Tridico il più entusiasta: «Collocazione politica chiara, era ora». Laura Ferrara libera dal limite dei due mandati pronta a tornare in campo. Baldino: «Movimento rafforzato e con un leader forte». Orrico: «Scelta democratica». Ma non mancano gli scontenti
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Alla fine il Movimento 5 stelle ha ucciso il padre. Beppe Grillo è stato di fatto licenziato al termine dell’assemblea costituente che si è conclusa domenica a Roma. Giuseppe Conte ha vinto su tutta la linea.
La base del M5S con il 63% di sì, ha fatto fuori il garante e fondatore Beppe Grillo, ha dato il via libera all’alleanza con il centrosinistra, seppur vincolando il tutto ai programmi, e superato il tetto dei due mandati. Insomma una rivoluzione dalle fondamenta di quello che era il movimento anti sistema che adesso si struttura in un partito che ha ambizioni di Governo.
Entusiasmo fra i calabresi che hanno partecipato alla kermesse, a partire dalla vicecapogruppo alla Camera, Vittoria Baldino. «Il MoVimento – ci dice – esce rafforzato, con un leader forte che può contare su una classe dirigente strutturata e affidabile, per radicarsi sui territori e contribuire a costruire una idea di Paese che guarda agli ultimi, ai più esclusi della società e lottare per l’espansione dei diritti piuttosto che alla loro contrazione. Penso al diritto ad un salario dignitoso, alla casa, alla salute, all'istruzione. Un Paese che punta al progresso e all’avanzamento tecnologico attento ai temi ambientali».
Soddisfatta anche la coordinatrice calabrese del Movimento, la deputata Anna Laura Orrico. «L’assemblea – aggiunge – è stata ricca di confronti e ascolto. Incontri fra gli attivisti e le rappresentanze istituzionali a tutti i livelli; confronto con tantissimi esperti e ascolto di tante istanze che sono venute dalla base che ci dicono che la sanità deve essere pubblica, che la scuola pubblica deve essere oggetto di investimenti adeguati ad un Paese che vuole costruire la società del futuro, la transizione ecologica e la lotta alle disuguaglianze punti di riferimento ancora più forti tanto nell’azione parlamentare quanto nell’organizzazione territoriale. È stato un lungo percorso di partecipazione dal basso – conclude la Orrico – con un buon risultato, ovvero quando i cittadini e le cittadine vengono adeguatamente stimolati, la partecipazione c’è ed è anche consistente».
È evidente, però, che al di là della resa dei conti interna al MoVimento, l’assemblea costituente offra indicazioni che vanno oltre la platea grillina.
Lo dice a chiare lettere l’europarlamentare Pasquale Tridico: «La costituente ha deciso qualcosa di storico, a larghissima maggioranza è finito il tempo in cui si diceva che il MoVimento non era né di destra né di sinistra. Il 71% ha deciso una collocazione politica chiara, alternativa alle destre, nel campo progressista. Per me è stato un momento di grande maturità. Ci sono innovazioni interessanti come la valorizzazione delle competenze, dell’attivismo politico, la valorizzazione delle scuole di formazione, che io dirigo, come strumento per la presentazione delle proprie autocandidature. È il culmine di un processo evolutivo che porta il MoVimento ad essere chiaro e d’altronde anche la nostra collocazione in Europa nel gruppo “The Left” è una evoluzione che io considero molto positiva».
I riflessi sulla Calabria
Un’evoluzione che avrà riflessi anche in Calabria, regione in cui si voterà tra due anni. Con la scelta di campo di Conte l’alleanza con il Pd sembra scontata, anche se dovrà passare comunque da una discussione sui programmi. L’abolizione del limite del doppio mandato, poi, rimette in campo una classe dirigente che era stata esclusa a norma di regolamento, come la due volte europarlamentare Laura Ferrara. Commentando le innovazioni introdotte dalla costituente sottolinea gli «aspetti dirimenti: non sarei potuta rimanere in un partito che sconfessa quanto fatto finora e mette in discussione l’identità politica frutto delle battaglie e delle proposte avanzate giorno dopo giorno in tutte le sedi istituzionali. Quanto all’organizzazione interna, si volta pagina. Finisce l’era movimentista, si riparte come partito a tutti gli effetti. Come componente del consiglio nazionale in qualità di coordinatrice degli affari europei ed esteri del M5s, continuerò ad impegnarmi con determinazione e dedizione ripartendo dai territori, fondamentali per garantire coinvolgimento e partecipazione attiva dei cittadini».
Insomma adesso anche in Calabria si può aprire il ragionamento sulle future regionali. Intanto una incognita è rappresentata dall’ala grillina del MoVimento. C’è chi dice che il fondatore potrebbe avviare una scissione con chi come Virginia Raggi, Danilo Toninelli e Alessandro Di Battista non hanno condiviso il parricidio di Grillo. Anche in Calabria c’è chi guarda con interesse a questa ipotesi, come il consigliere regionale Francesco Afflitto, da sempre in guerra con il suo capogruppo a palazzo Campanella, Davide Tavernise.