Dopo l'apertura di Renzi alla possibile alleanza con i grillini, tra i primi a esultare è il senatore Ernesto Magorno tra i principali oppositori del presidente della giunta regionale
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Finisce il governo Conte. Almeno il primo governo Conte. Il premier è stato chiarissimo fin dalle sue prime parole al Senato annunciando la sua volontà di interrompere l’azione dell’esecutivo fin qui guidato e di rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini, subito dopo il discorso del presidente del Consiglio, hanno ulteriormente sancito la rottura tra gli alleati che, al massimo, per come ha detto il leader della Lega potrebbero proseguire per un piccolo tratto insieme. Soltanto per approvare il taglio dei parlamentari e approntare una manovra economica. Il voto per la Lega rimane lo scenario principe, anche per incassare il massimo consenso fin qui a disposizione.
La versione dei due Matteo
In realtà il sentiero più gettonato lo hanno indicato i due Mattei che hanno parlato uno dopo l’altro. Il primo, Salvini, ha ammonito l’alleato sulla possibilità di inciuciare con il Pd «se c’è già un accordo con un altro partito, lo si spieghi subito agli italiani». Il secondo Renzi che ha liquidato la decisione di Salvini di interrompere il governo come «un colpo di sole da Papete», ha detto chiaramente che il suo gruppo valuterà con attenzione le scelte future nel rispetto delle Istituzioni. «Se voteremo insieme un nuovo governo – ha detto a Conte – io non ne farò parte».
Governo M5s-Pd più vicino
La possibilità di un nuovo esecutivo Cinque Stelle-Pd parrebbe essere più di una possibilità. Almeno per il Pd targato Renzi, ma anche quello di Zingaretti secondo gli ultimi rumors. Il che metterebbe ancora più nei guai il governatore Mario Oliverio, già bocciato dalla direzione nazionale del suo partito che vuole un candidato di superamento.
Dopo le parole di Matteo Renzi, tra i primi a sostenere la decisione dell’ex premier, proprio un calabrese. E cioè il senatore Ernesto Magorno, segretario regionale uscente del partito. «Finisce #ilgovernodelcambiamento, un governo che ha vissuto di tanti slogan e pochi fatti, un governo che ha fatto perdere credibilità all'Italia. Ora bisogna andare evitando l'aumento dell'#IVA. In aula al Senato un grande intervento di Matteo #Renzi ha indicato la via maestra».
Gli effetti in Calabria
Le posizioni di Ernesto Magorno sulla ricandidatura di Mario Oliverio sono note da lungo tempo. Il senatore ha bocciato senza appello il governo regionale e si è autosospeso dal partito dopo l’esplodere delle ultime inchieste giudiziarie. Magorno ha poi chiesto decisioni immediate sul futuro anche in vista delle regionali e fatto trapelare ai suoi che non prenderà parte a futuri incontri per le elezioni senza che sia arrivata dal Pd nazionale una decisione definitiva di discontinuità e rinnovamento.
Ma un eventuale accordo Cinque Stelle-Pd in chiave nazionale, volto a formare un governo per gestire l’attuale e delicata fase potrebbe avere un risvolto futuro per provare a fronteggiare il crescente fronte sovranista Lega-Fdi. Un accordo che se dovesse avere anche il sigillo di Zingaretti potrebbe avere i suoi effetti anche a livello regionale.
Del resto, appena qualche settimana fa, i vertici Cinque Stelle avevano annunciato la decisione di non correre più con una sola lista senza apparentamenti i prossimi appuntamenti elettorali.
Uno scenario del genere potrebbe aprire nuove possibilità ad un centrosinistra ormai considerato in Calabria agnello sacrificale in vista delle prossime regionali. Chiaramente anche questa possibilità, però, imporrebbe una candidatura di superamento rispetto all’uscente Oliverio, inviso ai Cinque Stelle, oltre che al suo stesso partito.
Riccardo Tripepi