«Non ci aspettavamo nulla di diverso poiché la stessa Corte dei Conti regionale nel 2013 aveva già bocciato il nostro piano di riequilibrio poi approvato in seguito presso le Sezioni riunite». Così il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto commenta la decisione della magistratua contabile, dopo la bocciatura sull'andameno finanziario del Comune. «Siamo tuttavia fiduciosi sul fatto che, come avvenuto nel 2014, le Sezioni riunite possano accogliere le nostre motivazioni». In un comunicato diffuso da Palazzo dei Bruzi, poi, viene evidenziato che la stessa Corte dei Conti regionale, dal 2011 in poi, ha sempre dichiarato lo stato di dissesto per il municipio bruzio. «Deve essere però chiaro - si legge nella nota - che si fa riferimento a un ripianamento dei debiti causati dalle amministrazioni precedenti all’Esecutivo Occhiuto».

Nessuna ricaduta sui cittadini

«Di conseguenza: questo Comune è nelle condizioni di dissesto già, appunto, dal 2011, alla data dell’insediamento dell’Amministrazione Occhiuto. Così come deve essere chiaro che per i cittadini non vi è alcuna differenza tra predissesto e dissesto in quanto le aliquote dei tributi comunali rimangono invariate. Anche nella peggiore delle ipotesi, insomma, sulla cittadinanza non ricadrà alcuna conseguenza. L’unica differenza consiste nella gestione della massa debitoria, che viene affidata ad un soggetto liquidatore diverso dal Comune. Le attività comunali restano invece in capo all’Amministrazione in carica. Riguardo alle assunzioni di personale rimane l’obbligo, come avviene anche oggi per il predissesto, dell’autorizzazione ministeriale. Non è più possibile l’assunzione a tempo determinato delle figure di staff del sindaco. Inoltre, non è vero che il dissesto comporti sanzioni patrimoniali e la incandidabilità degli amministratori, poiché questo avviene solo in caso di dolo o di colpa grave sulla base di un apposito procedimento giudiziario che può essere avviato solo dalla Procura della Corte dei Conti».

Critiche strumentali

In risposta poi ad alcuni avversari tra i quali compaiono addirittura coloro che hanno causato lo stato di dissesto nel 2011, non si capisce come mai in precedenza, cioè nel 2014, nella medesima situazione siano rimasti in silenzio, mentre oggi invece cercano di avvelenare i pozzi strumentalizzando questo evento. Probabilmente – conclude il sindaco Occhiuto - non hanno parlato prima in quanto soltanto adesso ho dichiarato la mia candidatura alla presidenza della Regione Calabria».

 

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