Il disimpegno di Baker Hughes a Corigliano Rossano non sta passando inosservato. Soprattutto in tutti gli attori protagonisti della vicenda, come la Regione Calabria e l’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno e Ionio che hanno intercettato l’investimento.
L’assessore allo Sviluppo economico della Regione, Rosario Varì, seppur non direttamente, punta il dito contro l’Amministrazione comunale di Corigliano Rossano, restia per questioni burocratiche e procedurali, soprattutto a causa dei rapporti con l’autorità portuale di Gioia Tauro per via della mancata programmazione portuale, sfociati con un ricorso presentato alla Presidenza della Repubblica. È questo il vero vulnus al processo di insediamento della multinazionale americana nello scalo portuale coriglianese, per come spiegato dal presidente di Nuova Pignone nella lettera inviata alla Regione Calabria, con cui si annuncia il dietrofront.

Leggi anche

Varì: «La giunta lavora per attrarre investimenti, l’altra parte politica lavora contro la Calabria»

La reazione di Varì è durissima. «Fa male – è la dichiarazione dell’assessore regionale allo Sviluppo economico – dopo aver profuso tanto impegno per creare un contesto favorevole ad un insediamento produttivo significativo, come quello proposto da Baker Hughes nel porto di Corigliano Rossano, vedere svanire l’opportunità di un investimento da 60 milioni di euro che avrebbe potuto cambiare le sorti di un intero territorio. In Calabria c’è un governo regionale, guidato dal presidente Occhiuto, che lavora quotidianamente per attrarre investimenti, fonti di crescita, sviluppo e ricadute occupazionali per i nostri giovani. C’è poi un’altra parte politica che, invece, lavora nella direzione opposta – conclude Varì – condannando i territori che amministra all’oblio e facendo scappare aziende e opportunità».