Bianca Rende bacchetta i colleghi sulla scelta di destinare al progetto quasi 2,5 milioni di euro, utilizzabili per la riqualificazione delle periferie degradate: «Privilegiano l'estetica alla fruibilità della città, la responsabilità è loro»
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Fare politica, si sa, comporta delle scelte: si spende per qualcosa, non lo si fa per altro. A Cosenza le decisioni di Occhiuto e suoi sodali hanno spesso guardato all'estetica, lasciando in molti il dubbio sull'utilità pratica di alcune decisioni. L'ultima riguarda il progetto sulla navigabilità del Crati: neanche il tempo di annunciare l'avvio dei lavori – dato come imminente più volte in passato, ma tant'è – e subito sono partite le polemiche. Perché - in una città che per numero di buche in ogni strada può aspirare all'inserimento nel circuito professionistico di golf e ha un centro storico che, a causa delle frane, ha ormai un'unica via di accesso - scegliere di spendere oltre 2 milioni e 300mila euro destinati a riqualificare le periferie per portare le canoe in un piccolo tratto del fiume ha suscitato parecchie perplessità. A puntare il dito contro il sindaco e chi lo sostiene è Bianca Rende, esponente renziana dell'opposizione in sala Catera poco convinta dell'effettiva corrispondenza tra il progetto da realizzare e il modo in cui Palazzo dei Bruzi e Occhiuto ne stanno parlando.
Realtà o propaganda?
Rende elenca le voci sugli interventi previste nei documenti ufficiali, dagli spazi per uso ludico-ricreativo in riva al fiume agli specchi d'acqua destinati ad accogliere le imbarcazioni, passando per le piste ciclabili e le piazzette in ghiaia fino ad arrivare alla realizzazione di un altro parco lineare attrezzato come quello (incompleto) di viale Mancini. Il giudizio a riguardo? Impietoso: «Non sono un tecnico e forse non ho la capacità di prevedere, partendo dalla realtà, scenari da sogno, né di spacciarli come tali, ma mi pare che la navigabilità del Crati sia un’immagine più che iperbolica, rispetto alla reale natura degli interventi».
Poi spazio alle stoccate contro i colleghi di maggioranza, a partire da quelle sugli aspetti economici dell'operazione. I fondi per rendere navigabile un tratto del Crati, infatti, provengono dal “Piano Periferie” e dovranno essere anticipati per il 20% alla ditta che si è aggiudicata i lavori. Solo che farlo, col Comune in dissesto e oberato dai debiti, non è semplice, tant'è che Cosenza avrebbe chiesto – senza aver ancora ottenuto il sospirato sì – alla Presidenza del Consiglio di ricevere il denaro che le spetta prima e non dopo aver rendicontato i lavori effettuati.
Se l'ok da Roma non dovesse arrivare, spiega Rende, servirebbe ovviamente una variazione di bilancio da approvare in giunta e ratificare in consiglio. E chi la voterebbe? «La solita maggioranza», commenta sarcastica. La stessa, cioè, che ha già scelto di destinare quasi due milioni e mezzo di euro al progetto invece di utilizzare quel denaro in aree della città che forse ne avrebbero avuto più bisogno. Era successo anche per la pedonalizzazione dell'ultimo tratto di corso Mazzini, pagata coi soldi che dovevano riqualificare San Vito.
Le scelte della maggioranza
«È una scelta politica, di esclusiva responsabilità dell’attuale maggioranza», ribadisce Rende. Che ci tiene a mettere in chiaro questo aspetto: «Ai tanti che hanno lamentato la contraddittorietà di questo intervento rispetto allo stato di assoluto degrado in cui versano le strade cittadine e alcuni costoni urbani, con rischio della sicurezza di pedoni e automobilisti, rispondo: anche qui, è una scelta dell’attuale maggioranza». Quella, a suo avviso, composta da «sordi con cui non si può parlare» e che potrebbero optare per l'anticipo di «risorse di un risicato bilancio comunale per migliorare l’aspetto estetico della città invece di spenderle per garantire l'ordinaria fruibilità» della città. Perché in ballo ci saranno anche fonti finanziarie diverse, ma per riparare le frane di via Petrarca nessuno ha voluto anticipare un euro o variare il bilancio. E lo stesso è accaduto «per la zona del cimitero, il cui ingresso principale è quasi inaccessibile».
Da qui il suo invito ai colleghi di maggioranza a un cambio di rotta, anche se non per forza dettato da chissà quale nobiltà d'animo o ravvedimento: «I consiglieri che iniziano, sia pure in maniera strumentale, in vista della futura campagna elettorale, a porre dei distinguo – conclude Rende - dovrebbero approfondire le scelte della giunta e chiedersi se sia corretto verso la cittadinanza continuare ad assecondarle tacitamente».
giuliani@lactv.it