Il senatore di Fdi ha spiegato i motivi per cui è stato presentato il provvedimento che mira ad estendere alle regioni del Sud gli effetti del Decreto “Caivano” che prevede una deroga al limite numerico minimo di alunni per l'autonomia degli Istituti
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È bene dirlo subito: dimensionamento scolastico vuol dire “tagli”. Di questo si sta discutendo da settimane in Calabria tra studenti, dirigenti scolastici ed anche in politica, tutti mobilitati per provare ad attenuarne i danni. Quali? Quelli della norma che prevede la razionalizzazione della rete scolastica, ovvero il taglio di autonomie scolastiche sulla base di numeri che lo Stato assegna alle Regioni. E questo si tradurrà in accorpamenti di istituti scolastici rispetto ad un determinato numero di studenti che saranno gestiti da un solo dirigente e da un solo direttore amministrativo. Quelli che non sopravvivranno alle “fusioni” saranno trasferiti via mobilità ad un nuovo incarico. In questa operazione – in teoria – studenti e genitori non dovrebbero subire contraccolpi in termini di servizi. Nei fatti, però, qualche scossone i ragazzi potrebbero subirlo.
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Prendiamo ad esempio i Licei di Corigliano Rossano. Negli anni scorsi i Licei Classici e Scientifici di Rossano e Corigliano sono già stati accorpati in una prima fase della “manovra” dimensionamento in poli liceali. Quest’anno è stato proposto l’accorpamento dei poli liceali della città in un’unica entità. In sostanza un solo preside gestirà la crescita educativa di oltre duemila studenti, rimbalzando da un istituto all’altro a giorni alterni e dovendo gestire centinaia di docenti.
Il dimensionamento in Calabria
La legge varata dal governo Draghi si pone come obiettivo quello di allineare i numeri italiani alle disposizioni del Pnrr, ovvero assegnare i dirigenti scolastici ed i direttori amministrativi sulla base di numeri, quindi sulla popolazione studentesca che dovrà essere aderente alle linee guida proposte da Bruxelles. In base a quei calcoli la Calabria perderà 79 autonomie scolastiche (istituti comprensivi, i vecchi circoli didattici, istituti di istruzione superiore): 14 in provincia di Catanzaro, 29 nel Cosentino, 8 nel Crotonese, 11 in provincia di Vibo e 17 nella città metropolitana di Reggio Calabria.
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I criteri che ricalcolano il numero delle autonomie scolastiche sono illustrati negli “Indirizzi regionali per la definizione della rete scolastica e la programmazione dell’offerta formativa Sintesi Linee guida per il triennio 2024-2025/2026-2027”. Sostanzialmente, «nelle aree scarsamente popolate, nelle aree periferiche e che si caratterizzano per condizioni di particolare isolamento si può tendere a costituire/mantenere autonomie scolastiche con un numero di almeno 600 alunni». In aree ad alta densità demografica, quindi nei comuni capoluogo ed in quelli superiori a 15mila abitanti, la popolazione scolastica dovrà essere di «almeno mille alunni». La delibera di giunta regionale che approverà il piano di dimensionamento scolastico dovrà essere adottata entro il 30 novembre.
Il dibattito politico
Per contenere i danni, nei giorni scorsi, il senatore Ernesto Rapani, insieme ad altri suoi colleghi (Bucalo primo firmatario, Pogliese, Russo, Sallemi, De Priamo, Lisei, Scurria, Della Porta, Spinelli, Rastrelli, Berrino, Campione, Sisler, Silvestroni e Orsomarso) hanno presentato un emendamento al decreto “Caivano” col quale si prevede «la deroga al parametro riferito al numero degli alunni» e «la deroga anche per tutte le regioni del Sud, così come previsto all’interno di Agenda Sud». Sempre ieri, il parlamentare meloniano ha evidenziato la necessità di rivedere il provvedimento «che prevede l’accorpamento di istituti, con la perdita di dirigenze e automaticamente la perdita di segreterie e quindi di personale amministrativo, addirittura accorpando scuole che probabilmente non hanno nessun legame tra di loro, né a livello strutturale né a livello infrastrutturale, e forse anche penalizzati da una viabilità perché distanti uno dall’altro, abbiamo deciso di rivalutare questo provvedimento».
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Alle dichiarazioni social del parlamentare di Fdi sono seguite le precisazioni dalla vicepresidente della giunta regionale e assessore all’Istruzione Giusi Princi, secondo cui «il dimensionamento in Calabria segue il regolare iter di legge e non rientra nel Decreto Caivano. L’emendamento annunciato dal senatore Rapani, laddove fosse accolto, segue materie che non interessano il dimensionamento scolastico». Il provvedimento, secondo la vicepresidente della Regione «chiede l’abolizione del limite numerico di alunni per classe nelle istituzioni scolastiche del mezzogiorno “Agenda Sud”. Pertanto, emendamento non ha nulla a che vedere con il dimensionamento scolastico che interessa, invece, solo i dirigenti scolastici e i direttori amministrativi, non interferendo in alcun modo sul numero di alunni per classe».
Tutto questo fino a ieri. Oggi il senatore Rapani ha smorzato sul nascere ogni polemica e smontato tutte le ipotesi di attriti nel centrodestra calabrese. «Ho deciso di sottoscrivere l’emendamento – ha spiegato a LaC News24 – perché sollecitato da dirigenti scolastici, docenti e genitori. Dopo aver approfondito la materia, giacché in commissione Giustizia stiamo valutando il decreto Caivano che prevede, tra l’altro, la deroga al numero degli alunni per formazione della classe, ho ritenuto agganciarmi ed insieme ai colleghi abbiamo proposto di estendere quella deroga alle regioni meridionali».
L’emendamento proposto passerà al vaglio della commissione e poi del Senato. «L’iter del decreto è in fase di commissione dove sono stati illustrati tutti gli emendamenti ed è in attesa del parere del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Subito dopo – spiega Rapani – voteremo gli emendamenti in commissione e poi invieremo il decreto in Senato per la discussione e la definitiva approvazione». «Perché la vicepresidente ha inteso fare quelle precisazioni? Princi ha inteso precisare che il piano dimensionamento scolastico in Calabria si farà, ed è giusto che si faccia, anche perché è un obbligo di legge. Sono convinto che la nostra regione potrà beneficiare di quell’emendamento. Ma non mi sembra – conclude il senatore – di aver mai dichiarato che il piano non dovrà essere approvato».
Insomma, un emendamento al decreto Caivano che abolisce il limite numerico di alunni per classe – qualora fosse approvato – potrebbe a cascata avere ripercussioni sul piano di dimensionamento scolastico, poiché altro non è che tutta una serie di numeri e sommatorie da incasellare e incrociare per (ri)dimensionare le autonomie scolastiche della regione.