Un no al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro, anzi un no – anche - all’impianto che è già in funzione. È una contrarietà completa quella che è venuto a ribadire Luigi de Magistris, nella mattinata che ha dedicato – accompagnato dai candidati di Unione Popolare – alla Piana reggina.

Dopo il sit in davanti al sito della discordia, l’ex sindaco di Napoli – insieme ai candidati Michele Conia ed Eleonora Fiorenza – si è recato poi all’ospedale di Polistena, al centro nei giorni scorsi di un sospetto caso di malasanità. «La Calabria sbaglia se pensa di risolvere l’emergenza rifiuti che ancora l’affligge bruciando i rifiuti – ha detto de Magistris –, prenda esempio da Napoli dove siamo riusciti a risolvere i problemi coinvolgendo i cittadini, riorganizzando gli impianti e spingendo sulla raccolta differenziata».

A fare eco alle parole dell’ex magistrato, anche Ferdinando Laghi – attualmente capogruppo regionale di DeMa, ma in passato anima del movimento che si batteva contro l’installazione di quello che lui chiama inceneritore – che ha sottolineato le critiche all’attuale scelte del presidente Occhiuto. «Non esistono inceneritori che non inquinino – ha detto – tanto più che se si decide di raddoppiare le quantità da smaltire, è chiaro come aumentino anche le emissioni la cui nocività nessun filtro, neanche quelli ultima generazione, può impedire». Laghi ha poi criticato la volontà della Regione, che in questi giorni sta valutando le domande arrivate per la manifestazione di interesse che precede l’elaborazione del bando pubblico per l’adeguando e il raddoppio, di «vedere l’impianto come la fine delle discariche, mentre tutti sanno che non è così perché ogni inceneritore ha bisogno di una o più discariche di servizio».

Conia, sindaco di Cinquefrondi e candidato nel collegio uninominale Piana-Vibo, ha sfidato gli avversari «a misurarsi sulle questioni precise che interessano ai cittadini di questo territorio e dire prima quello che vogliono fare, visto tra l’altro che qualcuno di loro ha ruoli di governo sia alla Regione che a Roma». Il riferimento implicito è sembrato sia al capogruppo regionale forzista, Giovanni Arruzzolo, sia alla sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci.