Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con l’astensione di tutte le opposizioni) tutta una serie di provvedimenti finanziari che riguardano Palazzo Campanella e la Cittadella. Ad illustrare la manovra economica della Regione il presidente della Seconda Commissione Bilancio, Antonio Montuoro (FdI) che si è soffermato sul Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2023­-2025, insieme a tutta una serie di documenti contabili allegati alla manovra, come la Legge di stabilità 2023, il Documento di economia e finanza e il Bilancio consolidato. Disco verde anche per il Rendiconto 2021 della Regione e alla variazione di bilancio 2022­-2024 riformulata a seguito delle osservazioni avanzate dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica dello scorso primo dicembre.

«La manovra economica, che vale quasi sei miliardi – ha detto Montuoro - è stata improntata alla prudenza, e nella relazione si è sottolineato come quasi il 70% delle risorse (circa 4 miliardi) sia stato destinato alla sanità e il resto a spese di carattere obbligatorio e quindi per personale, mutui, contratti, accantonamenti. Un Bilancio dunque ingessato, che lascia solo 773 milioni – in leggero aumento – di risorse libere».

Il dibattito

Per Antonio Lo Schiavo la carne al fuoco è tanta e rischia di non aiutare i consiglieri regionali che si ritrovano a non conoscere alcuni atti e leggi: dobbiamo essere messi nelle condizioni vere per esprimere anche proposte. La discussione per lui è «politica»: «Da questo Bilancio emerge una manovra non espansiva che non introduce nessuna novità e nessuna discontinuità rispetto al passato».

Si sofferma quindi sulla «grande questione» del contenzioso che vedrà la Regione pagare una gran quantità di partite. Ma poi l’accento è posto sugli oltre 264 milioni di mobilità passiva in campo sanitario: «Non si prevede un cambio di passo da oggi fino al 2025». Lo Schiavo infine si duole per la mancata previsione di risorse per i comuni in dissesto e pre dissesto.

«La realtà che è emerge dai numeri è quella di una Regione sofferente, che ha bisogno di invertire il suo trend anche aprendo partite straordinarie con il governo nazionale, ma di tutto questo non c’è traccia in questo Bilancio».

Anche Amalia Bruni si mostra critica nei confronti della tempistica della convocazione del Consiglio. Poi attacca: «Non voglio bacchettare la maggioranza, lo ha già fatto la Corte dei conti che dice come nonostante le ingenti risorse non godiamo di servizi sanitari all’altezza. Il punto centrale, i Lea, l’anno scorso erano a 160 quest’anno a 125. Dunque, cosa è successo di importante in questo anno?». La leader dell’opposizione poi punta l’indice sulle partecipate della Regione - «necessaria una razionalizzazione» dice – sulla sottovalutazione del contenzioso - «i pignoramenti sono cresciuti per 120 milioni» - e su Azienda zero: «Avete tirato un coniglio dal cilindro ma a distanza di un anno non abbiamo visto nulla». 

Ernesto Alecci (Pd) punta dritto a quella che vuole essere la costruzione della Regione del futuro: «Non ho capito quale sia l’idea di fondo. Il Def fa un’analisi puntuale delle problematiche ma non si intravedono le risposte». Alecci sottolinea che sul turismo, siamo fermi al Piano del 2019, varato da Oliverio. Critica quindi l’iniziativa dell’istallazione della pista di pattinaggio a Milano e chiede al presidente Roberto Occhiuto se sia il caso mantenere la delega che fu di Fausto Orsomarso. Sui fondi covid - «siamo in ritardo nella spesa di ben 56 milioni» - Alecci sottolinea i soli 9 milioni di euro dedicati ad imprese e famiglie in difficoltà.

Se Pasqualina Straface (FI) difende a spada tratta un bilancio di previsione che affronta le questioni improcrastinabili, per Ferdinando Laghi, capogruppo “de Magistris presidente” suggerisce di liberare più risorse anche attraverso l’aggressione immediata al contenzioso

Raffaele Mammoliti sottolinea che le risorse troppo esigue della manovra non sono sufficienti per affrontare l’inedita e drammatica crisi che sta attraversando il Paese e la Calabria in particolare dal punto di vista economico, sociale e occupazionale. Domenico Bevacqua invece annunciando l’astensione del gruppo del Pd denuncia che «in questo Bilancio manca la politica e quando manca la politica tutto diventa più fragile».