Presentata una proposta di legge che porta avanti il termine per la regolarizzazione al 30 giugno 2024, ma le associazioni per il diritto alla casa aspettano dalla giunta regionale la delibera che farà scorrere gli elenchi
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Puntuale, come un orologio svizzero, arriva la proposta di proroga. Gli occupanti abusivi di alloggi di edilizia residenziale pubblica avranno tempo fino al 30 giugno del 2024 per dimostrare di avere i requisiti per poter aspirare a regolarizzare la propria posizione. E chi è in graduatoria, nei vari Comuni calabresi, può ancora attendere.
La proposta di legge che mette nero su bianco la proroga dei termini - di iniziativa dei consiglieri Pierluigi Caputo (FA) e Pietro Raso (Lega) – è in realtà attesa da molti, e per certi versi opportuna, visto anche il periodo di crisi e la crescente povertà causata dalla sfortunata congiuntura tra l’epidemia da covid e la crisi energetica derivante dal conflitto russo ucraino.
Una norma che, per gli esponenti della maggioranza, «si rende necessaria per consentire, soprattutto per il periodo dell’emergenza sanitaria nazionale determinata dal Covid-19, a nuclei familiari particolarmente esposti di richiedere i necessari provvedimenti di regolarizzazione – ove ne ricorrano i presupposti – per beneficiare dell’accesso all’edilizia residenziale pubblica».
La proposta di legge si concentra su specifiche abrogazioni alla legge esistente – la n°8 del 30 marzo 1995, “Norme per la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica” -al fine di consentire «lo snellimento delle procedure in capo agli enti gestori in considerazione anche dello slittamento proposto dei termini».
In particolare la norma – a costo zero per la Regione essendo modifiche di natura ordinamentale - si estende a tutti gli alloggi che alla data del “31 dicembre 2021” risultino occupati senza titolo, nonché quelli oggetto di provvedimenti di sistemazione in forma provvisoria e/o precaria. I nuclei familiari, in possesso dei suddetti requisiti, entro il 30 giugno 2024, trasmetteranno, agli enti proprietari o gestori, domanda di regolarizzazione dei rapporti locativi. Fuori dalla nuova disciplina, invece, la “permanenza temporanea”.
A quando lo scorrimento delle graduatorie?
La legge per la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, è una di quelle leggi attese, anche perché trasla in avanti un termine che non sembra mai avere fine. La norma, datata 1995, ha subito già dieci modifiche. La prima nel 1998 e poi via via, nel 2005, nel 2008, nel 2009, nel 2013, nel 2018 per ben due volte, nel 2019, ma anche nel 2020 e nel 2021. Ma le esigenze del mondo della casa, sono anche altre.
L’Osservatorio sul disagio abitativo reggino che raggruppa una serie di associazioni, ad esempio, pur leggendo favorevolmente le intenzioni del legislatore regionale, si aspettava un altro provvedimento, ed oggi si chiede perché la Giunta regionale del Presidente Occhiuto, «da quattro mesi, continua a non effettuare la delibera necessaria per autorizzare il Comune di Reggio Calabria ad assegnare gli alloggi alle famiglie in situazione di emergenza abitativa».
Già lo scorso 20 ottobre, ricorda L’Osservatorio, nel corso di una manifestazione di protesta, l’assessore alle Politiche sociali Tilde Minasi, aveva ipotizzato un intervento della giunta nella prima seduta utile. Intervento di cui, però, non si ha traccia. «Eppure – sbottano quelli dell’Osservatorio reggino - dal tema della casa dipende la vita stessa di almeno un centinaio di famiglie in emergenza abitativa che da anni attendono l’assegnazione di un alloggio».
Mancanza che ha messo in grosse difficoltà interi nuclei familiari. «Una parte di queste famiglie non ha più una casa, è stata sfrattata perché non aveva il reddito sufficiente per pagare il canone di affitto, quindi da molto tempo passa dal dormire in macchina ad essere ospitata per qualche giorno da amici e parenti. Un’altra parte di queste famiglie si trova ad abitare in un alloggio del tutto inadeguato per grave sovraffollamento o per condizioni antigieniche. Anche per questa parte delle famiglie le condizioni di vita sono estremamente critiche».
Insomma, gli sfratti non si contano più. «Una delle persone vincitrici della graduatoria di emergenza abitativa, pubblicata dal Comune nel mese di dicembre 2020 – fanno sapere dall’Osservatorio - essendo stata sfrattata nel mese di gennaio 2020 è rimasta senza una casa da due anni e mezzo, e qualche mese fa ha tentato il suicidio».
Storie di ordinaria disperazione. Ma anche follia. Come quell’occupante che mantiene l’alloggio di edilizia residenziale pubblica pur vivendo al nord, a Milano, utilizzando l’immobile per far trascorrere le vacanze ai parenti. C’è una denuncia dell’Osservatorio a testimoniarlo. Ma tutto tace. Tutto continua a tacere. «Queste sono le conseguenze della scelta politica di negare il diritto alla casa, che segna in modo drammatico e violento l’esistenza delle persone», esclamano spazientiti.
Auspicando che questa scelta venga corretta, L’Osservatorio chiede, ancora una volta, al Presidente Occhiuto che la giunta regionale provveda da domani alla Delibera e che, subito dopo, il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti disponga le assegnazioni degli alloggi scorrendo le graduatorie.
L’equivoco perenne
Il ragionamento di coloro che attendono con ansia di poter far valere il proprio diritto alla casa, oggettivamente, non fa una piega. La possibilità di sanare la propria posizione, ancorché occupanti abusivi di un alloggio, è necessaria almeno quanto la delibera di giunta che autorizza i Comuni a far scorrere la graduatoria. Cioè quella speciale “classifica” che, in presenza di determinati requisiti, dà la precedenza nel diritto alla casa. Non scorrendo la graduatoria, la posizione dei più fragili si fa ancora più dura, tanto da indurre i più allo scoramento e quindi alla sfiducia.
D’altra parte una legge che porta in avanti, e all’infinito, la scadenza di una sanatoria per occupanti abusivi, suggerisce che prima o poi toccherà a tutti rientrarvi, rischiando di alimentare la convinzione che è meglio procedere alle vie di fatto (quindi l’occupazione dell’alloggio) anziché affidarsi ai meccanismi che dovrebbero essere garantiti dalla legge. Una stortura che genera anche una sorta di “selezione naturale”, per cui i più “forti”, quelli che “sanno come fare”, avranno la meglio sugli aventi diritto perché in possesso dei requisiti richiesti.
Insomma, la necessità avvertita non solo dall’Osservatorio sul disagio abitativo, è quantomeno quella di fare camminare insieme le due urgenze, così da cominciare a cancellare un equivoco che si trascina da troppo tempo.