Le deputazioni regionale e nazionale sono sempre attente ai loro personali appuntamenti elettorali, ma poi sembrano sottovalutare il livello comunale che ha registrato pesanti sconfitte nelle città che contano
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È a Lamezia Terme che il centrodestra calabrese si giocherà il proprio futuro di credibilità politica. Tra i militanti locali inizia a serpeggiare un dubbio: le deputazioni regionale e nazionale sono sempre attente ai loro personali appuntamenti elettorali, ma poi sembrano sottovalutare il livello comunale che registra pesanti sconfitte. Gli esempi clamorosi di Catanzaro, Cosenza e Corigliano-Rossano dimostrano che i partiti del centrodestra calabrese, in genere guidati da rappresentanti delle istituzioni premiati da Roma, sono deboli, disorganizzati, incapaci di giungere a sintesi. Se si vota alla regione o per i seggi di Camera e Senato c’è sempre massima attenzione. Quando, invece, ci si cala nella dimensione cittadina, che è poi quella a contatto più diretto con gli elettori e i cittadini, sembrano emergere forme gravi di sottovalutazione.
Lamezia Terme è la quarta città della Calabria per numero di residenti, ma riveste un ruolo importantissimo dal punto di vista economico-sociale e logistico. La Città della Piana è uno snodo primario di traffico, nazionale e internazionale, tra aeroporto, alta velocità ferroviaria, autostrada. Inoltre Lamezia Terme è una città molto attiva dal punto di vista imprenditoriale e negli anni si è conquistata uno spazio importante anche sul fronte della cultura e del turismo.
Tradizionalmente l’elettorato di questa città ha dimostrato grande attenzione per il centrodestra, ma negli appuntamenti che riguardano la scelta del sindaco e del civico consesso si sono registrati troppo spesso ritardi politici che ai più appaiono inaccettabili. Il coordinamento regionale di Fratelli d’Italia, partito che si rifà alla indiscussa leadership della premier Giorgia Meloni, è guidato da Wanda Ferro, parlamentare e sottosegretario di Stato. Forza Italia in Calabria ha scelto di affidarsi a Francesco Cannizzaro, senatore di Reggio Calabria. La Lega è finita nelle mani di Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale. Sia Ferro sia Mancuso sono catanzaresi, e quindi fanno parte di quella stessa provincia in cui ricade Lamezia Terme.
Perché, si chiedono militanti e simpatizzanti, fatte queste premesse il centrodestra non è riuscito ancora a coagulare una maggioranza forte e coesa indicando un candidato a sindaco sostenuto da tutti? Perché si glissa, si rinvia, si dà l’impressione di non impegnarsi a fondo? I partiti, a livello romano, e cioè quelli che poi stabiliscono le candidature di consiglieri regionali e parlamentari, sono consapevoli di che cosa sta accadendo? La premier Giorgia Meloni, i vice premier Antonio Tajani e Matteo Salvini, lo sanno che questi stessi elettori, delusi da un centrodestra calabrese quasi immobile, poi saranno chiamati a votare anche per il rinnovo del Parlamento? E qualora anche a Lamezia Terme, dopo i fallimenti di Cosenza, Catanzaro e Corigliano-Rossano si dovesse assistere a una sconfitta pesante, Roma sarebbe ancora disposta a candidare gli stessi consiglieri regionali e parlamentari, oppure deciderebbe, come sarebbe anche giusto, di procedere a un rinnovamento totale? Come dire: tutti a casa!
Come si potrebbe ipotizzare, del resto, di confermare le ambite poltrone di consiglieri regionali e parlamentari del centrodestra in una Calabria di fatto incapace di stare accanto alle esigenze dei cittadini tanto da “regalare” al centrosinistra la guida dei Comuni più importanti? Queste sono alcune delle domande più “gettonate”. Né si dimentichi che Lamezia Terme esprime anche un parlamentare della Lega, Domenico Furgiuele.
Come si stanno muovendo tutti questi parlamentari e consiglieri regionali del centrodestra calabresi per far sì che la coalizione guidata da Giorgia Meloni possa risultare vincente a Lamezia Terme? Di fatto si sta offrendo un vantaggio competitivo alla candidata del centrosinistra, Doris Lo Moro, così come accadde con Nicola Fiorita a Catanzaro. Perché? A chi conviene questa situazione?