Il Centrodestra unito per l’ultimo comizio elettorale. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Maurizio Lupi hanno scelto Roma per culminare la loro campagna, intrecciando l’epilogo di un percorso lunghissimo e non scevro di polemiche. Nella cornice di piazza del Popolo, i leader azzurri hanno accolto migliaia e migliaia di simpatizzanti. «Cambierà tutto, vedrete» promette uno di loro. È calabrese d’origine, romano d’adozione. Domenica sarà regolarmente alle urne e ha pochi dubbi sul posizionamento della crocetta sulla scheda elettorale.

Ci sono cittadini di ogni provenienza, veri e propri aficionados. C’è chi è nato in Germania, c’è chi addirittura ha preso la cittadinanza italiana da nativo de Brasile. Tantissimi i giovani presenti: «Abbiamo bisogno di chiarezza e di speranze per il nostro futuro - chiarisce ai microfoni de LaCapitale uno di loro - e siamo convinti che sia il centrodestra a potercele dare». Pluralità e convinzione: la fiducia in Meloni, Salvini e Berlusconi e Lupi.

Le parole dei leader

Giorgia, ultima a salire sul palco, è la più acclamata dal pubblico. «Se gli italiani ci daranno la maggioranza - promette la numero uno di Fratelli d’Italia - faremo una riforma in senso presidenziale e saremo felici se la sinistra vorrà darci una mano a efficientare le nostre istituzioni. Ma se gli italiani ci daranno i numeri, noi lo faremo lo stesso e governeremo per 5 anni, con stabilità, serietà e unità».

Prima di lei, davanti alla folla capitolina, si era presentato Matteo Salvini, leader della Lega. «È ora di mandare una lettera di sfratto a Gualtieri e Zingaretti (sindaco di Roma e governatore del Lazio, ndr)»: ha esordito così l’ex Ministro dell’Interno. Il proseguo rimarca le tante promesse elettorali: «Basta con il numero chiuso a medicina, apriamo le porte dell’Università italiana e delle professioni sanitarie. Basta con il Canone Rai, diciamo sì al Ponte sullo Stretto. L’impegno che offriamo è quello di governare bene, insieme, per cinque anni, con Silvio, Giorgia e Maurizio».

Unità, invece, è il primo punto toccato dal discorso di Silvio Berlusconi, il primo ad affacciarsi sul palco di Piazza del Popolo: «È un piacere essere qui, vedere tante bandiere dei nostri partiti e del nostro grande Paese. L’italia non vuole essere governata dai comunisti, ci siamo uniti per rappresentare l’Italia delle famiglie e delle imprese. Abbiamo lavorato per creare un Centrodestra rispettato e credibile, riconosciuto come tale in Italia e nel mondo e ci siamo perfettamente riuscito».

Grande forza, infine, anche nel discorso di Maurizio Lupi di Noi Moderati: «Il cittadino non è uno schiavo. Ha diritto ad avere una tassazione giusta, per esempio. Dobbiamo rendere tutti protagonisti, a partire dai giovani che certo non chiedono l’elemosina».