VIDEO | La deputata che alle scorse Politiche ha battuto a Cosenza l'esponente del centrodestra parla dell’occupazione da parte del Movimento della Giunta per le elezioni, dove si votava l’emendamento che potrebbe riportare il forzista a Montecitorio
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La storia è ormai nota. Alle elezioni politiche dello scorso settembre Anna Laura Orrico vince nel collegio uninominale di Cosenza e viene eletta in Parlamento con neanche 500 voti di scarto sull’avversario. A farne le spese è il superfavorito Andrea Gentile, che fa ricorso. Ci sarebbero da ricontrollare, secondo lui, circa 800 schede nulle.
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La parola passa alla Giunta per le elezioni, dove Forza Italia, partito di Gentile, porta un emendamento che renderebbe valide anche le schede dove la preferenza è data a più di una lista nella stessa coalizione, oggi considerate nulle. Cambiando le regole del gioco a partita finita, dopo che l’arbitro ha fischiato, dicono i Cinquestelle. Che la sera di martedì 30 maggio hanno preso poltrone e divani dai corridoi della Camera e hanno chiuso l’entrata dove la Giunta avrebbe dovuto riunirsi, dove il centrodestra avrebbe votato compatto l’emendamento proposto da Pietro Pittalis. Occupazione, bagarre e partita rinviata.
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Comportamento violento e antidemocratico per il centrodestra, ferma risposta al colpo di mano che stanno tentando, dicono dal Movimento 5 Stelle.
«Il centrodestra vuole trasformare queste schede nulle in schede valide con un emendamento. Questo ribalterà il risultato in molti collegi, ma quello che a loro interessa davvero è ribaltare un solo risultato: quello calabrese» dice oggi Anna Laura Orrico «L’unico collegio che gli interessa è quello Cosenza-Tirreno, dove il rampollo della famiglia Gentile è stato sconfitto dal Movimento 5 Stelle. E la prova è il fatto che l’emendamento Pittalis vuole rendere valide le schede nulle solo per il candidato all’uninominale».
Eppure, se passasse l’emendamento della discordia, sarebbero anche alcuni tra le fila del centrodestra a dover cedere la poltrona. Che senso ha ostinarsi, allora?
«Perché stanno ricevendo pressioni dalla Calabria per fare in modo che questa regola venga ribaltata, così da assicurare il seggio a chi ha perso sul campo e ora tenta di vincere a tavolino» accusa Orrico.
Sono 13 i collegi uninominali dove lo scarto tra i candidati è al di sotto dei 2mila voti, dove il cambio di regole spariglierebbe le carte.
«Non solo si mettono a rischio 13 collegi» continua la deputata cosentina «Questo creerebbe un ribaltamento che a sua volta genererebbe il cosiddetto “effetto flipper”, per cui anche nei collegi plurinominali alcuni perderebbero il seggio in favore di altri. Sono addirittura tra i 20 e i 30, i seggi che potrebbero essere riassegnati. Solo per recuperare il seggio di Andrea Gentile».
Orrico, volto della protesta a 5 stelle, non è tra quelli che cederebbero lo scranno in parlamento, perché sarebbe comunque ripescata al proporzionale.
«Non mi interessa nulla di conservare il seggio alla Camera, posso tornare in Calabria anche domani e riprendere il mio lavoro da imprenditrice. Lo faccio per difendere il diritto di voto dei calabresi. È una battaglia di principio, di democrazia, che in questo momento stiamo conducendo in solitudine. Quello di Cosenza è stato un voto di ribellione, perché i pronostici davano il centrodestra vincente in tutti i collegi calabresi. E così è stato, tranne che a Cosenza. Poi non lamentiamoci dell’astensione se i cittadini votano in un modo e noi cambiamo i risultati». E a chi invoca il cosiddetto principio del favor voti, Orrico risponde: «Il favor voti non vuol dire che si cambiano le regole a posteriori. Gli elettori hanno votato con delle regole stabilite dalla legge elettorale e dal regolamento, che dicono quando il loro voto è valido e quando invece è nullo. Noi ci stiamo battendo perché il voto dei calabresi non venga ribaltato proprio dal Parlamento, la casa della democrazia».
Martedí 6 giugno la Giunta per le elezioni si riunirà per mettere il punto sulla vicenda Orrico-Gentile. Forse.
«Non so che azioni metteremo in campo, ma sicuramente non consentiremo che questo tipo di atteggiamento vada avanti».