Dopo un lungo dibattito sulla necessità di andare presto a votare, in Consiglio regionale è mancato il numero legale nel momento cruciale. Oliverio nel suo discorso ha assicurato: «Nessun golpe, non sono un folle». Si va verso il 26 gennaio 2020
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Consiglio regionale in pieno caos. Anche questa riunione comincia con diverse ore di ritardo per l’assenza di una maggioranza e la necessità di concordare l’ordine del giorno con i gruppi di minoranza.
Alla fine si arriva a una sorta di compromesso per consentire l’approvazione dei provvedimenti amministrativi indispensabili per l’ordinaria amministrazione, mentre sul Corap si registra l’ennesimo accordo al ribasso. Le tre proposte legislative fin qui presentante saranno unificate nelle Commissioni competenti convocate nuovamente per il prossimo 16 ottobre.
Nessuna novità invece sulla data delle elezioni. Incalzato dai gruppi di minoranza il governatore Mario Oliverio è tornato ad esternare sul punto ripetendo le considerazioni dell’ultima volta con un annuncio in più «non ci sarà nessun tatticismo e sarà consentito ai partiti di essere preparati per il voto». Il presidente ha perfino citato Freud: «Chi pensa questo ha dell’altro l’immagine speculare di se stesso. Io non farò nessuna valutazione di carattere personale, ma mi confronterò con i presidenti delle Corti d’Appello, sentito il presidente del Consiglio e coinvolgendo la Conferenza dei capigruppo. Non sono folle e non farò nessun golpe».
E poi la provocazione: «Chi dentro gli schieramenti è pronto alle elezioni? Lasciate stare le farse al giorno di carnevale e alzate le mani. I calabresi hanno ragionevolezza per capire come stanno le cose. Pertanto vi esorto a non utilizzare la data delle elezioni per bloccare l’ordine del giorno».
In buona sostanza Oliverio si tiene le mani libere e la possibilità di indire le elezioni senza svelare le proprie intenzioni, ma dal suo discorso si immagina che lentamente si va verso il mese di gennaio 2020.
Il discorso del governatore consente di approvare il programma del Corecom, ma poi viene a mancare il numero legale proprio nel momento in cui doveva essere approvata la variazione di bilancio contenente la variazione di spesa per lo svolgimento delle elezioni, con assenze ben distribuite in maniera trasveraale. A parole tutti vogliono votare, nei fatti nessuno lo vuole e molti tromboni avrebbero fatto più figura a tacere.