Tensione altissima a Reggio Calabria dopo l’ufficializzazione del candidato sindaco per il centrodestra. La Lega di Matteo Salvini è andata dritta per la sua strada e ha scelto Antonino Minicuci, il super tecnico che dovrebbe rimettere in sesto un Comune ormai al tracollo. Le resistenze dentro Forza Italia però non si sono ancora sciolte. E seppure la vice coordinatrice del partito Maria Tripodi e il senatore Marco Siclari hanno dato il loro via libera con il consigliere regionale Domenico Giannetta che lavora già alla lista azzurra, la corrente legata a Francesco Cannizzaro continua a schiumare rabbia. Neanche le parole di Silvio Berlusconi che ha detto chiaramente di attenersi alle indicazioni nazionali se non si vuole finire fuori dal partito hanno sortito gli effetti sperati.

Le riunioni carbonare di Cannizzaro, insieme a un gruppo di consiglieri comunali uscenti, a Eduardo Lamberti Castronuovo, uno dei nomi papabili fino a qualche tempo fa e a diversi rappresentati delle liste civiche proseguono fitte.

Nelle prossime ore dovrebbe arrivare la decisione finale di Cannizzaro che pare essersi messo da solo in un angolo dal quale sarà difficile uscire. Se dovesse decidere di rompere con la coalizione, magari candidandosi in prima persona, andrebbe fuori da Forza Italia Per fare cosa? Crearsi un nuovo spazio politico prendendo le distanze da un partito morente avvicinando al movimento di Carlo Calenda al quale in Calabria guardano diversi big di destra e sinistra che in questo momento hanno difficoltà a ricollocarsi. Da Enza Bruno Bossio a Brunello Censore fino, appunto, a Francesco Cannizzaro.


La rottura con Fi, però, significherebbe, con tutta probabilità anche una rottura con la governatrice Jole Santelli che fin qui si è tenuta prudentemente nelle retrovie. Se la governatrice dovesse appoggiare la linea Cannizzaro infatti gli scenari che si potrebbero aprire alla Regione sarebbero imprevedibili con Lega e Fdi che già fanno ventilare ipotesi di crisi o di appoggio esterno. Seppure con qualche distinguo. Ase esempio il vicepresidente della giunta Nino Spirlì ha criticato la scelta di Minicuci, così come non ne risulta entusiasta neanche la capogruppo del Carroccio a palazzo Campanella Tilde Minasi.

Uno scenario di crisi alla Regione, tuttavia, non pare avere diritto di attualità, anche se in molti attendono una parola di chiarimento da parte della presidente della giunta. Come non mai, insomma, la Città Metropolitana di Reggio si conferma laboratorio politico nevralgico per il futuro di partiti e coalizioni.