«Quasi… clamoroso nel collegio 1–Calabria Nord per il Senato!». Ecco cosa verrebbe da esclamare, parafrasando una notissima frase del gergo calcistico, commentando l’esito del voto in questo ambito territoriale. Il Movimento Cinque Stelle ha infatti “rischiato” di avere la meglio su tutte le coalizioni e i partiti rivali con Maria Saladino. Ma alla fine, tutto sommato seppur di misura, l’ha spuntata il meloniano Ernesto Rapani, sostenuto come ovvio dall’intero centrodestra. Riscontro invece parecchio deludente per il Partito Democratico, e come ovvio l’intero centrosinistra, con Francesca Dorato. 

Certo, l’eventuale dato calabrese in favore dell’esponente grillina non avrebbe goduto della eco mediatica della (stra)vittoria, a Napoli Fuorigrotta, del pentastellato Sergio Costa (già titolare del dicastero dell'Ambiente). Neosenatore, ormai, capace di imporsi avendo addirittura contro il ministro degli Esteri uscente Luigi Di Maio, l’esponente del centrodestra Mariarosaria Rossi e, come se non bastasse, un altro candidato (da ministro e per giunta di lungo corso) quale l’attuale “terzo-polista” Mara Carfagna. Ma il primato, tuttavia in realtà sfumato per un soffio di Saladino, se non una roba da record, sarebbe quantomeno stato da… circoletto rosso. 

Comunque sia, tornando alla realtà locale della “Calabria Settentrionale”, l’affermazione di Rapani, adesso dunque pronto per occupare un seggio a Palazzo Madama, non deve far passare inosservata la buona performance di Saladino. Una donna politica, nel 2019 addirittura scesa in campo per la segreteria nazionale Dem alle primarie dominate da Nicola Zingaretti, passata ai pentastellati appena qualche settimana fa. A Ferragosto scorso, per la precisione. Niente da fare, però, per lei. Che ieri si è giovata dell’oggettivo ragguardevole risultato in termini di consenso generale, registrato al Sud dall’M5S.