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L’emendamento targato Pd che sarà in discussione al Senato la prossima settimana e che vorrebbe declassare a sede periferica la sede dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati di Reggio non è andato giù al sindaco Giuseppe Falcomatà e all’intero Consiglio metropolitano.
L’organismo che si è riunito per approvare il Piano Strategico, passato a maggioranza, ha poi dato il via libera all’unanimità alla mozione illustrata dal vicesindaco Riccardo Mauro e che dà pieno mandato al sindaco per scongiurare quello che potrebbe essere l’ennesimo scippo per Reggio Calabria, proprio mentre divampano le polemiche, come si è sottolineato in Aula, per il baciamani al boss Giorgi e per l’assenza dello Stato sul territorio. Dai banchi della maggioranza e della minoranza è stato unanime il coro di protesta verso chi (nel caso di specie il senatore Pd Lumia) vuol chiudere o sminuire un altro presidio di legalità. Proprio in un territorio purtroppo ancora ad alta densità criminale e in cui il numero dei beni confiscati è tra i più elevati in Italia.
«Non è una battaglia di campanile, ma di dignità – ha spiegato il sindaco metropolitano al termine dei lavori del Consiglio - Abbiamo assunto una presa di posizione a difesa del territorio per ottenere non un favore, ma l’affermazione di un diritto. La sede istituzionale dell’Agenzia deve rimanere a Reggio – ha detto a chiare lettere il primo cittadino - e non deve essere trasferita a Roma. Se davvero il motivo è la difficoltà dei collegamenti, il governo dovrebbe impegnarsi per potenziarli. Soprattutto per dare continuità ad un percorso virtuoso di gestione dei beni confiscati, per mantenere il quale è fondamentale che la sede rimanga a Reggio».
«Il 13 giugno ci sarà la discussione al Senato puntiamo a coinvolger associazioni e tutti gli attori presenti sul territorio che hanno conosciuto l’importanza di avere nella nostra città la sede delle Agenzia per fare pressione. Facciamo un appello a tutta la deputazione reggina e calabrese affinchè questo emendamento non passi o venga ritirato».
In attesa, dunque, di capire come andrà a finire questo ennesimo tentativo di evitare il peggio, rimangono tanti dubbi sui rapporti tra il governo nazionale, la Regione e il Comune che pure sarebbero tutti a trazione Pd.
Con la città di Reggio che esprime anche il ministro dell’Interno con Marco Minniti che sull’Agenzia dei Beni Confiscati avrebbe tutte le carte in regola per poter intervenire ed evitare un provvedimento che pare privo di senso.
Riccardo Tripepi