La deputata pentastallata fa un passo indietro dopo il caos in Aula sulla nomina di un suo collaboratore ma rivendica di «aver sempre svolto con correttezza il suo ruolo. Ora la priorità è convertire al più presto il decreto in legge»
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Dalila Nesci si è dimessa da relatrice sul decreto Sanità Calabria. Al suo posto la presidente della commissione Affari sociali, Marialucia Lorefice, anche lei pentastellata. Lo ha comunicato all'Aula il presidente di turno, Fabio Rampelli. La decisione giunge dopo il caos che si è scatenato alla Camera sulla nomina di un suo collaboratore all'Asp di Vibo, Gianluigi Scaffidi, tra i papabili nuovi commissari sanitari. Una candidatura che aveva scatenato le ire delle opposizioni che parlava di «conflitto di interesse». Quindi il duro intervento della ministra Giulia Grillo che alla fine aveva ceduto decidendo per il ritiro della nomina.
«Ho subito molti attacchi sulla mia correttezza, ma poiché credo nell'urgenza della conversione in legge di questo decreto, ho rimesso il mio mandato da relatrice». Lo ha detto Dalila Nesci (M5s), intervenendo in Aula dopo l'annuncio fatto dal presidente di turno Rampelli, con la nuova relatrice Lorefice (M5s). Nesci ha quindi rivendicato di «aver sempre svolto con correttezza, dedizione e spirito di servizio il mio ruolo».
Il capogruppo pentastellato, Francesco D'Uva ha riconosciuto merito alla deputata, «che voglio ringraziare per il passo indietro, che permette di fare un passo avanti per una Sanità degna di questo nome». Per il Pd è intervenuto il capogruppo Graziano Delrio: «Anche io apprezzo il gesto della deputata Nesci. Quest'Aula si chaima Parlamento e serve ad esaminare i provvedimenti e cercare di migliorarli e sarebbe stato utile un atteggiamento più costruttivo, avremmo evitato una brutta figura al ministro Grillo e alla relatrice, bastava ascoltare e capire che questa cosa era indifendibile e questo gesto ora forse riconosce una centralità del Parlamento da tenere presente per il futuro», ha concluso rivendicando la «battaglia vinta dal Pd».
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