L’assessore alle Politiche sociali, Caterina Capponi, ha presentato questa mattina a Palazzo Campanella il progetto di legge ora in attesa di approvazione. «Fare rete tra istituzioni è fondamentale»
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Assessore Capponi consigliera Gentile
«Una data scelta non a caso», ripete più volte l’assessore regionale alle Politiche sociali Caterina Capponi che, in vista della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo, nella tarda mattinata di oggi nella sala Giuditta Levato di Palazzo Campanella, ha presentato il disegno di legge per il contrasto alla violenza di genere e due importanti misure di sostegno alle politiche femminili.
«È ormai tempo di modificare la legge del 2007 – ha sottolineato l’assessore -. Capite che sono passati 20 anni e questa legge non risponde più a quelli che sono i bisogni delle donne. Insieme a questa ci saranno altre due azioni che vanno ad implementare tutto il percorso delle donne che hanno subito delle violenze di genere».
Sono quindi state illustrate anche le misure “Donne Libere”, diretta al sostegno di percorsi di semiautonomia per l'inclusione sociale e lavorativa delle donne vittime di violenza, attraverso il supporto dei Centri Anti-Violenza e delle Case Rifugio presenti in Calabria, e “Concilia”, finalizzata a promuovere una partecipazione equilibrata di donne e uomini al mercato del lavoro, garantendo pari opportunità, migliori condizioni lavorative e un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata, anche attraverso l'accesso a servizi di assistenza all'infanzia e per le persone non autosufficienti.
Affiancata dalla consigliera regionale Katya Gentile e dalle funzionarie del Dipartimento salute e welfare l’assessore Capponi ha illustrato quello che in atto è un decreto legge in attesa di essere portato in aula per l’approvazione: «Il 17 febbraio con delibera di giunta abbiamo approvato il decreto legge preceduto anche da una fase di consultazioni con tutte le associazioni, con tutti gli stakeholder che erano interessati, comprese le case rifugio» aggiunge per dare un carattere di universalità e condivisione al provvedimento.
Attraverso la legge la Regione condanna e contrasta ogni forma di violenza fisica e/o psicologica, diretta o assistita, contro la donna e i minori, esercitata in ambito domestico, extrafamiliare sociale e lavorativo e per tali finalità promuove – ed è questo l’elemento vero di novità - la costituzione della rete regionale antiviolenza tra i Comuni, le Province, la Città metropolitana di Reggio Calabria, le Aziende sanitarie provinciali, l'Ufficio Scolastico Regionale, le Università, le Forze dell'Ordine, gli Uffici Territoriali del Governo - Prefetture, la Magistratura, i Centri Antiviolenza, le Case Rifugio, i Centri per uomini maltrattanti presenti sul territorio, nonché le associazioni e le organizzazioni che hanno tra i propri fini istituzionali la lotta alla violenza di genere, allo scopo di favorire l'omogeneità e il coordinamento degli interventi e delle azioni di cui all' articolo 2 su tutto il territorio regionale.
«È un disegno di legge che è nuovo su alcuni concetti fondamentali e come assessore alla pari opportunità e vedendo l’impianto dell’assessorato ho capito che i tempi erano maturi. È chiaro che una nuova legge può avere qualcosa da rivedere, ma in questo momento la legge tiene conto di tutti i feedback che ci sono arrivati. L'opposizione deve fare pure il suo gioco. L'opposizione parlava principalmente anche nelle audizioni che abbiamo avuto su un fondo unico: non è che l'assessore Capponi non vuole fare il fondo unico, non si può fare per legge, perché c'è una legge dei fondi del legislativo che poi impone una rendicontazione che non può supportare quel discorso».
“Donne Libere”
L’obiettivo perseguito dalla Regione con l’avviso, per ora in pre-informazione, è quello di sostenere percorsi di autonomia volti all’inclusione sociale e lavorativa in favore delle donne vittime di violenza per il tramite dei Centri Antiviolenza e delle Case rifugio presenti in Calabria e che costituiscono il fulcro della rete territoriale per la presa in carico delle donne vittime di violenza. Attraverso interventi specifici personalizzati, si mira ad attuare percorsi strutturati finalizzati alla fuoriuscita e all’autonomia e libertà della donna, combinando misure di inclusione attiva e percorsi di accompagnamento al lavoro, anche attraverso il potenziamento dei servizi sociali. Il progetto ha una dotazione finanziaria di 4,5 milioni a valere sulle risorse del PR CALABRIA FESR FSE+ 2021 2027 e sono ammessi a presentare proposte progettuali esclusivamente i Centri Antiviolenza e le Case rifugio in possesso dei requisiti richiesti.
“Concilia”, la misura per tutti, donne e uomini
“Concilia” è un’azione nuova che rientra e fa parte di quel piano di supporto alle fragilità delle donne che è stato presentato a luglio. «Abbiamo cercato di seguire una linea col decreto legge e le due azioni che la vanno ad implementare, tenendo sempre presenti quelli che sono i dettami costituzionali. Nel rivedere questa legge abbiamo tenuto conto degli articoli 3 – 37 - 51 della Costituzione Italiana che anche con concetti diversi che riaffermano quelli che sono i diritti delle donne».
Capponi ha inteso ribadire che non sono misure rivolte solo alle donne, ma anche agli uomini perché “Concilia” va a inglobare anche il soggetto maschile. I tempi lavoro e vita familiare tutti noi sappiamo che non è facile al giorno d'oggi e allora questa è un'opportunità che cerca di armonizzare e di portare avanti quelli che sono i tempi delle persone che lavorano e che hanno a carico dei figli».
L’assessore non fa mistero di essere soddisfatta delle misure che si stanno adottando, reputando che “Concilia” sia veramente una di quelle azioni che col tempo avrà un impatto non indifferente su quello che è l’universo famiglia della donna. «Potremmo anche essere seguiti come una buona pratica per altre regioni per questa azione che con il Dipartimento salute, welfare e pari opportunità stiamo cercando di portare avanti».