioè, nella fattispecie) da scaltri segretari di partito i quali hanno pompato al massimo i gregari e neofiti meno avveduti. Una massiccia dose di stima infusa a degli onesti riempilista (fatti dunque fessi e contenti) magari anche capaci di ottenere un discreto numero di consensi ma con zero chance di centrare l'agognato obiettivo dell'effettivo approdo a Palazzo Campanella. Attenzione però, perché accanto ai cosiddetti portatori d'acqua ve ne sono invece altri attrezzati per arrivare lontano, sovvertendo le gerarchie come potrebbe ad esempio succedere in Forza Italia. Una lista molto forte, l’azzurra, in cui non mancano pretendenti di peso. Un "cantiere aperto", insomma, persino nella bulgara Catanzaro e in una Circoscrizione Centro in cui, in ambito generale, si attendono con ansia certi sviluppi.

L'attesa lista dei proscritti della commissione Antimafia

Quali? Presto detto: la "famigerata" (da giorni, se non da settimane, aleggiante sui candidati) pubblicazione del gruppo degli impresentabili da parte della commissione parlamentare Antimafia, che dopo l'impegno sottoscritto solennemente da tutti i leader delle coalizioni in campo malgrado il carattere non vincolante dell'atto (è bene metterlo in rilievo sotto il profilo squisitamente giuridico) darebbe una bella sfoltita alle liste con almeno tre o quattro posti, se non cinque, lasciati vacanti. Un bel rimescolamento delle carte, non c'è che dire. Ossigeno puro per molti "aspiranti" ancora privi dell'X Factor (leggasi il consenso sufficiente, come ovvio) per approdare nell'Astronave reggina. In attesa di quello che allo stato continua a essere soltanto un ventilato (da molti per la verità invocato) terremoto, tuttavia in grado se davvero dovesse palesarsi nei termini di cui siamo al corrente da tempo anche noi di togliere dalla scena diversi campioni di preferenze locali (proscritti) mandandone all'aria i disegni e offrendo così lo spazio necessario a molte seconde linee. Ma se così non fosse?

La corsa, a ostacoli, a Palazzo De Nobili

Alcuni, i meno sognatori e speranzosi in un futuro prossimo roseo, hanno già pensato al da farsi. In primis Rocco Mazza che non gratificato da Fratelli d'Italia con un posto fra i competitor per il consiglio regionale (forse legittimo sulla scorta del gradimento nei suoi confronti della base dei meloniani catanzaresi) ha ragionato subito con i fedelissimi sulla Busta B. L'investitura a sindaco in pectore. Una nomina gradita un po' a tutti, addirittura anche nel centrosinistra considerato come essendo lo stesso ingegnere cognato del fondatore di Cambiavento Nicola Fiorita avrebbe tagliato fuori quest'ultimo dalla competizione. Dal momento che, pur essendosi visto di tutto e di più alle passate Amministrative dei Tre Colli (in merito basti ridare un’occhiata al programma Pane e Politica di Riccardo Iacona del 2006), non crediamo si potrebbe arrivare sino al punto di un derby in famiglia tra Mazza e Fiorita. Tutto risolto allora, anche a sinistra con almeno un paio di altri pretendenti alla sindacatura liberatisi di Fiorita per… grazia ricevuta? No, neanche per idea. La vicenda sarà ben più complessa.

L'ipotesi Ferrara, l'asso "pigliatutto" di quanti contano davvero in città

Perché famiglie assai importanti della città hanno individuato nel loro (solito) uomo di fiducia, il presidente regionale di Assindustria Aldo Ferrara da sempre capace di metterle tutte d'accordo pur se in certo periodo in contrapposizione fra loro, la figura giusta per insediarsi al vertice di Palazzo De Nobili. Il manager degli imprenditori è del resto nipote (era lo zio) e omonimo di un grande maggiorente della Dc calabrese fino agli anni Ottanta e, prim'ancora, presidente della gloriosa Uesse 1929. Fine dei giochi, dunque. Altrimenti via alla guerra aperta a una "potenza di fuoco" da far spavento.

Le altre figure in campo a e per Palazzo De Nobili

Un conflitto in teoria affrontabile, ma probabilmente non consigliabile, per... nessuno. Sarà il motivo per cui tutto tace e, oltre ai nomi ricordati, si dice restino in teoria in ballo quelli degli attuali presidenti del civico consesso Marco Polimeni e dell'Ordine dei Commercialisti Rosamaria Petitto. Intanto, però, sempre più in ambasce al Comune resta l'immarcescibile primo cittadino Sergio Abramo che con i due pasdaran Giuseppe Pisano e Fabio Talarico (gli unici pare a seguirlo alla lettera nelle indicazioni elettorali relative alla tornata di inizio ottobre) prova a cantare e portare la croce.

Molti di quanti sostevano chi voleva Abramo, non stanno più dietro allo stesso Sergio

Gli altri suoi attuali - o ex - aficionados sono già legati a un candidato forte. Il riferimento è al citato Polimeni accanto a Baldo Esposito (of course); a Luigi Levato e Carlotta Celi dalla parte di Antonio Montuoro e infine a Rosario Mancuso e l’appena fuoriuscito dall’assise cittadina Demetrio Battaglia pro Filippo Mancuso. "Zeru tituli", quindi, per il Sergìun in questo 2021 dicono i detrattori, che lo danno pure out dalla Cittadella in cui ambisce viceversa a essere un assessore esterno dopo aver nientemeno accarezzato l'idea di poter diventare governatore o, quantomeno, vice. Sarà vero? A nostro avviso, è sempre azzardato scommettere su un Abramo defenestrato così come sul caso dei jolly Pisano (il cui fratello Pierpaolo, peraltro, dovrebbe presto ricevere un buon riconoscimento nell'Ugl, sindacato del quale è alto dirigente a livello calabrese, o in Fdi, partito di cui è noto militante) e Talarico che in vista delle Regionali metteranno in pratica i dettami di un sindaco al quale hanno giurato fedeltà. Consci che un Abramo in politica è simile a un diamante. È cioè per sempre.