VIDEO | Al suo posto dovrebbe essere eletto Mario Megna. Il primo cittadino: «Operazione politica di rafforzamento di una squadra»
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Venerdì scorso Giovanni Greco, consigliere comunale eletto con la lista Tesoro Calabria, ha annunciato alla stampa la decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio Comunale di Crotone che potrebbero essere ratificate nella seduta del Consiglio comunale prevista per oggi 29 e che dovrebbero vedere l’elezione alla carica di massimo rappresentante dell’assise comunale pitagorica Mario Megna. Certo che Mario Megna non è solo un consigliere comunale eletto nelle fila dell'opposizione per la lista 'Jole Santelli presidente': Megna nel 2014 era stato già vicesindaco del Pd nella giunta Vallone e nel 2021 è diventato coordinatore cittadino di Forza Italia, prima di lasciare il partito dopo l'appoggio a Voce concretizzatosi già almeno tra maggio e giugno scorsi dove fu decisivo per almeno due sedute di Consiglio a cavallo dell’approvazione del bilancio.
Altrettanto certe le motivazioni di questo avvicendamento annunciato: «Il mio – aveva spiegato Greco - è un passo indietro per rafforzare la maggioranza in quanto c'era necessità di un allargamento perché ci servono i numeri per poter stare tranquilli e raggiungere l'obiettivo del cambiamento». Ed il sindaco Vincenzo Voce, al quale siamo andati a chiedere di questa operazione di annessione così “roboante” di un pezzo dell’opposizione ci ha serenamente detto che «è una operazione politica di rafforzamento di una squadra che sino ad oggi ha conseguito risultati molto importanti e che intende proseguire su questa linea». Il primo cittadino eletto con liste civiche di Carlo Tansi assieme al quale inneggiava contro il Put (il Partito unico della torta) e degli “Stanchi dei soliti” (sempre i partiti ed i volta gabbana) ha specificato pure «è anche giusto che la politica prenda il proprio spazio».
Dunque nell’imminenza del secondo rimpasto in due anni di governo e a meno di 10 mesi dall’ultimo la domanda è se basteranno questi 17 voti, maggioranza minima in Consiglio, per reggere la sfida del governo della città di fronte all’approvazione dell’accordo dopo l’ultima, ennesima, trattativa con Eni e, soprattutto, per l’approvazione del Psc (il vecchio piano regolatore per intenderci) che ha necessità di maggioranze qualificate. Il sindaco Voce pare non avere dubbi: «Il Psc non è dell’amministrazione Voce o di chi amministra, il Piano Strategico è della città di Crotone, ci vogliono numeri importanti e vedremo di creare una Commissione ad hoc costituita da consiglieri anche di minoranza», così come tiene a precisare che anche per la trattativa con Eni «tutta l’interlocuzione con Eni è stata fatta alla presenza di un consigliere di minoranza (il candidato a sindaco del centro destra Antonio Manica ndr) segnando la massima trasparenza per tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi».
Innegabile così come altrettanto palesi sono state le durissime polemiche fuori e dentro il Consiglio Comunale circa un carattere certamente consociativo che ha segnato, sin dal primo istante, questa amministrazione e che, sin dalla seduta di oggi, potrà fare apprezzare quanto, anche dai seggi delle variegate minoranze, ci sia un non inedito attaccamento alle poltroncine della massima assise cittadina che, irritualmente, non vede nemmeno il punto delle dimissioni e del conseguente voto del nuovo Presidente del Consiglio tra quelli all’ordine del giorno.