Il fratello dell’esponente democrat, che era pronto a puntellare la maggioranza del primo cittadino, è in carcere con l’accusa di essere un esponente di spicco della ‘ndrangheta
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La coalizione di centrosinistra allargata al M5s e al civismo sta avendo ripercussioni anche a Crotone, feudo decantato della rivoluzione arancione di Carlo Tansi. Se un anno fa Vincenzo Voce, con Tesoro Calabria e altre liste civiche, ha sparigliato la concorrenza partitica, oggi l’ex capo della Prociv regionale trova il suo movimento alleato con il Pd e le altre forze prima osteggiate.
In questo solco si inseriva la conferenza stampa prevista per oggi insieme alla capogruppo Pd al Senato, Simona Flavia Malpezzi, e alla segretaria del Pd crotonese Antonella Stefanizzi, di Andrea Devona, eletto con la lista “democratici e progressisti” (il Pd la sua lista alle amministrative non l’aveva presentata per le diatribe tra il commissario regionale Stefano Graziano che voleva la lista in coalizione con Enzo Sculco e Franco Iacucci, commissario provinciale, dei dem che la vedeva come fumo negli occhi) ed in passato eletto con la lista “Una sola passione, Crotone” che appoggiava la candidata del Pd Rosanna Barbieri.
È stato anche coordinatore provinciale di Anci Giovani, mentre suo cugino Giancarlo è stato nominato nel 2017 segretario particolare dell’allora Presidente di Regione, Mario Oliverio (subentrando proprio al citato Franco Iacucci).
Devona voleva creare il gruppo Pd all’interno dell’assise pitagorica, col placet dell’esponente nazionale Malpezzi espressione della corrente di Luca Lotti (la stessa che sostiene per la corsa alla Regione il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci). A creare l’intoppo, “motivi personali”, a suo dire.
Invece, i maligni, ritengono che a stoppare la “inaugurazione” sia stato l’imbarazzo per un altro parente di Andrea Devona, suo fratello Rocco, ritenuto dalla Dda di Catanzaro presunto esponente apicale della cosca Megna, stanziata nel quartiere Papanice di Crotone.
Devona, oggi recluso, è stato arrestato nel 2019, con l’accusa di associazione di tipo mafioso. L’arresto è da collegare all’indagine della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, sfociata nell’operazione “Tisifone”, nell’ambito della quale era riuscito a sfuggire all’arresto nel 2018 grazie alle “soffiate” via telegram del poliziotto infedele Massimiliano Allevato, sovrintendente capo allora in servizio presso la questura di Crotone.
Tanto è bastato per far sobbalzare i dem nazionali e stoppare tutto, data la campagna elettorale regionale in corso.
A Voce serve il “soccorso rosso”
Certo è che al sindaco di Tesoro Calabria, Vincenzo Voce, il “soccorso rosso” che poteva arrivargli dai dem (ex?) sculchiani serviva come il pane. «La maggioranza tiene e se non dovesse tenere si va a casa», aveva detto Voce lo scorso aprile dopo i primi scossoni interni alle forze civiche che lo sostengono. Ad un anno dalla sua elezione, complici anche le elezioni regionali, il quadro è assai frammentato e la maggioranza rischia di vacillare.
La consigliera Dalila Venneri, eletta con “Stanchi dei Soliti”, creò fin da subito il gruppo Tesoro Crotone lo scorso novembre, insieme a Santo Facino, rivendicando autonomia (e, si sussurra, distanza da Tesoro Calabria). Oggi la Venneri, legata all’assessora alle politiche sociali Filly Pollinzi, è candidata alle regionali con la lista “De Magistris Presidente”.
La spina nel fianco di Voce, invece, è sempre stato Fabrizio Meo, eletto con “Città libera” e oggi formalmente all’opposizione, con un occhiolino strizzato verso la destra.
Il gruppo “Stanchi dei soliti”, che esprime gli assessori Rosamaria Parise e Ilario Sorgiovanni e i consiglieri Chiara Capparelli, Alessandro Manica, Iginio Pingitore e Floriana Mungari, lo scorso luglio in un comunicato stampa avevano ufficialmente “mollato” Carlo Tansi e Tesoro Calabria. «Un gruppo politico serio e coerente non può tacere dinanzi ai repentini sbalzi di coalizione di Carlo Tansi, che da parte nostra non riceverà più alcun sostegno», dichiararono.
Oggi, però, Ilario Sorgiovanni pare sia ritornato alla “casa madre”, ossia il M5s tramite l’opera di tessitura della deputata Elisabetta Barbuto, sostenendo i pentastellati alla corsa regionale. Questo ha fatto infuriare l’ex candidato sindaco del M5S Andrea Correggia che proprio a causa delle defezioni del gruppo di Sorgiovanni dal M5S verso Voce non è riuscito a ritornare nell’assise pitagorica alle ultime amministrative.
Da segnalare anche la consigliera Giada Vrenna, eletta con la lista civica “Crotone Cambia”, è transitata a febbraio in Italia Viva ed in queste regionali guarda anch’essa a destra.
Insomma, è chiaro che se la candidata di Tesoro Calabria alle regionali Mimma Scida, voluta direttamente da Carlo Tansi in lista e “portata” da Vincenzo Voce, non dovesse avere un buon risultato elettorale, le ripercussioni con una maggioranza sempre più instabile (e sempre meno civica) si faranno sentire e presto, salvo il ritorno del “soccorso rosso”.