La Federazione chiede maggiore attenzione e partecipazione ai processi legati al sostegno del mondo del disabilità. Ma ad accogliere l’invito solo Carlo Tansi
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L’applicazione della “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale”, ratificata a New York nel 2006 ma alla quale la Calabria si è sempre dimostrata sorda nonostante dalla Fish e sollecitazioni per un’adozione siano state tante. E poi ancora «non ghetti, assistenzialismo, ma rispetto dei nostri bisogni e soprattutto interventi che favoriscono l’inclusione sociale».
Sono alcune delle richieste contenute nel documento che la Federazione italiana per il superamento dell’handicap Calabria ha consegnato a Carlo Tansi, unico candidato alla presidenza della Regione ad essersi presentato all’incontro di sabato scorso organizzato a Lamezia Terme dalla Fish, al fine proprio di discutere con i possibili futuri governatori delle tante lacune che riguardano i diritti delle persone con disabilità nelle nostra terra.
L'incontro a Lamezia
«Il candidato presente si è soffermato a lungo ad ascoltare le istanze presentate dalle persone con disabilità e i familiari presenti- spiega una nota - La Fish Calabria in questa occasione ha presentato il suo documento e si è impegnata a farlo avere comunque a tutti i candidati con la speranza che almeno nei programmi diano risalto alle istanze inserite nel documento».
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«La federazione e le associazioni federate, ringraziano il candidato che ha accettato di incontrarle, si rivolgono con determinazione agli altri candidati già contattati, chiedendo un commento al documento e di accogliere le loro proposte». « Ci sono voluti venti anni per la deliberazione di un testo per la riforma del welfare, scritto con il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti e deliberato anche dalla conferenza dei sindaci e del terzo settore, passando prima dalla giunta della Regione Calabria, dal parere favorevole della terza commissione del Consiglio Regionale ed infine dalla sofferta delibera di Giunta finale – afferma ancora la Fish - due cose sono state avviate e sono rimaste sospese (e senza di queste si rischia di annullare anche tutto il lavoro precedente): il nuovo Piano del Sociale e le Linee Guida per i Piani di Zona».
«La cosa che ci occorre di meno è quella di ricominciare daccapo. Siamo preoccupati perché questo capita ad ogni elezione. Abbiamo bisogno di andare avanti e di portare a termine il processo, mettendo i comuni in condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Vi chiediamo con determinazione di continuare il processo avviato».
Le richieste della Fish
Nel documento che è stato consegnato a Tansi e che verrà inviato agli altri candidati la Fish chiede che l’assistenza domiciliare sia considerata intervento da garantire in continuità «poiché se una persona con disabilità non è autosufficiente, non lo è mai e i lunghi periodi di vuoto, lasciati in attesa di una riorganizzazione dei servizi, creano fortissimi disagi alle persone con disabilità e alle loro famiglie».
«Ci chiediamo perché nei servizi convenzionati o accreditati la retta, giustamente, è considerata per tutti i giorni dell’anno mentre per l’assistenza nel proprio domicilio l’assistenza viene garantita a progetti con un inizio e una fine. Inoltre tra una fine e un nuovo inizio spesso passano mesi. Stessa cosa - fa notare la Federazione - per i progetti per la vita indipendente che vedono coinvolte persone con disabilità che vivono anche da sole».
«Il Dopo di Noi va sostenuto. È una delle risposte che permette alle persone che non hanno più familiari perché defunti o perché non sono più in condizioni di garantire l’assistenza, di poter vivere la propria vita in continuità con quella che è stata l’esperienza di vita, prima che si verificasse questa situazione. È un processo che va seguito – sottolinea il documento - a cui bisogna creare le condizioni per un sostegno economico di garanzia. Ma le persone con disabilità non hanno solo bisogno di servizi sociali o socio-sanitari, il diritto ad una vita più normale possibile come tutti gli altri prevede potersi curare in modo adeguato in Regione riducendo i viaggi della speranza e garantendo comunque uguale qualità di cure, la riabilitazione deve essere garantita in base ai bisogni».
Il documento
Nel documento poi vengono sintetizzate altre richieste: che gli alunni con disabilità siano accolti nelle classi scolastiche dal primo giorno di scuola e abbiano i sostegni per tutto l’anno scolastico; che il diritto al lavoro delle persone con disabilità non resti una ipotesi ma diventi una concreta opportunità, sia con l’applicazione corretta della Legge 68/99, sia con l’utilizzo di altre risorse finalizzate a facilitare l’inserimento lavorativo in generale; che in Calabria non si parli solamente di accessibilità, pretendiamo il rispetto di tutte le leggi che finanziano l’abbattimento di barriere di ogni tipo, anche con programmi che incentivano e premiano i territori che prestano attenzione e operano per raggiungere l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’utilizzo dei mezzi di trasporto di linea accessibili; che le nostre aree turistiche siano accessibili e organizzate per garantire una accoglienza adeguata ai turisti con disabilità; che siano incentivate le iniziative che favoriscono le esperienze culturali e sportive con persone con disabilità; la riduzione dei viaggi della speranza e un approccio sanitario che consenta alla persona con disabilità di ricevere le cure e la riabilitazione nel proprio territorio e quindi di non dover interrompere il suo stile di vita, che alle persone con disabilità sia garantita l’assistenza personale necessaria a domicilio e fuori con continuità, la vita indipendente e che la non autosufficienza non sia motivo di ghettizzazione; che i servizi abitativi o diurni siano diffusi in tutti i territori, attualmente abbiamo una situazione problematica, a macchie di leopardo con luoghi molto forniti e luoghi in cui non c’è nulla.
E ancora: che i servizi in cui le persone con disabilità vivono o passano molto tempo non siano semplici contenitori assistenzialistici, ma garantiscano attività ludica, incentivino le autonomie, prendano in considerazione le potenzialità della persona, organizzino uscite e opportunità di incontro con altri.